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La Prima Guerra M (88-85 a.C.) fu uno scontro tra Roma e il re Mitridate VI del Ponto. Scatenata dal massacro dei "Vespri Asiatici", in cui migliaia di cittadini romani furono uccisi, la guerra fu guidata per Roma dal console Lucio Cornelio Silla. Nonostante la sua inferiorità numerica, Silla ottenne decisive vittorie in Grecia nelle battaglie di Cheronea e Orcomeno. Il conflitto si concluse con il Trattato di Dardano, che costrinse Mitridate a cedere le sue conquiste e pagare un'indennità.
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Seconda Guerra Mitridatica (83-81 a.C.) fu uno scontro non autorizzato iniziato dal comandante romano Lucio Licinio Murena, lasciato in Asia da Silla. Murena, desideroso di gloria, invase il Ponto, violando il trattato di pace. Mitridate rispose sconfiggendo Murena nella battaglia del fiume Halys. La guerra si concluse solo con l'ordine di Silla di porre fine alle ostilità. La sconfitta romana dimostrò che Mitridate era ancora una minaccia, preparando il terreno per la terza e decisiva guerra.
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La Terza Guerra Mitridatica (74-63 a.C.) fu la definitiva resa dei conti tra Roma e Mitridate VI. Iniziata dopo che Mitridate invase la Bitinia, vide le vittorie di Lucullo e la successiva leadership di Pompeo Magno. Con la battaglia del Lico, Pompeo sconfisse definitivamente Mitridate, che si suicidò. La guerra portò all'annessione del Ponto e alla riorganizzazione dell'Oriente, consolidando il potere di Pompeo e l'influenza di Roma.