-
L'attività minerario-metallurgica nel lecchese è attestata a partire dal III secolo a.C. con il sito siderurgico ai Piani d’Erna, (DARIO CERECK, in Scaffale Lecchese/220:Un'immersione alla scoperta del "ferro" della Valsassina)
-
GALLI e ROMANI
Le miniere del Varrone furono probabilmente sfruttate già avanti il primo secolo a.C.. E' possibile
«che i romani avessero già trovato in atto quell’arte: i galli, infatti, ben conoscevano la siderurgia; le miniere dell’alto Varrone si aprono tutte verso la strada [...]» . (PIETRO PENSA, da La presenza militare dei galli e dei romani nel territorio) I riferimenti a Plinio il Vecchio sono interpretabili, ma i ritrovamenti in Valmarcia possono essere una prova. -
I primi documenti che riguardano Premana «all’archivio Comunale [...] citati dal Gianola ricordano che già dal 1253 esisteva questo forno esercitato dai Denti di Bellano.»
«[...]un documento del 1351 redatto in Morbegno. [...] Era un forno ormai [...] alla bergamasca [...] il ferro era colato, estratto dal forno allo stato liquido [...] lungo il torrente perché aveva bisogno dell’acqua» A. BELLATI, La via del ferro -
«Alla fine del 1200, erano presenti a Lecco fucine dove si lavorava il ferro proveniente dalla Valsassina».
«I premanesi non erano minatori;[...]. Non erano nemmeno fonditori [...]. Dai documenti, [...] risultano essere soltanto fabbri e calderai destinati all’emigrazione. [...E' documentato il ] massiccio flusso migratorio di manodopera maschile alla fine del 1500 e proseguito, con andamento alterno, fino a quasi la metà del XIX secolo.» Armano, Linda 1982 http://hdl.handle.net/10579/1066) -
Azzone Visconti fa realizzare il Ponte sull’Adda attraverso il quale far passano con più facilità anche i prodotti della siderurgia locale diretti a Milano. Il ducato ha bisogno di armi. Il passaggio sul ponte è costoso, ma il ferro è esente da gabelle. Verrà poi eliminato dal Ducato anche il dazio sulla ferrarezza: una riforma fiscale che stimolerà anche l’arte armigera milanese.
-
I Visconti abrogarono l'imposta sul traffico del ferro e dell'acciaio nel ducato nel 1427, durante il ducato di Filippo Maria Visconti, per favorire l'economia locale e l'approvvigionamento di queste materie prime essenziali per le manifatture e le costruzioni.
-
Progressivo concentrarsi nelle mani di poche famiglie della filiera estrattiva e produttiva: Denti, Mornico, Fondra, Manzoni.
« L’inettitudine del governo spagnolo permise a queste famiglie di concentrare nelle proprie mani la proprietà delle miniere con la prepotenza e il terrore» (TIZZONI, INVERNIZZI, LAMBRUGO,
Memorie dal sottosuolo, Per una storia mineraria della Valsassina)
Tenace opposizione dei premanesi a Cipriano Denti. -
«[...] la Repubblica veneta, verso cui si rivolse la maggior parte dei premanesi offrì, dal XVI al XVIII secolo, condizioni economiche più vantaggiose per i fabbri, incentivando così l’emigrazione». (LINDA ARMANO, op.cit)
-
I disegni realizzati da Leonardo in seguito alla sua frequentazione della valle (1506-1511 circa) non riguardano solo l'interesse naturalistico (i profili delle montagne) e di architettura militare (la rocca di Baiedo), ma anche il suo genio inventivo, perché proprio la visita alle attività produttive della valle può avergli ispirato i progetti di trafile.
-
Cipriano Denti di Bellano (già proprietario del forno alla Soglia) fa costruire il forno di San Giorgio a Premana. Sarà l'ultimo a spegnere i fuochi e uno dei forni più longevi (quasi 300 anni).
-
«Gli scrittori della fine del 1500 descrivono le notti valsassinesi illuminate dalle fiamme degli altiforni» PIETRO PENSA, Il ferro della Valsassina e del Lecchese
-
Nel 1600 forni fusori attivi in Valsassina erano sei ed erano in grado di produrre ogni giorno dieci tonnellate di ghisa. In Alta Val Varrone è testimoniata la presenza del forno della Soglia presso l'Alpe Forni (documentato fin dal 1253); quello a Giabio, chiamato "Forno di San Giorgio", uno al ponte di Premana, uno a monte del ponte di Bonomo ("Forno Bellati"), quello all'imbocco della Val Marcia e uno a Cremogn" nel comune di Casargo.
-
Dopo la Guerra di Successione Spagnola, il Ducato di Milano, prima sotto il controllo della Spagna, passa sotto il dominio degli Asburgo d'Austria.
In Valsassina funzionano ancora sei forni; l’esercizio di ciascuno (addetti + minatori + carbonai + cavallanti) dà lavoro a più di 200 persone. L'amministrazione austriaca cerca di regolamentare lo sfruttamento minerario e boschivo. I regni di Maria Teresa e del figlio Giuseppe II tenteranno invano di sostenere l'industria mineraria. -
L'illuminata politica asburgica promosse miglioramenti alle tecnologie di lavorazione e la stessa ricerca di minerale; migliora la rete viaria per un più agile accesso agli impianti e tutela le risorse forestali.
Nonostante questi interventi, l'attività mineraria conosce un irreversibile declino. L'insufficienza del materiale estratto, la mancanza di carbon fossile, la concorrenza interna e internazionale portano all'abbandono graduale delle attività in questa area. -
A Carlo Giuseppe Bellati vengono accordate Lire 6.000 per attivare alcune miniere a condizione che metta in costruzione un forno alla norvegese entro il 1789. IL Bellati si rende disponibile anche a istruire un "nazionale" come maestro di forno.
-
«L’inchiesta sulla siderurgia del regno del 1807 mostra bene la crisi delle attività minerarie e Metallurgiche nella valle, le prime non sono neppure citate e delle seconde si dice che vi erano attivi tre altoforni, uno a Cortenova e due a Premana» (TIZZONI, INVERNIZZI, LAMBRUGO, op.cit.)
-
A Premana cessa l'attività l'ultimo forno fusorio sul territorio Valsassinese: ultima colata del forno di San Giorgio.
-
«[...] risolto infatti il problema dell'approvvigionamento del combustibile mediante l'acquisto di numerosi boschi [...], avviata l'importazione dall'estero di rottame per la fusione in sostituzione della ghisa valsassinese, Carlo Badoni lascia Rancio e acquista a Castello [...] una fucina da ferro «ad uso di chioderia», una «ad uso vergella» ed una «ad uso di rame» sito Nel '78, con il fratello Antonio, fonda la "C. A. Fratelli Badoni”
-
Nel 1870 nasce e muore la Società valsassinese “La Virginia” per nuove ricerche minerarie. Nel 1880 La ditta Rubini e Scalini acquista miniere abbandonate dell’alto Varrone e ritenta escavazione (minerale trasportato fino a Bellano e poi imbarcato per Gravedona). Presto si abbandona il progetto
-
Un ultimo, vano tentativo di sfruttamento minerario dell’alto Varrone si verificò durante gli anni Trenta del Novecento, in piena autarchia fascista, con nuove ricerche e assaggi.