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Le donne sono ammesse a licei, ginnasi e università.
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Viene consentito alle donne di lavorare negli uffici pubblici, telegrafici e postali e di aprire le prime attività commerciali.
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La legge abroga l'autorizzazione maritale, che impediva alle mogli di disporre dei propri guadagni e dei propri beni personali e di iniziare un'attività commerciale senza il consenso del consorte.
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Con il decreto legislativo del 1° febbraio le maggiorenni italiane conquistano il diritto al voto.
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Il decreto n. 74 del 10 marzo prevede anche per le donne la possibilità di essere elette.
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La Costituzione sancisce la parità giuridica, stabilendo l'uguaglianza dei cittadini senza distinzione di sesso, la parità dei coniugi rispetto ai figli e tra uomo e donna sul lavoro.
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La legge n. 741 stabilisce la parità di remunerazione tra gli uomini e le donne.
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Con la legge n. 66, le donne vengono ammesse a tutti i pubblici uffici e nella magistratura (ma non in Polizia, Guardia di Finanza e Forze armate).
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La legge n. 898 sul divorzio, confermata dal referendum del 12 maggio 1974, consente alle donne di lasciare il coniuge.
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La riforma del diritto di famiglia riconosce alla donna una condizione di piena parità con l'uomo all'interno della famiglia e davanti alla legge.
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La legge n. 194, confermata dal referendum del 5 agosto 1981, cancella il reato di aborto e legalizza, regolamentandola, l'interruzione volontaria di gravidanza.
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La legge n. 442 del 5 agosto cancella quanto previsto nel 1930 dal "Codice Rocco" sul matrimonio riparatore e sul delitto d'onore.
Cioè l'estinzione della pena per la violenza sessuale seguita da nozze e la pena ridotta per chi, "in stato d'ira", uccideva moglie, figlia o sorella per "illegittima relazione carnale". -
Sulla scia della legge sullo stalking (2009), viene varata la legge n. 119 contro il femminicidio e la violenza sulle donne.