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I. Racconto di Dionigi di Alicarnasso (Storico Greco, Fine I sec. a.C.):
Protagonista: Enotro, un Arcado, nato nel 1700 a.C. (secondo Dionigi).
Azione: Giunse sulle coste del Tirreno in Italia.
Risultato: Fondò centri abitati e la regione fu chiamata Enotria.
Caratteristiche del Racconto:
Strutturato secondo schemi tipici dell'etnografia antica.
Attribuiva lo sviluppo di una regione all'opera esclusiva di un unico personaggio dai tratti mitici. -
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Necropoli Etrusche:
Estensione: Tra le più estese del mondo antico.
Organizzazione: Vere e proprie abitazioni sotterranee in pietra o scavate nel tufo.
Evoluzione dei Tipi di Tombe:
VIII secolo a.C.: Alle tombe a pozzo si affiancano quelle a fossa (per l'inumazione).
Periodo Tardo (Ellenistico): Due concezioni di tomba:
Riproduzione della casa signorile.
Privilegio dell'aspetto esterno del sepolcro. -
Periodo: Nell'VIII secolo a.C.
Caratteristica: Inizia ad affermarsi una cultura simile a quella dell'Etruria e del Lazio.
Struttura Sociale: Presenza di una ristretta élite che si distingue dal resto della società. -
Le trasformazioni dell'Italia centrale
I. Intervento Sabino a Roma:
Periodo: Tra l'VIII e il V secolo a.C.
Evento: I Sabini si intromettono nella Roma dei Latini -
Data canonica: Fissata al 753 a.C. da Varrone nel I secolo a.C.
Inautenticità del Fondatore: Se la data è una ricostruzione, è poco plausibile che il fondatore (Romolo) e l'atto di fondazione siano stati tramandati autenticamente.
Uso Politico della Leggenda di Romolo:
Esempio: La data fornita da Timeo (814/13 a.C.) creava un sincronismo con la fondazione di Cartagine (con finalità politica). -
Secondo la tradizione romana, il regno di Romolo iniziò nel 753 a.C., l'anno leggendario della fondazione di Roma, e terminò nel 716 a.C..
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La Tesi di Andrea Carandini (Riaffermazione della Tradizione Letteraria):
Fondamento della Teoria: Interpretazione dello scavo condotto dal 1985 alle pendici settentrionali del Palatino.
Scoperta: Un tratto di muro lungo circa 12 metri.
Datazione: Tra 750 e 732-720 a.C.
Contestazione: Probabilmente non sono mura urbane di una città-Stato compiuta.
Conseguenza: Non era ancora sviluppata una chiara distinzione tra "città dei vivi" e "città dei morti" -
Numa Pompilio, di origine sabina, è ricordato principalmente per aver dato a Roma un assetto religioso e giuridico. A differenza del regno militare di Romolo, il suo fu un periodo di pace. A lui si attribuiscono diverse riforme e istituzioni religiose, tra cui:
* L'istituzione del collegio dei pontefici e delle vestali.
* La creazione del primo calendario romano, basato su 12 mesi lunari.
* L'organizzazione dei mestieri in corporazioni. -
Tarquinia diventa uno dei centri artigianali del Mediterraneo.
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Secondo la tradizione, Tullo Ostilio fu il terzo re di Roma e regnò dal 673 a.C. al 641 a.C.. Il suo regno, a differenza di quello del suo predecessore Numa Pompilio, fu caratterizzato da una politica guerriera, che portò alla distruzione di Alba Longa e all'espansione del potere di Roma.
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Il suo regno si distinse per un equilibrio tra guerra e pace: Riforme religiose e A lui si attribuisce la definizione dei riti dei feziali, sacerdoti incaricati di dichiarare guerra in modo "giusto" militare e territoriale: Condusse diverse campagne militari contro le città latine, come Politorio, Ficana e Fondazione di Ostia Ponte Sublicio
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l suo regno è noto per aver avviato un'importante fase di sviluppo urbanistico e istituzionale, segnando il passaggio a una monarchia più autoritaria rispetto ai suoi predecessori.
Opere pubbliche monumentali: A lui si attribuisce la costruzione di edifici come il Circo Massimo, e l'avvio dei lavori per il Tempio di Giove Ottimo Massimo sul Campidoglio. Promosse anche la bonifica dell'area del Foro Romano con la costruzione della Cloaca Massima, il sistema fognario della città. -
Riforma Serviana riorganizzazione della società romana basata sul censo, ovvero sulla ricchezza. Questo censimento divise i cittadini in classi sociali e centurie, che avevano diversi doveri militari e diritti di voto. diede vita ai comizi centuriati, un'assemblea popolare che votava leggi ed eleggeva magistrati, e cambiò la struttura politica e militare di Roma, spostando il potere dai clan di origine (gentes) alla ricchezza.
Mura Serviane i costruire il Tempio di Diana sull'Aventino, -
l suo soprannome, "il Superbo", riflette perfettamente il suo regno, che fu un periodo di tirannide e brutalità, in netto contrasto con i suoi predecessori. Regno tirannico: Tarquinio salì al trono attraverso l'assassinio del suo predecessore, Servio Tullio. Regnò senza il consenso del Senato o del popolo, eliminando gli oppositori Tempio di Giove Ottimo Massimo sul Campidoglio , il più grande e importante santuario di Roma, e completò la Cloaca Massima, il sistema fognario della città.
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Espansione e Declino:
Prima Battuta d'Arresto:
Attorno al 530 a.C.
Evento: Battaglia navale contro i Focei (dalla colonia greca di Focea).
Esito: Nessun chiaro vincitore.
Eventi Decisivi per la Decadenza:
Presa di Veio (una delle 12 città) da parte dei Romani nel 396 a.C.
Perdita dei possedimenti nella Val Padana, caduti in mano ai Celti. -
Data Tradizionale: 510 a.C. (o 509 a.C. per il primo anno della Repubblica secondo Varrone).
Parallelismo con Atene: Il 510 a.C. è anche l'anno della cacciata del tiranno Ippia da Atene (della famiglia dei Pisistratidi).
Sospetto: È legittimo il sospetto che la cronologia della caduta di Tarquinio il Superbo sia stata "adattata" per creare un parallelismo con un evento significativo della storia greca. -
La Provocatio ad Populum fu istituita nel 509 a.C., l'anno della fondazione della Repubblica Romana. Questa legge, attribuita al console Publio Valerio Publicola, era un diritto fondamentale che permetteva a ogni cittadino romano condannato a morte o a una pena corporale di appellarsi all'assemblea del popolo (i comizi centuriati o i comizi tributi).
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Evento Scatenante:
Sesto Tarquinio violenta Lucrezia dopo essere stato respinto.
Lucrezia racconta il misfatto al padre, al marito e agli amici prima di suicidarsi.
Conseguenza Immediata:
Scoppia una rivolta che porta alla caduta della monarchia nel 510 a.C.Tentativo di Restaurazione Monarchica (509 a.C.):
Porsenna, re della città etrusca di Chiusi, tenta di restaurare il potere di Tarquinio su Roma.
Il tentativo viene sventato grazie all'eroismo della neonata repubblica. -
Crescita della Potenza Romana (Il Secolo dei Tarquini): Periodo: Il secolo tra l'ascesa di Tarquinio Prisco e la cacciata di Tarquinio il Superbo (circa 107 anni). Riscontro Storico: Un documento eccezionale del 508 a.C., il primo trattato fra Roma e Cartagine, conferma questa crescita.
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Fine della Lega Campana: Travolta dai Sanniti nel V secolo a.C.
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La battaglia del Lago Regillo, avvenuta intorno al 496 a.C., fu combattuta per fermare l'ultimo tentativo di restaurare la monarchia a Roma.Il conflitto scoppiò perché Tarquinio il Superbo, l'ultimo re di Roma, deposto nel 509 a.C., si alleò con la Lega Latina, un'alleanza di città latine. Il suo obiettivo era riconquistare il trono romano, e i Latini lo sostenevano per indebolire la crescente potenza di Roma.
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fu scatenata dalla grave crisi economica e dall'oppressione subita dai plebei, a causa del problema dei debiti (nexum). I plebei che non riuscivano a ripagare i debiti potevano essere ridotti in schiavitù dai loro creditori, che erano patrizi protesta, la plebe si ritirò in massa fuori dalle mura di Roma,il Monte Sacro. Questo gesto, che privava la città della sua forza lavoro e militare, costrinse i patrizi a negoziare.
L'esito della secessione fu la creazione dei Tribuni della plebe -
Stipulazione: Il trattato fu siglato nel 493 a.C. dal console Spurio Cassio, da cui prende il nome di Foedus Cassianum (Trattato Cassiano).
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Roma strinse un'alleanza con gli Ernici, un popolo stanziato a sud-est della città.
Questo patto fu un'estensione del già esistente Foedus Cassianum, l'alleanza che Roma aveva stipulato con i Latini. L'obiettivo principale di questa triplice alleanza era creare un fronte comune e rafforzare la difesa contro le incursioni dei popoli montani, in particolare gli Equi e i Volsci. L'accordo cementò la posizione di Roma nel Lazio e fu una mossa strategica per la sua sicurezza. -
Nel 486 a.C., durante il suo terzo consolato, Spurio Cassio propose la sua famosa legge agraria (lex agraria).che prevedeva la distribuzione di parte dell'agro pubblico, ovvero le terre conquistate in guerra, ai cittadini più poveri, sia plebei che latini alleati. Cassio fu portato in giudizio dai patrizi. Nonostante il suo passato illustre e la sua popolarità, fu condannato. sull'accusa di aver cercato di stabilire una tirannide. Fu giustiziato, probabilmente gettato dalla Rupe Tarpea.
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La prima Guerra Veiente (483-474 a.C.) fu il primo grande conflitto tra Roma e la potente città etrusca di Veio per il controllo del territorio a nord del Tevere.La guerra è celebre per la tragica sconfitta della gens Fabia. Nel 477 a.C., l'intero clan dei Fabii, che aveva preso su di sé l'onere del conflitto, fu annientato in un'imboscata presso il fiume Cremera.
Nonostante la perdita per i Romani, la guerra si concluse con un armistizio,, ma con Veio che rimaneva una pericolosa rivale. -
erano le assemblee politiche della plebe nell'antica Roma formate esclusivamente da cittadini plebei, che si riunivano per tribù
Le loro funzioni principali erano: Eleggevano i magistrati della plebe, in particolare i tribuni della plebe e gli edili plebei, figure cruciali per la difesa dei diritti della plebe. Votavano I plebisciti. Inizialmente, queste delibere valevano solo per i plebei, ma POI con la Lex Hortensia del 287 a.C., i plebisciti furono legge per tutti i cittadini romani -
Argomenti a Favore di una Datazione Posteriore (circa 470-450 a.C.)
Interruzione Contatti Culturali con l'Etruria: La documentazione archeologica proveniente da Roma per i decenni intorno al 470-450 a.C. mostra un'interruzione dei contatti culturali con l'Etruria.
Correlazione con la Caduta dei Tarquini: Questa interruzione è vista come un'evidenza che potrebbe essere ricollegata alla caduta dei Tarquini e, quindi, alla nascita della Repubblica in quel periodo. -
Nel 460 a.C., Appio Erdonio, un sabino, guidò una rivolta e riuscì a impadronirsi del Campidoglio.Con un manipolo di esuli e schiavi, Erdonio assaltò e occupò di sorpresa , lanciando un appello ai plebei affinché si unissero a lui . I consoli e il popolo romano, reagirono rapidamente. Dopo giorni di assedio, un esercito romano riuscì a riconquistare il colle.lo stesso Appio Erdonio fu ucciso evidenziò la fragilità della neonata Repubblica e il rischio di conflitti sia esterni che interni.
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Il decemvirato del 450 a.C. fu il secondo di due collegi di dieci uomini (decemviri) incaricati di redigere un codice di leggi scritte.
Guidato dal patrizio Appio Claudio, questo decemvirato completò l'opera iniziata l'anno precedente, aggiungendo due nuove tavole di leggi e creando così la Legge delle XII Tavole, il primo codice di leggi scritte di Roma. -
Il Plebiscito Canuleio (o Lex Canuleia) fu una legge proposta e approvata nel 445 a.C., su iniziativa del tribuno della plebe Caio Canuleio. Questa legge fu un'importante conquista per la plebe, in quanto abolì il divieto di matrimonio tra patrizi e plebei. Precedentemente, le unioni tra i due ordini sociali erano considerate illegali, una restrizione che manteneva la distinzione tra le classi e impediva ai plebei di inserirsi nell'aristocrazia.
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Una delle spiegazioni più lineari suggerisce che, nel periodo 444-367 a.C., i consoli non furono sostituiti, ma affiancati dai tribuni consolari.
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Un ricco plebeo, intervenne distribuendo a proprie spese grano ai poveri.
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La Seconda Guerra Veiente (437-426 a.C.) fu un conflitto tra Roma e la potente città etrusca di Veio, scoppiato per il controllo del territorio a nord del Tevere. Furono scontri intermittenti, l'episodio più noto fu l'intervento del dittatore romano Mamercus Aemilius Mamercinus, che nel 435 a.C. sconfisse la città alleata di Veio, Fidene. La guerra si concluse con la vittoria di Roma, , anche se Veio rimase una minaccia per decenni, preparando il terreno per il conflitto finale.
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Una delle vittorie romane più celebri contro gli eserciti di Equi e Volsci La battaglia avvenne al Monte Algido, dove un esercito romano era stato accerchiato. Per salvare la situazione, il Senato nominò Lucio Quinzio Cincinnato come dittatore un semplice agricoltore, accettò l'incarico, reclutò un nuovo esercito, sconfisse gli Equi e liberò i Romani assediati in soli 16 giorni. Dopo la vittoria, depose il suo potere e tornò ai suoi campi, diventando un simbolo della virtù civica romana.
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fu il conflitto decisivo tra Roma e la sua storica rivale etrusca, Veio.celebre per il lungo assedio decennale della città, una campagna militare che si concluse con la sua caduta. La vittoria romana fu ottenuta dal dittatore Marco Furio Camillo, che fece scavare un cuniculus per far entrare i soldati nel cuore della città e conquistarla. La distruzione di Veio eliminò la principale minaccia di Roma nella regione, rendendola la potenza dominante del Lazio.
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Fine della Lega Padana: Travolta dall'invasione gallica del secolo successivo (IV secolo a.C.).
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L'elezione dei primi tribuni della plebe avvenne nel 494 a.C.,subito dopo la Prima Secessione della plebe.Questo evento fu la conclusione delle negoziazioni che seguirono la protesta dei plebei, che si erano ritirati sul Monte Sacro. La loro elezione, all'interno dei Concilia Plebis, fu una vittoria fondamentale: i tribuni della plebe divennero magistrati inviolabili (sacrosancti) con il potere di veto (intercessio) contro le decisioni dei patrizi che fossero ritenute dannose per la plebe.
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un'orda di Galli Senoni, guidati dal loro capo Brenno, sconfisse l'esercito romano nella battaglia del fiume Allia. entrarono e saccheggiarono gran parte della città, ma non riuscirono a conquistare il Campidoglio, Per liberarsi definitivamente, i Romani dovettero pagare un riscatto in oro, in cui si narra che Brenno pronunciò la celebre frase: (Guai ai vinti!). L'evento fu un trauma per i Romani, ma li spinse a rafforzare la loro politica militare per prevenire future minacce.
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Dopo la conquista e la distruzione di Veio nel 396 a.C., Roma si ritrovò con un vasto e fertile territorio, l'ager Veientanus, da gestire.La distribuzione di queste terre fu una mossa politica cruciale. A differenza del passato, in cui le terre pubbliche finivano quasi esclusivamente nelle mani dei patrizi, gran parte del territorio di Veio fu distribuita in lotti individuali ai plebei.
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Nel 381 a.C., dopo essere stata conquistata da Roma, la città di Tuscolo divenne il primo municipium, un'istituzione politica fondamentale per la successiva espansione romana in Italia.
Caratteristiche del primo municipium
A differenza delle città distrutte o schiavizzate, Tuscolo ottenne un trattamento unico:
Cittadinanza senza diritto di voto: I suoi abitanti ricevettero la cittadinanza romana (civitas sine suffragio). A Tuscolo fu permesso di mantenere le proprie istituzioni -
Le Leggi Licinie Sestie, approvate nel 367 a.C., furono un insieme di leggi proposte dai tribuni della plebe Licinio Stolone e Sestio Laterano.segnò una svolta epocale:La legge più importante stabiliva che uno dei due consoli doveva essere obbligatoriamente plebeo, Le altre leggi affrontavano i problemi economici della plebe, riducendo i debiti e ponendo un limite massimo al possesso dell'ager publicus.Fu una vittoria decisiva per la plebe nella sua lotta per l'uguaglianza politica.
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Nel 367 a.C., in un momento di grande tensione per l'approvazione delle Leggi Licinie Sestie, i patrizi nominarono Marco Furio Camillo dittatore per bloccarne l'approvazione. Tuttavia, Camillo agì da mediatore. Nonostante la sua origine patrizia, comprese la necessità di un compromesso. Sotto la sua dittatura, le leggi furono approvate, garantendo l'accesso dei plebei al consolato. Questo evento segnò la fine di una lunga fase di conflitto sociale.
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La creazione del pretore e degli edili curuli avvenne nel 367 a.C. come parte di un compromesso successivo all'approvazione delle Leggi Licinie Sestie.
I patrizi, pur avendo concesso l'accesso al consolato, crearono queste nuove cariche, inizialmente riservate a loro. Il pretore ottenne le importanti funzioni giurisdizionali, mentre gli edili curuli si occuparono della manutenzione urbana e dei giochi. In questo modo, i patrizi mantennero il controllo su aree chiave dello Stato. -
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La Lega, con a capo Taranto,però, fu impegnata a fronteggiare le mire del tiranno di Siracusa, Dionisio, e non riuscì a impedire l'avanzata né dei Lucani né dei Bruzi. Nel 360 a.C., la Lega si disgregò, costringendo le singole città a cercare soluzioni autonome.
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Volsci furono costretti a cedere la pianura Pontina e gli Ernici parte dei loro territo
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Disgiunzione Enea/Roma (metà IV sec. a.C.): Si inizia a separare Enea dalla fondazione di Roma per far spazio a un eroe romano dalla tradizione indigena: Romolo.
Dionigi e Lavinio: Dionigi attribuisce a Enea la fondazione di Lavinio. -
Nel 342 a.C., Taranto si rivolse a Sparta, che inviò il suo re Archidamo III; tuttavia, questi perse la vita nel 338 a.C
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i Sanniti attaccarono la città di Teano, abitata dai Sidicini. Questi ultimi si rivolsero a Capua per chiedere aiuto, e Capua, a sua volta, chiese l'intervento romano.
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L'accordo riconosceva a Roma il controllo della Campania e ai Sanniti il controllo su Teano.
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L'insoddisfazione dei Campani e dei Sidicini per gli esiti della Prima Guerra Sannitica si unì alla volontà dei Latini di distaccarsi dall'alleanza con Roma e al desiderio dei Volsci di prendersi una rivincita
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Nel 334 a.C., i Tarantini fecero appello ad Alessandro il Molosso (zio di Alessandro Magno), ma i rapporti con Taranto si deteriorarono in seguito, e il Molosso morì in battagli
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una abolì la schiavitù per debiti (nexum).Nel 326 a.C. (secondo Livio) o nel 313 a.C. (secondo Varrone)
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Un evento significativo fu la proroga del comando di Publio Filone nel 326 a.C. con il titolo di proconsul, rappresentando il primo caso di proroga dell'imperium su decisione del Senato.
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La fondazione di colonie di diritto latino a Cales e Fregelle, in un'area che i Sanniti consideravano di loro pertinenza, provocò una nuova crisi tra Roma e i Sanniti. La causa concreta della Seconda Guerra Sannitica (326 – 304 a.C.) si individua a Napoli, dove le masse popolari erano favorevoli ai Sanniti, mentre le classi più agiate nutrivano sentimenti filo-romani.
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Gli eserciti romani furono circondati al passo delle Forche Caudine e costretti alla resa. Non è chiaro se fu siglata una vera e propria pace formale o solo una tregua momentanea.
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Appio Claudio Cieco, assicurava le comunicazioni tra Roma e Capua e connetteva alcune tribù di recente creazione
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La pace del 304 a.C. portò al rinnovo del trattato di alleanza tra Roma e i Sanniti del 354 a.C., ma Roma tornò definitivamente in possesso di Fregelle e Cales.
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i Romani strinsero nel 303 A.C. un patto con Taranto in cui si impegnavano a non oltrepassare Crotone con le loro navi, riconoscendo implicitamente la sfera d'influenza tarantina.
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Nel 300 a.C., un plebiscito Ogulnio consentì ai plebei l'ingresso nei due importanti collegi sacerdotali dei pontefici e degli àuguri.
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Nel 298 a.C., i Sanniti attaccarono alcune comunità della Lucania, e Roma intervenne. Tuttavia, alcune città lucane si schierarono con i Sanniti, complicando il quadro. A nord, il comandante supremo dei Sanniti, Gellio Egnazio, riuscì a formare una vasta coalizione antiromana che comprendeva anche Etruschi, Galli e Umbri.
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I consoli romani Quinto Fabio Rulliano e Publio Decio Mure riuscirono a prevalere su Sanniti e Galli
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A nord, Umbri ed Etruschi furono costretti a concludere trattati che li legavano a Roma già nel 294 a.C.
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Fine della Resistenza Sannitica: L'ultimo esercito sannita venne massacrato dai Romani ad Aquilonia nel 293 a.C. I Sanniti furono così costretti a chiedere la pace nel 290 a.C., sottomettendosi all'egemonia romana.
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il plebeo Quinto Ortensio fu nominato dittatore. Egli propose e fece approvare un provvedimento cruciale: la Legge Ortensia.
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Un decennio più tardi, nel 283 a.C., un nuovo tentativo dei Galli, alleati di alcune città etrusche, di penetrare il territorio romano fu bloccato nella decisiva battaglia del Lago Vadimonio.
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Nel 282 a.C., Turi, una città greca sulle coste calabresi del Golfo di Taranto, minacciata dai Lucani, chiese aiuto a Roma
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Nonostante la superiorità numerica romana, i Romani subirono una sanguinosa sconfitta a Eraclea, in Lucania, dovuta principalmente al devastante effetto psicologico che gli elefanti ebbero sui soldati romani. La battaglia costò tuttavia gravissime perdite anche all'esercito epirota
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Pirro, dopo aver rafforzato il suo esercito reclutando mercenari, mosse verso le colonie latine di Venosa e Luceria. Nel 279 a.C., ottenne la vittoria nella Battaglia di Ascoli Satriano, ma le sue perdite furono ancora gravissime (da cui il concetto di "vittoria di Pirro").
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Le forze romane, sotto il comando del console Manio Curio Dentato, nel 275 a.C. misero in fuga le truppe di Pirro a Benevento (originariamente chiamata Maleventum, poi ribattezzata Beneventum in seguito alla vittoria romana)
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II. Primi Tentativi Storiografici (dal IV sec. a.C.):
Contesto: Emergere dell'espansionismo romano in Italia meridionale stimola la riorganizzazione delle informazioni.
Prima opera in Latino: Poema epico di Cneo Nevio sulla Prima Guerra Punica (fine III sec. a.C.).
Annali: Quinto Ennio narra la storia romana fino ai suoi giorni (18 libri).
Cneo Nevio, poeta e drammaturgo romano, nacque tra il 275 e il 270 a.C. e morì intorno al 201 a.C. -
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Vistisi circondati, i Piceni tentarono una guerra contro Roma nel 269 a.C., ma furono costretti alla resa. In parte vennero deportati, in parte ricevettero la civitas sine suffragio.
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su richiesta degli aristocratici locali: la città venne presa, distrutta e rifondata. Questo episodio illustra il pesante intervento di Roma negli affari interni di una città alleata e lo speciale rapporto che legava la potenza egemone alle élite dirigenti locali.
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La controffensiva romana colpì le città dell'Etruria meridionale, poi raggiunse l'Etruria settentrionale e la vicina Umbria. Nel 264 a.C., tutte le comunità dell'Etruria e dell'Umbria erano ormai nella condizione di socii di Roma, ad eccezione di Cere, cui fu concessa la civitas sine suffragio.
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Lo sforzo fu ripagato nel 260 a.C. da una clamorosa vittoria del console Gaio Duilio sulla flotta cartaginese nelle acque di Milazzo. La vittoria fu attribuita soprattutto all'uso dei corvi, ponti mobili muniti di gancio che consentivano ai soldati romani di abbordare le navi nemiche e trasformare la battaglia navale in uno scontro terrestre, annullando la superiorità navale cartaginese.
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Il console Marco Atilio Regolo sconfisse l'esercito cartaginese in battaglia campale e riuscì a conquistare la città di Tunisi, dove si accampò per l'inverno.
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Il console Marco Atilio Regolo sconfisse l'esercito cartaginese in battaglia campale e riuscì a conquistare la città di Tunisi, dove si accampò per l'inverno.
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249 a.C., la flotta romana al comando del console Publio Claudio Pulcro fu sconfitta nella battaglia navale di Trapani.
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destinata a diventare il punto di arrivo della Via Appia e un porto chiave per l'imbarco verso il Mediterraneo orientale.
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La Prima Guerra Punica si concluse così nel 241 a.C. con una netta vittoria romana, che segnò l'inizio del dominio di Roma sulla Sicilia e l'inizio del suo status di potenza marittima nel Mediterraneo.
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Annali: Quinto Ennio narra la storia romana fino ai suoi giorni (18 libri).Quinto Ennio nacque nel 239 a.C. e morì nel 169 a.C. È considerato il padre della letteratura latina e fu autore degli Annales, un poema epico che narrava la storia di Roma.
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Approfittando del declino dell'Epiro (attuale Albania meridionale e Grecia nord-occidentale), il regno di Illiria aveva esteso la sua influenza verso sud, sulla costa dalmata. Le scorrerie dei pirati illiri arrecavano danni considerevoli alle città greche e ai numerosi mercanti italici. Il Senato romano inviò energiche proteste alla regina degli Illiri, Teuta. Di fronte al rifiuto della regina e all'assassinio di un ambasciatore romano, Roma decise di dichiarare guerra
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Da questo momento in poi, il termine "provincia" assunse il significato più specifico di territorio soggetto all'autorità di un magistrato romano, il governatore provinciale. Quest'ultimo era assistito da un questore, che lo aiutava in materia di finanze, e da alcuni legati, che collaboravano nell'amministrazione della giustizia.
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Per contenere l'espansione cartaginese e prevenire un conflitto, nel 226 a.C. fu stretto un trattato tra Roma e Cartagine. Secondo questo accordo, gli eserciti cartaginesi non potevano oltrepassare a nord il fiume Ebro.
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La legge Flaminia destò l'allarme dei Galli Boi (stanziati nell'attuale area di Bologna) e degli Insubri (nella regione di Milano). Questi ottennero l'appoggio di truppe provenienti dalla Transalpina, i Gesati, mentre i Galli Cenomani (del territorio bresciano e veronese) e i Veneti preferirono schierarsi con Roma. L'invasione gallica percorse i passi appenninici tra l'Emilia e la Toscana. Nel 225 a.C., i Galli vennero annientati a Telamone
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Conquista e Consolidamento: La campagna per la conquista della Gallia Cisalpina fu animata nel 223 a.C. da Flaminio e fu coronata l'anno seguente dalla conquista di Mediolanum (Milano) da parte dei nuovi consoli Marco Claudio Marcello e Gneo Cornelio Scipione
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Nel 220 a.C., la Via Flaminia, da Roma a Rimini, voluta da Gaio Flaminio, divenne la principale via di comunicazione tra Roma e l'Italia settentrionale.
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Annibale partì nella primavera del 218 a.C. e, con una mossa audace e inaspettata, riuscì ad evitare lo scontro con l'esercito romano guidato dal console Publio Cornelio Scipione (che era stato inviato in Spagna per intercettarlo). Attraversò le Alpi, subendo gravi perdite in uomini ed elefanti, ma guadagnando l'immediato sostegno dei Galli Boi e Insubri
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Il primo grande scontro si ebbe sul fiume Trebbia, dove Annibale sconfisse gli eserciti congiunti di Scipione e del suo collega nel consolato Tiberio Sempronio Longo.
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Piacenza e Cremona nel 218 a.C
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La scintilla della guerra fu la questione della città iberica di Sagunto. Nonostante si trovasse a sud del fiume Ebro (e quindi nella sfera d'influenza cartaginese secondo il trattato del 226 a.C.), Sagunto era alleata di Roma. Annibale decise di sfruttare questa ambiguità a suo favore, assediando la città. I Saguntini chiesero aiuto a Roma, che inviò solo ambascerie di protesta. Roma si preparò concretamente alla guerra solo dopo che Annibale ebbe già espugnato Sagunto nel 219
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L'anno seguente, Annibale riuscì a sorprendere le truppe del console Gaio Flaminio (lo stesso della via Flaminia) al Lago Trasimeno, infliggendo ai Romani una nuova devastante sconfitta, in cui lo stesso Flaminio perse la vita.
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Nel 216 a.C., il comandante cartaginese Annibale riuscì ad annientare gli eserciti dei consoli Gaio Terenzio Varrone e Lucio Emilio Paolo nella piana di Canne, in Puglia. Fu il più riuscito esempio di manovra di accerchiamento mai compiuta da un esercito numericamente inferiore agli avversari, e rappresentò una delle più gravi disfatte militari nella storia romana.
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Nel 215 a.C., il vecchio Ierone di Siracusa morì, e gli successe il nipote Ieronimo, che decise di schierarsi dalla parte di Cartagine.
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patto di alleanza tra Annibale e Filippo V di Macedonia, le cui ambizioni nell'Adriatico meridionale trovavano ostacolo nel protettorato romano sulle città greche della costa. Questo patto segnò l'inizio delle Guerre Macedoniche, un nuovo fronte per Roma.
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L'alleanza tra Filippo V e Annibale: Dopo la devastante sconfitta romana nella battaglia di Canne (216 a.C.), Filippo V di Macedonia vide un'opportunità per espandere la sua influenza. Credendo che Roma fosse sull'orlo del tracollo, strinse un'alleanza con Annibale nel 215 a.C. L'accordo prevedeva che Filippo avrebbe aiutato Annibale in Italia e, in cambio, Annibale avrebbe sostenuto le ambizioni macedoni in Illiria e in Grecia.
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Riconquiste chiave: Nel 212 a.C., anche Taranto si schierò dalla parte dei Cartaginesi, ma un piccolo presidio romano continuò a occupare la cittadella, impedendo ad Annibale di ottenere rinforzi dal porto.
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le forze romane, al comando di Marco Claudio Marcello, riuscirono a conquistare Siracusa dopo un lungo assedio (durante il quale morì Archimede). Un esercito cartaginese, sbarcato ad Agrigento, fu decimato da un'epidemia, ponendo fine alle speranze puniche nell'isola.
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Nel 211 a.C., l'importante città di Capua (alleata di Annibale dopo Canne) venne riconquistata dai Romani.
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Nel 211 a.C., tuttavia, i due fratelli vennero sconfitti e uccisi. I Romani riuscirono comunque a ritirarsi e a difendere la Spagna settentrionale.
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Scipione diede prova delle sue capacità già nel 209 a.C., riuscendo a impadronirsi di Nuova Cartagine (l'odierna Cartagena), la principale base cartaginese in Spagna.
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sconfisse il fratello di Annibale, Asdrubale, nella battaglia di Baecula (208 a.C.
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La spedizione di Asdrubale fu affrontata dagli eserciti dei consoli Marco Livio Salinatore e Gaio Claudio Nerone e distrutta nella decisiva Battaglia del Metauro nel 207 a.C. Asdrubale stesso cadde in battaglia. La sua testa fu poi gettata nell'accampamento di Annibale, che comprese la fine delle sue speranze di rinforzi.
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Scipione continuò la sua azione in Spagna, sconfiggendo gli eserciti cartaginesi nella battaglia di Ilipa nel 206 a.C., consolidando il dominio romano sulla penisola iberica.
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Quando gli Etoli intendevano rinunciare alla lotta, Roma si affrettò a concludere nel 205 a.C. una pace (Pace di Fenice) che lasciava immutato il quadro territoriale, rimandando lo scontro con la Macedonia.
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Lo sbarco in Africa avvenne nel 204 a.C. L'anno seguente, Scipione e Massinissa colsero un'importante vittoria nella battaglia dei Campi Magni, 130 km a est di Cartagine, sconfiggendo gli eserciti cartaginesi e del loro alleato Siface (altro re numida).
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Lo scontro decisivo avvenne nel 202 a.C. nei pressi di Zama. L'accortezza tattica di Scipione, che riuscì a neutralizzare gli elefanti di Annibale, e la fondamentale cavalleria numida di Massinissa diedero la vittoria ai Romani.
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Il trattato di pace, concluso nel 201 a.C., impose a Cartagine condizioni estremamente dure:
Consegna di tutta la flotta cartaginese, tranne 10 navi.
Pagamento di una fortissima indennità di guerra.
Consegna di tutti i prigionieri di guerra. -
La sua opera, le Storie, si proponeva di essere una storia universale con il filo conduttore dell'ascesa di Roma a potenza egemone. Copre il periodo dal 264 a.C. (inizio della Prima Guerra Punica) al 146 a.C. (distruzione di Cartagine e Corinto).
Dei 40 libri originali, si conservano integralmente solo i primi 5, che trattano la Prima Guerra Punica, le vicende di Roma, Cartagine e degli stati ellenistici tra le due guerre puniche e gli anni iniziali della Seconda Guerra Punica, fino al 216 a.C. -
La causa immediata della Seconda Guerra Macedonica fu l'attivismo di Filippo V nell'area dell'Egeo e delle coste dell'Asia Minore. Le tensioni sfociarono nel 201 a.C. in guerra aperta.
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Antioco III, approfittando della debolezza di Egitto e Macedonia, cercò di espandere la sua influenza nell'Asia Minore occidentale, reclamando anche territori in Tracia. Questa espansione minacciava gli interessi delle città greche libere della costa (come Lampsaco e Smirne), che chiesero aiuto a Roma. Roma, sostenuta dal re di Pergamo Eumene II, intervenne diplomaticamente, ma Antioco respinse le proteste romane, riaffermando le sue pretese.
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Organizzazione e Amministrazione Iniziale
197 a.C.: Vengono istituite due nuove province:
Spagna Citeriore (a nord)
Spagna Ulteriore (a sud)
Erano governate da due pretori.
Il confine approssimativo era all'altezza di Nova Carthago. -
Alla fine del 198 a.C., Filippo decise di intavolare una serie di trattative di pace, ma queste furono interrotte da Flaminino e dai suoi alleati politici in Senato, che miravano a una vittoria decisiva. In seguito, l'esercito di Filippo V venne annientato nella decisiva battaglia di Cinocefale in Tessaglia, nel 197 a.C.
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Riforme di Annibale (196 a.C.): Annibale, eletto massimo magistrato, tentò riforme democratiche per limitare il potere dell'aristocrazia. I suoi oppositori lo denunciarono a Roma, accusandolo di alleanza con Antioco III. Annibale fuggì in Oriente.
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Marco Porcio Catone (195 a.C.): Inviato come console, procedette a una sottomissione sistematica delle tribù della valle dell'Ebro. I successi furono effimeri e richiesero un impegno continuo di truppe.
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Nonostante il consiglio di Scipione Africano di mantenere una presenza militare, il console Flaminio decise di ritirare l'esercito romano dalla Grecia, rispettando l'impegno preso ai Giochi Istmici. Questo però alimentò la propaganda anti-romana della Lega Etolica, che nel 192 a.C. invitò Antioco III a "liberare" la Grecia.
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La guerra si concluse con la Pace di Apamea nel 188 a.C., siglata dal successore di Lucio Scipione, Gneo Manlio Vulsone. I termini furono estremamente gravosi per Antioco:
Dovette pagare un'enorme indennità di guerra.
Fu costretto ad affondare quasi tutta la sua flotta, mantenendo solo 10 navi.
Dovette sgomberare tutti i territori a ovest e a nord del massiccio del Ta -
Nel 187 a.C., alcuni tribuni accusarono Lucio Cornelio Scipione (il console vincitore della guerra siriaca) di aver sottratto parte dell'indennità di guerra pagata dalla Siria. Solo il veto di un tribuno della plebe impedì una condanna nel 184 a.C. Nello stesso anno, l'attacco si rinnovò contro il fratello, il ben più famoso Publio Cornelio Scipione Africano. Scipione Africano rifiutò di difendersi e si ritirò in una sorta di esilio politico, morendo l'anno successivo.
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I devoti di Bacco erano prevalentemente membri delle classi inferiori, specialmente nel sud Italia. Il Senato romano percepì la loro organizzazione interna come una "sorta di Stato all'interno dello Stato romano", temendo che potesse minare l'ordine pubblico e la stabilità politica.
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Resistenza Ligure: Più dei Galli, opposero una accanita resistenza le tenaci tribù liguri dell'Appennino nord-occidentale e delle Alpi occidentali. La loro definitiva sottomissione avvenne con l'applicazione di mezzi spietati intorno al 180 a.C.
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Questa legge introdusse importanti regolamentazioni per le carriere politiche:
Stabilì un obbligo di età minima per ricoprire le diverse magistrature.
Impose un intervallo di un biennio tra una carica e l'altra.
Queste misure avevano lo scopo di frenare l'ascesa troppo rapida di individui carismatici e di favorire un sistema più controllato e meritocratico (secondo la visione senatoria), limitando l'accumulo di potere da parte di pochi. -
Tiberio Sempronio Gracco padre (180-178 a.C.): Governatore della Spagna Citeriore, cercò di rimuovere le ragioni delle ostilità, concludendo trattati di pace con alcune tribù celtibere.
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Premesse e Cause
Frizioni Post-Apamea: Tensione tra Roma e Filippo V di Macedonia per le ambizioni di quest'ultimo sulle città costiere della Tracia, frustrate da Roma (anche su spinta di Eumene II di Pergamo) -
Nel 168 a.C., Genzio fu sconfitto.
Perseo fu costretto alla battaglia campale a Pidna dal console romano Lucio Emilio Paolo, dove il suo esercito fu distrutto Proibizione di matrimoni tra abitanti di stati diversi. Divieto di possedere terreni o case in più di uno stato. Solo tre repubbliche potevano avere modeste forze armate per sorvegliare i Balcani. Divieto di sfruttare il legname per navi e estrarre oro e argento. tributo a Roma pari alla metà di quello precedente al re. -
Benefici per Roma: I proventi della terza guerra macedonica furono tali che dal 167 a.C. fu abolito il tributum (l'imposta sulle proprietà dei cittadini romani per finanziare la paga dei soldati), dimostrando il guadagno diretto dei cittadini romani dalla conquista dell'impero.
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La morte di Antioco IV nel 164 a.C. paralizzò il regno di Siria con contese dinastiche.
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Dopo la Seconda Guerra Punica (terminata nel 201 a.C. con la Pace di Zama), il trattato di pace impose a Cartagine una clausola severissima: non avrebbe potuto intraprendere alcuna guerra, né in Africa né fuori, senza l'approvazione di Roma. Questa clausola, di fatto, subordinava la politica estera e la difesa di Cartagine al volere romano.
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Cause del Conflitto
Violazione della Clausola (151 a.C.): Il partito della guerra a Cartagine prevalse; un esercito guidato da Asdrubale fu inviato contro Massinissa, ma venne sconfitto. Questa azione fu una palese violazione della clausola della pace del 201 a.C. (che proibiva a Cartagine di fare guerra senza il permesso di Roma) -
per giudicare il reato di concussione (poi estesa a tutti i casi di abuso di potere dei governatori provinciali).
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La quaestio perpetua de repetundis era un tribunale permanente (quaestio perpetua) istituito nella Roma repubblicana per giudicare i casi di concussione e di malversazione (in latino, repetundae o pecuniae repetundae, cioè "denaro da restituire") commessi dai magistrati e dai governatori romani (o dai loro legati e collaboratori) ai danni delle popolazioni delle province o degli alleati.
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Rivolta in Macedonia: La morte di Callicrate e i tentativi di secessione di Sparta dalla Lega Achea coincisero con una rivolta in Macedonia.
Andrisco: Si fece passare per figlio di Perseo e assunse il nome dinastico di Filippo. Riuscì a radunare forze in Tracia, riunendo le forze macedoni sotto la monarchia. -
Guerra contro i Lusitani: I conflitti si riaccesero dopo la guerra contro i Lusitani guidati da Viriato (147-139 a.C.).
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Dopo il 148 a.C.: Scongiurata la minaccia in Macedonia, il Senato romano si occupò della Lega Achea.
Roma ordinò che Sparta, Argo, Corinto e altri centri minori fossero staccati dalla Lega Achea, il che avrebbe significato la sua fine.
L'assemblea della Lega Achea decise di dichiarare guerra a Roma.
146 a.C.: Il console Lucio Mummio sconfisse l'ultimo esercito acheo.
Nello stesso anno, Corinto venne saccheggiata e distrutta. (Conclude la Guerra Acaica). -
Sotto il comando di Publio Cornelio Scipione Emiliano, la città fu saccheggiata e rasa al suolo.
Nascita della Provincia d'Africa: Il territorio cartaginese fu trasformato nella nuova provincia d'Africa, con capitale Utica, un acquisto significativo per l'agricoltura (cereali).
Fine del "Metus Hostilis": La distruzione di Cartagine segnò la fine del "timore del nemico" esterno per Roma. -
Progetto di legge per restringere l'estensione di agro pubblico occupabile.
Esito: Ritiro del progetto a causa dell'opposizione concorde dei senatori. -
Iniziò a Enna.
Un secondo focolaio si sviluppò ad Agrigento, sotto la guida dello schiavo cilicio Cleone.
Roma fu costretta a inviare tre consoli per sedarla.
Publio Rupilio fu l'ultimo console inviato e riuscì a domare l'insurrezione nel 132 a.C.
Lex Rupilia: A Publio Rupilio fu affidata la riorganizzazione amministrativa della provincia, con una serie di ordinamenti noti come Lex Rupilia. -
(introduce il voto scritto nei comizi elettorali).
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(introduce il voto scritto nei giudizi popolari).
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Episodio Emblematico (137 a.C.): Il console Caio Ostilio Mancino fu sconfitto e costretto a firmare una pace umiliante con i Numantini.
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Le sue "Storie dopo Polibio" (52 libri) coprivano il periodo 145 – 85 a.C. circa, ma sono perdute.
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Intervento di Scipione Emiliano: Il trattato fu disconosciuto dal Senato. La guerra numantina fu affidata a Scipione Emiliano, eletto per la seconda volta al consolato nel 134 a.C.
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Caduta di Numanzia (133 a.C.): La città venne conquistata e distrutta, ma l'umiliazione del 137 a.C. non fu cancellata.
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Limiti all'Occupazione di Agro Pubblico:
500 iugeri (125 ettari) per capo famiglia.
Aggiunta di 250 iugeri per ogni figlio, fino a un massimo di 1.000 iugeri (250 ettari) per famiglia. -
Fu assassinato da un gruppo di senatori e avversari politici (capeggiati da Publio Cornelio Scipione Nasica Serapione, pontefice massimo), insieme a molti suoi sostenitori, mentre cercava di ripresentare la sua candidatura al tribunato per l'anno successivo. L'accusa mossa contro di lui era quella di aspirare al potere personale (alla tirannide).
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Provincia d'Asia:
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La tradizione storiografica aristocratica ha canonicamente identificato nell’età dei Gracchi l’origine della degenerazione dello Stato romano, non più fondato sulla solidarietà civica e sul rispetto della tradizione, e l’inizio del tempo delle guerre civili. È indubbio che in tale periodo siano drammaticamente venuti a maturazione fenomeni e problemi che affondavano le loro radici negli squilibri creati dall’espansione stessa del dominio romano.
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Crisi sociale (terre, schiavi) porta ai Gracchi (133-121 a.C.).
Tiberio (133): riforma agraria, ucciso.
Gaio (123-121): riforme più ampie (grano, giustizia, cittadinanza), muore.
Conseguenza: violenza politica, polarizzazione, inizio crisi Repubblica. -
Provincia d'Asia:
La Rivolta di Aristonico iniziò nel 133 a.C., subito dopo che il re di Pergamo Attalo III aveva lasciato in eredità il suo regno ai Romani. -
Publio Rupilio fu l'ultimo console inviato e riuscì a domare l'insurrezione nel 132 a.C.
Lex Rupilia: A Publio Rupilio fu affidata la riorganizzazione amministrativa della provincia, con una serie di ordinamenti noti come Lex Rupilia. -
introduce il voto scritto nei comizi legislativi).
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Provincia d'Asia:
A nord dall'Ellesponto, al centro Lidia, parte sud-occidentale della Frigia, probabilmente porzione della Caria. -
Fulvio Flacco, membro del triumvirato agrario, console nel 125 a.C.
Proposta (125 a.C.):
Tutti gli alleati potessero ottenere la cittadinanza romana.
Oppure, almeno il diritto di appellarsi al popolo (provocatio) contro abusi dei magistrati romani.
Esito: Vastissima opposizione, Flacco preferì non insistere e ritirò la proposta. -
Baleari
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Principali Riforme e Provvedimenti:
Commissione Agraria e Colonie:
Legge Frumentaria:
Legge Giudiziaria:
Provvedimento sulle Province Consolari
Proposta per gli AlleatiPropose di concedere la cittadinanza romana ai Latini.
Propose la cittadinanza di diritto latino agli Italici.
Questo provvedimento non fu approvato. -
Gallia Meridionale (Narbonese):
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Gallia Meridionale (Narbonese):
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Dalmazia
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Il regno numidico fu conteso tra i suoi tre eredi .Giugurta assassinò uno degli eredi; Aderbale (altro erede) si rifugiò a Roma.
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Gallia Meridionale (Narbonese):
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Aderbale: parte orientale (più ricca).
Giugurta: parte occidentale (più vasta). -
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I Romani subirono una disastrosa sconfitta presso Noreia.
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Conquiste: Si impadronì del Bosforo Cimmerio, della Crimea e della Colchide.
Risentimento verso Roma: Riteneva di essere stato immotivatamente depredato da Roma (donazioni territoriali al padre, specie nella Grande Frigia, annesse alla provincia d'Asia, tolte alla morte del padre). -
Numidia di Aderbale.
Giugurta fece assassinare Romani e Italici presenti a Cirta. -
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minacciando la provincia narbonese
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Caio Mario era suo legato. Metello sconfisse ripetutamente Giugurta ma non riuscì a concludere la guerra .Pressioni da parte dei mercanti del Nord Africa.
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Dalmazia Danubiana
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Numidia orientale fu assegnata a un nipote di Massinissa, Gaufa, fratellastro di Giugurta ma fedele a Roma, la parte rimanente allo stesso Bocco; Giugurta venne giustiziato.
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per disaccordo tra i comandanti (proconsole Quinto Servilio Cepione e console Cneo Mallio Massimo).
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Riorganizzazione dell'Esercito (riforma mariana):
Legione articolata in dieci coorti (circa seicento uomini), non più in trenta manipoli.
Miglioramenti in addestramento individuale, equipaggiamento, armamento, logistica. -
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ennero a lungo in scacco sia le forze locali che quelle inviate da Roma.
Utilizzo di forme di banditismo e guerriglia.
Favoritismo della conformazione del territorio (difficile controllo).
Sottovalutazione del fenomeno da parte di Roma. -
Riforme di Saturnino (supportato da Mario):
Distribuzione di terre in Africa ai veterani di Mario.
Legge frumentaria (riduzione del prezzo politico del grano).
Lex de maiestate: Puniva la lesione dell'autorità del popolo romano da parte dei magistrati (collegio giudicante composto solo da cavalieri). -
Mario affrontò e sterminò i Teutoni
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I Cimbri vennero annientati da Mario
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Saturnino rieletto tribuno della plebe per la seconda volta.
Caio Servilio Glaucia (compagno di parte popolare) eletto pretore.
Saturnino presentò una legge agraria: assegnazioni di terre in Gallia meridionale e fondazione di colonie in Sicilia, Acaia e Macedonia.
Clausola che obbligava i senatori a giurare di osservare la legge.
Glaucia restituì le giurie permanenti per i processi di concussione ai cavalieri. -
Le sue Vite dei condottieri stranieri includono biografie importanti come quelle di Annibale e Amilcare.
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Riforme Procedurali (Legislazione):Vietò anche la formulazione di una lex satura (legge con argomenti non connessi).
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L'eredità della Cirenaica: Un esempio di questa strategia si ebbe nel 96 a.C., quando il re di Cirenaica, Tolomeo Apione, non avendo eredi, decise di lasciare il suo regno in eredità al popolo romano. Questo gesto, motivato probabilmente dalla volontà di evitare che il suo regno cadesse nelle mani di rivali tolemaici, portò alla pacifica acquisizione romana di un territorio strategicamente importante.
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istituì una commissione per verificare le richieste di cittadinanza romana ed espellere da Roma residenti italici e latini illegalmente inseriti nelle liste del censo.
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Contesto Orientale Mentre Roma affrontava la Guerra Sociale, gli scenari a est mutavano.
I Parti (dinastia degli Arsacidi) si insediarono nell'altopiano iranico, sottraendo possedimenti orientali al regno seleucide, fino a occupare Mesopotamia e Babilonia.
L'Eufrate divenne la frontiera tra Parti e Siria.
95 a.C.: I Parti imposero Tigrane, re d'Armenia, come loro vassallo. -
Appiano di Alessandria, storico greco che visse durante l'Impero Romano, è nato intorno al 95 d.C. ad Alessandria d'Egitto. Morì invece a Roma intorno al 165 d.C., all'età di circa 70 anni. Lavorò come avvocato e ricoprì la carica di procuratore imperiale in Egitto. La sua opera più importante, la Storia Romana, fu completata intorno al 160 d.C.
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un re gradito ai Romani.
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Eletto tribuno della plebe Figlio dell'omonimo Livio Druso che si era opposto a Caio Gracco. Legge agraria (distribuzione di nuovi appezzamenti). Deduzione di nuove colonie. Restituì ai senatori i tribunali per le cause di concussione. ammissione dei cavalieri in Senato. concessione della cittadinanza romana agli alleati italici. L'opposizione vasta. le sue leggi furono dichiarate nulle Druso venne assassinato. Il sentimento di ribellione degli Italici aveva raggiunto un punto di non ritorno.
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Scoppio delle ostilità: il segnale parte da Ascoli, con il massacro di un pretore romano e di tutti i Romani residenti in città.
Il console Publio Rutilio Lupo cade in battaglia; le operazioni militari sono continuate sotto la direzione di Caio Mario. -
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ottenendo l'adesione della Beozia, Sparta e del Peloponneso. Una flotta fece vela verso l'Attica
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Appena Silla apprese della notizia del suo esonero dal Comando, prese una decisione senza precedenti nella storia romana: marciò con il suo esercito su Roma. Fino a quel momento, l'esercito era considerato uno strumento dello Stato e la sua entrata armata nell'Urbe era un tabù inviolabile.
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La fase più intensa e decisiva del conflitto si estende dall' 88 a.C., con la prima marcia di Silla su Roma, fino all'82 a.C., anno della sua vittoria definitiva e della presa di potere. Anche se le ostilità ebbero una lunga premessa e si conclusero formalmente solo con il ritiro di Silla nell'81 a.C., questo arco di tempo definisce la guerra civile.
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Questo testo riassume i primi successi militari di Silla in Oriente contro Mitridate VI Eupatore.
87 a.C.: Silla sbarcò in Epiro.
Atene: Assediò, prese e saccheggiò Atene, un importante alleato di Mitridate.
Macedonia: Sconfisse nuovamente le truppe pontiche.
Asia Minore: Il consenso nei confronti di Mitridate cominciò a scemare. -
Nel 87 a.C., a Roma, la situazione politica era in fermento dopo la partenza di Silla per l'Oriente. Uno dei due consoli, Lucio Cornelio Cinna, propose di attuare la riforma che Silla aveva bloccato: l'iscrizione dei nuovi cittadini italici in tutte le 35 tribù romane, per dar loro pieno peso politico. Il Senato, dominato dalla fazione sillana, si oppose ferocemente, e Cinna fu destituito e costretto a fuggire da Roma.
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I termini del trattato furono un compromesso: Mitridate poté conservare il suo regno del Ponto, ma fu costretto a evacuare il resto dell'Asia, pagare una pesante indennità di guerra e consegnare gran parte della sua flotta. Inoltre, i regni di Bitinia (a Nicomede IV) e Cappadocia (ad Ariobarzane) furono ripristinati.
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mentre stava preparando un esercito per affrontare Silla, che stava tornando dall'Oriente, Cinna fu ucciso da una rivolta dei suoi stessi soldati a Brindisi. La sua morte gettò nel caos la fazione mariana e aprì la strada al sanguinoso sbarco di Silla in Italia l'anno seguente, che avrebbe portato a una nuova guerra civile.
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Durante il suo governo, attuò una serie di riforme volte a consolidare il suo potere e quello della sua fazione:
Riforma dei comizi: Portò a termine il piano iniziale, iscrivendo finalmente i neocittadini italici in tutte le trentacinque tribù, un atto che cambiò radicalmente l'equilibrio politico a Roma.
Crisi economica: Affrontò il problema dei debiti, diffuso dopo la Guerra Sociale e le confische sillane, riducendo l'ammontare dei debiti di ben tre quarti. -
Mitridate reagì, sconfiggendo Murena e invadendo nuovamente la Cappadocia. Fu necessario un intervento diretto e personale di Silla, che era già tornato a Roma, per ristabilire la situazione e imporre nuovamente il trattato. Questo conflitto, sebbene di portata minore, è noto come la Seconda Guerra Mitridatica.
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Dopo la pace, Silla costrinse l'esercito di Fimbria, che si era rifiutato di riconoscerlo, a giurargli fedeltà. Forte di queste nuove forze e di un immenso bottino, sbarcò a Brindisi nell'83 a.C., pronto a dare il via alla sanguinosa fase finale della guerra civile.
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Quinto Sertorio fu il principale esponente della resistenza mariana dopo la vittoria di Silla. Nell'82 a.C., assunse il ruolo di governatore della Spagna Citeriore, dove creò un vero e proprio "Stato mariano in esilio", radunando attorno a sé Romani, Italici e gran parte dei notabili delle popolazioni indigene.
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Dopo essere tornato dall'Oriente nell'83 a.C., Silla impiegò circa due anni per sconfiggere la fazione dei populares. Fu un conflitto brutale e sanguinoso che si concluse nell'82 a.C. con la battaglia di Porta Collina, fuori Roma
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Poiché nell'82 a.C. entrambi i consoli in carica erano morti, Silla trovò la giustificazione legale per prendere il potere in modo straordinario. Con l'appoggio del Senato e attraverso una legge presentata da Lucio Valerio Flacco (lex Valeria), fu nominato dittatore con l'incarico di redigere leggi e riorganizzare lo Stato.
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Silla In questa battaglia decisiva, Silla, con l'aiuto fondamentale di giovani e ambiziosi comandanti come Cneo Pompeo e Marco Licinio Crasso, riuscì a sconfiggere l'ultima resistenza nemica. La guerra civile aveva causato un numero impressionante di vittime, con una stima di oltre 100.000 morti. Un'intera popolazione, quella dei Sanniti, che si era schierata con i mariani, fu quasi annientata, e la loro cultura subì un colpo fatale.
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Nell'80 a.C., il trono fu affidato a Tolomeo XII Aulete, la cui principale preoccupazione politica divenne quella di farsi riconoscere da Roma come "re amico e alleato del popolo romano", un'azione che gli costò enormi somme di denaro e che ottenne solo nel 59 a.C., grazie all'appoggio di Giulio Cesare.
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Negli anni tra l'80 e il 70 a.C., Roma si trovò a dover affrontare due gravi minacce in Oriente: la recrudescenza della pirateria e un nuovo, grande conflitto con Mitridate.
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Nel 78 a.C., l'anno della morte di Silla, uno dei consoli, Marco Emilio Lepido, lanciò un'offensiva politica contro l'eredità del defunto dittatore. Lepido, esponente della fazione dei populares, propose una serie di riforme volte a smantellare l'ordinamento sillano:
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Le prime risposte (78-75 a.C.): Il Senato inviò il proconsole Publio Servilio Vatia in Cilicia, che riuscì a espugnare alcune inaccessibili roccaforti piratiche nell'Isauria.
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Il Senato romano, decise di inviare Pompeo Magno in Spagna, affidandogli nell'76 a.C. la Spagna Citeriore con un imperium straordinario. L'arrivo di Pompeo mise Sertorio in una posizione difficile. Dopo che Pompeo ricevette rinforzi nel 74 a.C., iniziarono a manifestarsi dissapori nel campo di Sertorio, tradito da alcuni congiurati tra cui lo stesso Perpena, fu assassinato. L'ultimo focolaio di resistenza fu soppresso da Pompeo, che lo sconfisse e giustiziò i responsabili nel 71 a.C..
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Il console Marco Antonio (padre del triumviro) preferì concentrarsi su Creta, ma subì un'umiliante sconfitta. Nello stesso anno, la Cirenaica divenne una provincia romana, utilizzata come base per combattere i pirati cretesi.
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Mitridate, dopo la pace di Dardano, aveva continuato a covare propositi di vendetta. L'occasione si presentò nel 74 a.C., quando, alla morte di Nicomede IV, la Bitinia venne lasciata in eredità a Roma. Mitridate decise di invaderla, scatenando la Terza Guerra Mitridatica.
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Nel 73 a.C. scoppiò a Capua, in una scuola per gladiatori, la terza e più famosa rivolta di schiavi. Inizialmente settanta gladiatori si rifugiarono sul Vesuvio, ma la loro ribellione si allargò rapidamente, raccogliendo migliaia di altri gladiatori, schiavi e persino uomini liberi ridotti in povertà, provenienti da ogni parte dell'Italia meridionale.
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Il Senato inviò i consoli Marco Aurelio Cotta e Lucio Licinio Lucullo a combatterlo. Lucullo ottenne importanti successi, occupando il Ponto e costringendo Mitridate a rifugiarsi in Armenia presso il suo genero, Tigrane (71 a.C.).
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La Fine della Rivolta: Crasso sconfisse definitivamente l'esercito servile in Lucania nel 71 a.C.. Spartaco cadde in battaglia e migliaia di prigionieri furono crocifissi lungo la Via Appia. I pochi superstiti che tentarono la fuga verso nord furono intercettati e annientati in Etruria da Gneo Pompeo Magno, di ritorno dalla Spagna.
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Smantellamento riforma sillana: Ripristino dei poteri dei tribuni della plebe Già nel 75 a.C. era stato tolto il divieto per un ex-tribuno di aspirare a cariche successive. Nel 73 a.C., i tribuni riottennero il pieno diritto di veto e la facoltà di proporre leggi alle assemblee popolari. La riforma giudiziaria: Il pretore Lucio Aurelio Cotta propose e fece approvare una legge che modificò la composizione delle giurie dei tribunali permanenti (quaestiones perpetuae) ritorno dei censori
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La conquista di Creta (68-67 a.C.): L'incarico di sottomettere Creta fu affidato a Quinto Cecilio Metello nel 69 a.C., che ne completò la conquista, rendendola una provincia romana.
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Lucullo invase l'Armenia e conquistò la capitale Tigranocerta nel 69 a.C. Tuttavia, stanco della lunga campagna e delle misure di Lucullo a favore delle popolazioni locali, il suo esercito si ammutinò. I comandi di Lucullo furono revocati e Mitridate ne approfittò per riprendere le ostilità.
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La situazione precipitò quando i pirati iniziarono a minacciare i rifornimenti di grano di RomaIl tribuno della plebe Aulo Gabinio propose la lex Gabinia, che assegnava a Pompeo, per tre anni, un imperium infinitum (comando illimitato) su tutto il Mediterraneo e su una vasta area costiera. Nonostante la forte opposizione del Senato, la legge fu approvata. Pompeo, con un'organizzazione impeccabile, sconfisse i pirati in soli tre mesi, debellandoli in Cilicia.
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Per porre fine alla guerra, una nuova legge (lex Manilia) affidò a Pompeo il comando della guerra contro Mitridate. Pompeo si alleò con il re dei Parti, Fraate, per tenere impegnato Tigrane.
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Con Mitridate sconfitto, Pompeo riorganizzò l'intera regione:
64 a.C.: Confermò Tigrane sul trono dell'Armenia, ma lo privò della Siria, che divenne una provincia romana.
63 a.C.: Conquistò Gerusalemme, rendendo la Giudea uno stato autonomo ma tributario.
Riunì il Ponto e la Bitinia in un'unica provincia e ampliò la provincia di Cilicia. -
Mitridate fu costretto a fuggire a nord nel 66 a.C.. Per non cadere in mano ai Romani, si tolse la vita nel 63 a.C.
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Contro Catilina si oppose un homo novus (uomo nuovo), Marco Tullio Cicerone, sostenitore di Pompeo e già famoso per il processo contro Verre. Cicerone vinse le elezioni e divenne console per il 63 a.C., denunciando apertamente la corruzione del suo avversario.
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Il periodo di assenza di Pompeo da Roma fu segnato da un'intensa instabilità politica, culminata nella cospirazione di Catilina. Lucio Sergio Catilina, un patrizio che si era arricchito durante le proscrizioni sillane ma aveva dilapidato le sue fortune, tentò per due volte di raggiungere il consolato.
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Nell'62 a.C., Pompeo rientrò a Roma, carico di gloria e di un immenso bottino, celebrando un trionfo straordinario per le sue conquiste orientali.
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Per le elezioni del 62 a.C., lanciò un programma radicale basato sulla cancellazione dei debiti (tabulae novae), cercando il sostegno di aristocratici rovinati, indebitati e veterani sillani che si trovavano in difficoltà economiche. Abbandonato dai suoi vecchi alleati politici, fu nuovamente sconfitto e decise di dare il via a una cospirazione armata.
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Cicerone riuscì a convincere il Senato a emettere il senatus consultum ultimum, che lo autorizzava a prendere ogni misura per difendere lo Stato. Catilina raggiunse le sue truppe a Fiesole. Nel frattempo, Cicerone ottenne prove scritte della cospirazione e fece arrestare cinque capi. La fine dei congiurati: Il Senato, sotto l'influenza di Marco Porcio Catone (detto il Giovane), votò per la pena di morte. Catilina, nel frattempo, morì combattendo valorosamente contro le truppe consolari.
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Nel 60 a.C., Pompeo strinse un accordo segreto e privato con due figure chiave del momento:
Marco Licinio Crasso: Ricco e influente, aveva un'ampia rete di contatti a Roma.
Giulio Cesare: Giovane e ambizioso, era un emergente politico della fazione popularis.
Questo accordo, noto come "primo triumvirato", non fu una carica pubblica o un'istituzione ufficiale, ma un patto di sostegno reciproco. L'obiettivo principale era quello di bypassare l'opposizione del Senato. -
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Il decennio che seguì la formazione del primo triumvirato vide il lento ma inesorabile sgretolamento dell'alleanza tra Pompeo e Cesare, culminato in una devastante guerra civile che avrebbe segnato la fine della Repubblica.
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Fu console nel 59, 48, 46, 45 e 44 a.C.
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L'accordo del primo triumvirato portò all'elezione di Caio Giulio Cesare a console per l'anno 59 a.C. Il suo consolato fu caratterizzato da una serie di leggi significative che favorirono i suoi alleati e consolidarono la sua base di potere.
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La sua monumentale opera Ab Urbe Condita (Dalla Fondazione di Roma) copre la storia di Roma dalle origini fino ai suoi giorni.
Per il periodo che ci interessa, a partire dal 218 a.C. (Seconda Guerra Punica), Livio si affianca a Polibio come fonte principale. Fortunatamente, possediamo integralmente i libri XXI-XLV, che coprono il periodo tra lo scoppio della Seconda Guerra Punica e il 167 a.C. (conclusione della Terza Guerra Macedonica). -
fu un momento cruciale per la politica romana, caratterizzato da una serie di riforme radicali volute da Cesare, Crasso e Pompeo per neutralizzare i loro avversari. Ex patrizio che si era fatto adottare da una famiglia plebea per poter accedere al tribunato, Clodio si servì del suo potere per attuare un programma legislativo che rafforzò la sua posizione e quella dei triumviri.
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Nel 58 a.C., Roma trovò un pretesto per annettere Cipro, confiscando il tesoro del re e privando il fratello di Tolomeo XII del suo regno. L'isola divenne una provincia romana, rafforzando ulteriormente il controllo di Roma sul Mediterraneo orientale.
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Cesare agì con rapidità, sconfiggendo gli Elvezi in una battaglia decisiva a Bibracte, la capitale degli Edui, e costringendoli a tornare indietro
Gli Svevi di Ariovisto:Una tribù germanica guidata da Ariovisto si era stabilita in Alsazia, mettendo in grave difficoltà i Sequani. Dopo aver intimato invano al capo germanico di ritirarsi oltre il Reno, Cesare lo affrontò in battaglia nei pressi di Mulhouse, sconfiggendolo e obbligandolo a ritirarsi definitivamente. -
Queste campagne, note come "Guerre Galliche", durarono per quasi un decennio e portarono alla sottomissione di un vasto territorio che oggi corrisponde alla Francia, al Belgio, a parte della Svizzera e alla Germania occidentale. Il conflitto culminò con la grande rivolta di Vercingetorige nel 52 a.C. e l'assedio di Alesia.
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La campagna belgica: Tra il 58 e il 57 a.C., Cesare condusse una serie di campagne che portarono alla sottomissione dei Belgi. Sfruttando le divisioni interne, s'impadronì delle loro piazzeforti e ridusse gradualmente alla resa le tribù, tra cui i bellicosi Nervii.
La conquista dell'Occidente: Nello stesso periodo, il suo legato, Publio Licinio Crasso (figlio di Marco Licinio Crasso), si spinse in Normandia e Bretagna, sottomettendo numerose tribù locali. -
Gli accordi prevedevano:
Prolungamento del comando di Cesare: Il proconsolato di Cesare in Gallia fu esteso per altri cinque anni, e il numero delle legioni a sua disposizione fu portato a dieci.
Consolato di Pompeo e Crasso: I due si sarebbero impegnati a far eleggere Pompeo e Crasso consoli per l'anno 55 a.C..
Assegnazione di province: Al termine del loro consolato, avrebbero ricevuto rispettivamente la provincia di Spagna e di Siria. -
58 ac Tolomeo XII fu cacciato dall'Egitto da una rivolta e si rifugiò a Roma, chiedendo aiuto per essere reinsediato. Dopo anni di tentativi e intrighi, nel 55 a.C., Aulo Gabinio, un governatore fedele a Pompeo, lo riportò sul trono di Alessandria con la forza militare
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Cesare annientò le tribù germaniche degli Usipeti e dei Tencteri sul fronte del Reno.
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Publio Cornelio Tacito nacque intorno al 55 d.C. e morì circa nel 120 d.C. Le date esatte di nascita e morte non sono note con certezza, ma sono stimate in base a riferimenti presenti nelle sue opere e in quelle di altri autori contemporanei.
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Cesare condusse due spedizioni in Britannia tra il 55 e il 54 a.C., sottomettendo diverse tribù costiere.
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Nel 54 a.C., desideroso di eguagliare la gloria militare di Pompeo e Cesare, Marco Licinio Crasso si lanciò in un'ambiziosa e disastrosa campagna contro il regno dei Parti. La sua intenzione era di sfruttare una contesa dinastica in atto in quella regione per ottenere vittorie e prestigio.
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Sottovalutando i suoi avversari e agendo senza consultare i suoi luogotenenti e il re d'Armenia, Crasso marciò attraverso le steppe della Mesopotamia. La sua strategia si dimostrò fatalmente inadeguata contro la cavalleria partica, agile e micidiale, che utilizzava l'arco e la tattica del "tiro del Parto" (colpire il nemico in ritirata).
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La sconfitta fu pesantissima: Crasso morì, il suo figlio maggiore perì in battaglia e, cosa ancora più umiliante per Roma, le aquile di sette legioni caddero nelle mani dei Parti.
Le conseguenze: La disfatta di Carre non solo causò la morte di Crasso e l'indebolimento della sua fazione politica, ma lasciò anche la provincia di Siria minacciata. La necessità di vendicare questo oltraggio divenne un tema centrale nella politica romana per i decenni successivi, -
La crisi maggiore si verificò nel 52 a.C., quando il re degli Arverni, Vercingetorige, guidò una vasta insurrezione nella Gallia centro-occidentale.La fine di Vercingetorige: Dopo aver fallito l'incursione a Gergovia, Cesare assediò Vercingetorige nella fortezza di Alesia. Dopo un lungo assedio, la roccaforte capitolò. Vercingetorige fu catturato, inviato a Roma e decapitato anni dopo.
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le bande armate di Clodio e Milone si scontrarono per le strade, causando la morte di Clodio. Per ristabilire l'ordine, il Senato ricorse a una soluzione straordinaria: nominò Pompeo console senza collega, un potere che lo rese di fatto il protettore della Repubblica. Pompeo fece approvare leggi severe contro la violenza e la corruzione e, sebbene ristabilì un precario equilibrio, si era ormai schierato apertamente contro Cesare.
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la morte di Marco Licinio Crasso in Partia e quella di Giulia, figlia di Cesare e moglie di Pompeo, indebolirono i legami tra i due generali. Pompeo, sempre più preoccupato per i crescenti successi di Cesare, iniziò ad avvicinarsi alla fazione conservatrice anti-cesariana.
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Dal 51 a.C., Cesare iniziò a dare un primo ordinamento alla nuova provincia romana, la Gallia Comata, senza attendere istruzioni dal Senato.
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La lotta si trasformò in una serie di cavilli legali che si protrasse fino al 49 a.C., quando il Senato, su pressione degli avversari di Cesare, intimò al generale di deporre unilateralmente il suo comando. In risposta, Cesare varcò in armi il torrente Rubicone, dando inizio alla guerra civile con la celebre frase alea iacta est ("il dado è tratto").
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49 a.C.: Cesare attraversò l'Italia e, in un'avanzata fulminea, costrinse Pompeo e gran parte del Senato a fuggire a Brindisi per imbarcarsi verso l'Oriente. Cesare non riuscì a fermarli e, dopo essersi fatto eleggere dittatore per soli 11 giorni, si diresse in Spagna per sconfiggere le forze pompeiane a Ilerda.
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48 a.C.: Cesare fu eletto console e attraversò l'Adriatico, sbarcando in Grecia. Lo scontro decisivo avvenne a Farsalo nell'agosto del 48 a.C., dove l'esercito di Cesare, sebbene in inferiorità numerica, sconfisse quello di Pompeo.
La morte di Pompeo: Pompeo fuggì in Egitto, sperando nell'ospitalità del giovane re Tolomeo XIII, ma fu assassinato su ordine dei consiglieri del faraone, che lo considerarono una minaccia. -
In Egitto: Cesare arrivò ad Alessandria e si trattenne per quasi un anno, intervenendo nella contesa dinastica tra Tolomeo XIII e Cleopatra VII. Sconfisse e uccise Tolomeo, insediando Cleopatra sul trono.
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rei publicae costituendae (per riformare lo Stato) per dieci anni
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In Asia e Africa: Nel 47 a.C., sconfisse rapidamente Farnace, figlio di Mitridate, a Zela. Nel 46 a.C., si recò in Africa per sconfiggere i pompeiani rimasti, che si erano alleati con il re Giuba di Numidia. Vinse a Tapso, e il regno di Giuba divenne la provincia romana di Africa Nova.
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In Spagna: La resistenza pompeiana, guidata dai figli di Pompeo, si concentrò in Spagna. Cesare li sconfisse nella battaglia di Munda nel marzo del 45 a.C., ponendo fine alla guerra civile.
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Il crescente potere di Giulio Cesare, che sembrava orientato verso la regalità, creò allarme tra senatori e cavalieri, inclusi alcuni suoi stessi sostenitori. un oracolo che sosteneva che solo un re avrebbe potuto sconfiggere i Parti, in vista della campagna militare che Cesare aveva programmato contro di loro nei primi mesi del 44 a.C..Una congiura fu ordita da Marco Giunio Bruto, Caio Cassio Longino e Decimo Giunio Bruto Albino
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Dopo la morte dei due consoli nella guerra di Modena, Ottaviano, ormai a capo di un esercito leale, chiese al Senato il consolato e ricompense per i suoi soldati. Al rifiuto, marciò su Roma e fu eletto console nel 43 a.C. . Ottaviano, Antonio e Lepido si unirono per formare un'alleanza che avrebbe cambiato il volto della Repubblica Romana.
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Antonio ottenne le province della Gallia Comata e Cisalpina.
Lepido ebbe la Gallia Narbonese e la Spagna.
Ottaviano si vide assegnare l'Africa, la Sicilia e la Sardegna. -
Origine del conflitto: Verso la fine del suo consolato, Antonio tentò di rafforzare il suo potere facendosi assegnare il controllo delle province della Gallia Comata e della Gallia Cisalpina. Decimo Giunio Bruto Albino, uno dei cesaricidi a cui era stata promessa la Cisalpina, si rifiutò di cederla e si asserragliò a Modena.
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La battaglia di Filippi
Una volta consolidato il loro potere a Roma, i triumviri si diressero in Oriente per vendicare Cesare e affrontare i cesaricidi, Bruto e Cassio, che avevano preso il controllo di quelle province. Lo scontro decisivo avvenne a Filippi, in Macedonia, nel 42 a.C. -
Dopo la vittoria contro i cesaricidi a Filippi, il potere tra i triumviri fu diviso per la prima volta. Marco Antonio ottenne il comando su tutto l'Oriente, con l'intenzione di proseguire l'opera di Cesare attraverso la conquista del regno partico. A Lepido fu assegnata l'Africa, mentre a Ottaviano vennero affidate le Spagne e il delicato compito di assegnare terre ai veterani delle legioni congedate.
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L'assegnazione delle terre ai veterani si rivelò un compito arduo. Ottaviano fu costretto a espropriare numerosi appezzamenti in Italia, colpendo in particolare i piccoli e medi proprietari terrieri. Questo generò un forte malcontento che sfociò in una vera e propria rivolta nel 41 a.C.
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Antonio si incontrò con Ottaviano a Brindisi per ridefinire la divisione del potere. L'accordo stabilì una netta spartizione: Antonio avrebbe governato l'Oriente, Ottaviano l'Occidente e Lepido avrebbe mantenuto il controllo dell'Africa. Per rafforzare l'alleanza, Antonio, rimasto vedovo, sposò Ottavia, la sorella di Ottaviano.
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Sesto Pompeo, escluso dall'accordo di Brindisi, reagì bloccando le forniture di grano per Roma, causando carestia e malcontento. Antonio tornò dalla Grecia per stringere un nuovo patto con Ottaviano. L'accordo di Miseno riconobbe a Sesto Pompeo il governo di Sicilia, Sardegna e Corsica e gli furono concesse anche le cariche di àugure e di console per il futuro.Antonio si rifiutò di cedergli il Peloponneso, portando Sesto Pompeo a riprendere le sue scorrerie contro l'Italia.
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Ottaviano, dopo aver ripudiato Scribonia e sposato Livia Drusilla, perse la Sardegna e la Corsica a seguito di un tradimento. Chiese allora aiuto ad Antonio dopo una sconfitta, e i due si accordarono a Taranto. Questo patto prolungò il triumvirato per altri cinque anni (fino al 32 a.C.). Ottaviano ricevette da Antonio 120 navi da guerra, mentre Antonio ricevette 20.000 legionari per la sua campagna partica.
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Ottaviano, grazie al suo amico e console Marco Vipsanio Agrippa, fece costruire un porto militare a Pozzuoli. Agrippa radunò una flotta con la quale inflisse una duplice e definitiva sconfitta a Sesto Pompeo nelle battaglie navali di Milazzo e Nauloco. Sesto fuggì in Oriente, dove morì l'anno successivo.
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Al suo ritorno a Roma, Ottaviano fu colmato di onori, tra cui l'inviolabilità propria dei tribuni della plebe. Questo potere, unito al suo imperium, pose le basi per la fondazione del Principato. Per completare la sua immagine di leader militare, Ottaviano si procurò ulteriore gloria grazie alle campagne di Agrippa contro gli Illiri in Pannonia.
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Dopo la vittoria di Azio nel 31 a.C., Ottaviano si ritrovò padrone assoluto di Roma. Il problema principale era dare una veste legale a questo potere, evitando gli errori di Cesare, il cui regime apertamente monarchico era fallito. La sua posizione non era facile: già nel 32 a.C. più di trecento senatori si erano uniti ad Antonio. Dopo la vittoria, le sue truppe e quelle di Antonio, ora confluite nel suo esercito, si aspettavano ricompense.
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Per la neonata provincia d’Egitto venne delegato un governatore di rango equestre, Caio Cornelio Gallo, e per garantirsi un controllo esclusivo, venne interdetto l'ingresso nella regione a senatori e cavalieri di più alto rango senza la sua esplicita autorizzazione. Nel 29 a.C., ai senatori fu proibito di lasciare l’Italia senza permesso
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Gli anni dal 30 al 27 a.C. furono determinanti per il progetto di Ottaviano di riportare la normalità a Roma dopo le guerre civili. Diversi autori antichi ne offrono letture differenti, influenzate dalla loro prospettiva storica. Cassio Dione (III sec. d.C.) ne propose una visione che include un dibattito fittizio tra Agrippa, che metteva in guardia dai pericoli della monarchia, e Mecenate, che invece ne sosteneva l'adozione.
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L'attribuzione a Augusto dell'imperium proconsulare e del potere tribunizio, insieme ad altre prerogative, creò un potere personale che, pur coesistendo con le istituzioni repubblicane, andava ben oltre la semplice somma delle magistrature tradizionali. In questo nuovo contesto, il Senato subì delle importanti variazioni. Dopo essere cresciuto a oltre 1000 membri con l'ingresso dei sostenitori di Cesare, Augusto volle ripristinarne la dignità e il prestigio.
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Tra il 29 e il 28 a.C., espulse i senatori che non rispettavano gli standard di censo e di origine.
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Augusto promosse la pax Augusta (pace di Augusto), un concetto che voleva rappresentare la fine delle guerre civili. Per simboleggiare questa pace, chiuse per tre volte il tempio di Giano (29, 25 e 10 a.C.). Tuttavia, la sua politica estera non fu passiva, ma mirava a consolidare ed espandere i confini dell'Impero.
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In Egitto, i confini meridionali furono estesi grazie a un accordo con gli Etiopi (29-27 a.C.).
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Nel 28 a.C. fu coniata una moneta aurea con la leggenda sul rovescio: "Ha ristabilito l'ordinamento giuridico del popolo romano". Questa moneta fa riferimento all'abolizione delle norme illegali emanate durante l'età triumvirale e le guerre civili, simboleggiando il ritorno alla legalità e rafforzando la legittimità del suo potere.
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Fu completamente conquistata dopo una dura lotta guidata da Agrippa (27-19 a.C.). Successivamente, fu riorganizzata in tre province: la Betica (del popolo), la Tarraconense e la Lusitania (imperiali).
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Sebbene Ottaviano avesse già il controllo assoluto dello Stato romano dopo la vittoria di Azio nel 31 a.C., la data convenzionale che segna l'inizio del suo potere come imperatore è il 16 gennaio 27 a.C. In quella data, il Senato gli conferì il titolo onorifico di "Augusto", che lo innalzò al di sopra degli altri magistrati e segnò la fine della Repubblica e l'inizio di una nuova forma di governo.
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Alla morte di Aminta, re di Galazia (25 a.C.), il suo regno fu annesso
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Arco alpino: I Salassi della Val d'Aosta furono sottomessi e venne fondata la colonia di Augusta Praetoria (25 a.C.).
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Nel 23 a.C., la grave malattia di Augusto mise in evidenza la fragilità del nuovo sistema politico, in particolare la questione della successione, che mancava di una prassi chiara.
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A seguito di una carestia a Roma, Augusto rifiutò la dittatura, ma assunse la cura annonae (la responsabilità dell'approvvigionamento alimentare), dimostrando di essere il protettore del popolo romano.
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A partire dagli anni 19-18 a.C., Augusto fece approvare una serie di leggi per ridare vigore ai "costumi degli antenati" (mores maiorum). Queste leggi riguardavano la famiglia, il matrimonio, il celibato e l'adulterio, ma anche aspetti come la sontuosità dei banchetti e il funzionamento degli organi giudiziari.
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Nel 18 a.C., condusse una revisione più drastica, riportando il numero dei senatori ai 600 previsti da Silla.
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L'imperium proconsulare di Agrippa fu rinnovato per cinque anni e gli venne conferita anche la tribunicia potestas. In questi anni, nacquero i figli che Agrippa ebbe da Giulia e che Augusto adottò, rafforzando la linea dinastica. Anche il potere di Augusto fu definito meglio: gli fu concessa la sella curulis (il seggio curule, proprio dei consoli) e il suo imperium proconsulare fu rinnovato per altri cinque anni.
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Sanzioni: i celibi o non si sposavano entro cento giorni dalla possibilità di ricevere un'eredità erano esclusi ereditario.Le persone sposate e con figli godevano di cariche pubbliche e di esenzioni dai doveri civici. Alle donne che avevano partorito almeno tre figli (o quattro se liberte) veniva concesso lo ius trium liberorum, il diritto di non essere sottoposte a tutela, disporre dei propri beni I celibi non part. a spettacoli. Le vedove dovevano risposars un anno, e le divorziate sei mesi.
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Punizioni: Ogni rapporto sessuale al di fuori del matrimonio o del concubinato, con l'eccezione delle prostitute, era perseguibile. Il pater familias poteva uccidere in flagrante sia la figlia che l'adultero all'interno della propria casa o di quella del genero, mentre il marito poteva uccidere solo l'amante.
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L'avanzata verso il Danubio fu affidata ai figliastri di Augusto, Tiberio e Druso (16-15 a.C.), che conquistarono la Rezia, la Vindelecia e il Norico.
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Dopo la morte di Lepido, Augusto ne assunse la carica di pontefice massimo, diventando il capo della religione romana e consolidando ulteriormente il suo ruolo di leader.
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La Lex Iulia maiestatis (8 a.C.) comminava la pena capitale a chiunque attentasse alla maestà dello Stato romano. Questa legge fu interpretata in modo ampio, includendo ogni offesa o attentato contro magistrati e figure pubbliche di rilievo, diventando un potente strumento per la protezione del potere imperiale.
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Le sue opere sono fondamentali per comprendere il regno di Claudio e Nerone, in particolare le Consolazioni, l'Apocolocyntosis (una satira su Claudio), le Lettere a Lucilio e la protexta (una sua opera teatrale).
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2 a.C. - Pater Patriae: L'ultimo e più alto riconoscimento ufficiale della sua posizione di preminenza fu il conferimento del titolo di pater patriae (padre della patria), attribuitogli dal Senato e dal popolo romano. Questo onore simboleggiò la sua figura non solo come capo politico e militare, ma come vero e proprio padre della nazione.
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Per risolvere il problema, furono congedati 300.000 veterani, ai quali furono assegnate terre e denaro. Per garantire in futuro i premi di congedo, nel 6 d.C. venne creata una cassa speciale, l'aerarium militare, finanziata da una tassa sulle eredità.
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Tra il 14 e il 9 a.C. fu occupata la Pannonia (attuale Ungheria) e la Mesia (attuale Bulgaria), consolidando la frontiera danubiana.
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Germania: L'espansione oltre il Reno fu un insuccesso. Dopo la morte di Druso, il suo posto fu preso da Tiberio, che ottenne successi, ma la sua campagna fu interrotta da una rivolta in Pannonia e Illirico (6 d.C.). Nel 9 d.C., la sconfitta di Publio Quintilio Varo nella selva di Teutoburgo contro Arminio segnò la fine dei tentativi di espansione oltre il Reno. La frontiera fu definitivamente stabilita sul fiume Reno per decisione di Tiberio, una volta divenuto imperatore.
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La morte di Augusto in Campania, nel 14 d.C., segnò l'inizio di una nuova era e rivelò l'impossibilità di un ritorno alla Repubblica. Tiberio, ereditando l'auctoritas e l'iniziativa politica di Augusto, diede il via a una successione che per più di mezzo secolo, fino al 68 d.C., mantenne il potere nelle mani della dinastia giulio-claudia.
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Il regno di Tiberio iniziò nel 14 d.C., alla morte di Augusto, e terminò con la sua morte nel 37 d.C., per un totale di 23 anni.
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In Gallia, represse senza difficoltà una rivolta guidata dai notabili Giulio Floro e Giulio Sacroviro (21 d.C.).
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La sua morte è celebre perché avvenne durante l'eruzione del Vesuvio, a Stabia. Plinio si trovava a Miseno, dove ricopriva l'incarico di comandante della flotta, quando si imbarcò per soccorrere gli amici e osservare da vicino il fenomeno. La sua fine è stata raccontata dal nipote, Plinio il Giovane, in una lettera allo storico Tacito.La sua Storia naturale contiene informazioni importanti su usanze, personaggi e la vita dell'epoca.
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Una svolta cruciale si ebbe nel 23 d.C. con l'ascesa del prefetto del pretorio Seiano. Egli si guadagnò la fiducia di Tiberio, diventando un collaboratore efficiente. Seiano sfruttò l'allontanamento di Tiberio da Roma, che si era ritirato a Capri per monopolizzare il potere politico lo portarono a tramare contro i possibili eredi, facendo imprigionare i figli di Agrippina. Solo l'intervento di Antonia, madre di Germanico, smascherò i suoi intrighi. Seiano fu quindi processato e giustiziato.
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In Africa settentrionale, sconfisse definitivamente il ribelle numida Tacfarinate (24 d.C.).
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In Tracia, domò sedizioni locali (21-26 d.C.).
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In Giudea, rimosse il prefetto Ponzio Pilato nel 36 d.C.
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Caligola: Nonostante la morte di Germanico nel 19 d.C., la successione non fu basata sulla carriera politico-militare. Gaio Caligola, figlio di Germanico, divenne imperatore anche se non era stato adottato da Tiberio e non aveva condiviso con lui l'imperium proconsulare e la potestas tribunicia.
Nato nel 12 d.C., Caligola era figlio del popolare generale Germanico e di Agrippina Maggiore.dopo pochi mesi la sua condotta divenne erratica e tirannica. -
Tiberio morì nel 37 d.C., lasciando in eredità un Impero stabile ma con un complesso panorama politico e familiare.
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Nelle sue opere Antichità giudaiche e Guerra giudaica, descrive il contesto romano e gli eventi legati alla Giudea e ai suoi governatori.
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Conflitto in Mauretania: Nel 40 d.C., fece uccidere re Tolomeo di Mauretania, nipote di Antonio, dando inizio a una guerra che si concluse solo sotto il regno di Claudio.
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Conflitto con gli Ebrei: Il suo regno fu segnato da un aspro conflitto con gli Ebrei. Per affermare la propria divinità, Caligola ordinò che una sua statua fosse posta nel tempio di Gerusalemme, un atto considerato sacrilego che scatenò violente proteste e tensioni in Giudea e in tutto l'Oriente.
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Il regno di Claudio, sebbene le fonti antiche lo descrivano spesso in modo negativo, fu caratterizzato da importanti riforme amministrative e da notevoli successi in politica estera.
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Il regno di Caligola terminò bruscamente nel gennaio del 41 d.C., quando fu assassinato in una congiura ordita dai pretoriani. La sua morte impedì che il conflitto con gli Ebrei degenerasse in una guerra aperta.
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Britannia: L'impresa militare più significativa fu la conquista della Britannia meridionale nel 43 d.C., che fu ridotta a provincia romana.
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Discorso: Nel 48 d.C., pronunciò un discorso al Senato per favorire l'ammissione di rappresentanti della Gallia Comata.
Scopo del Discorso: Dimostrare la tradizionale apertura di Roma nei confronti degli stranieri.
Fonti Utilizzate: Informazioni desunte dalla tradizione antiquaria, romana ed etrusca.
Conservazione: Il testo del discorso fu inciso su una tavola di bronzo.
Prudenza di Claudio: L'imperatore è cauto nell'accreditare una versione piuttosto che un'altra. -
Il regno di Nerone segnò una svolta nella concezione del potere imperiale, passando da un modello basato sulla clementia a un'idea più assoluta e teocratica, che lo portò a scontrarsi con le élite tradizionaliste.
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I suoi Annales sono la fonte storiografica più importante, offrendo una visione critica e approfondita del Principato, dalla morte di Augusto a quella di Nerone.
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Riforme amministrative: Nel 56 d.C., Nerone sostituì i questori con due praefecti aerarii Saturni scelti tra gli ex pretori, acquisendo un controllo strutturale sul tesoro pubblico.
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Nel 59 d.C., Nerone fece uccidere Agrippina, suscitando uno shock profondo.
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Cultura e giochi: Nerone, con una grande passione per le arti, organizzò i giochi quinquennali Neronia nel 60 d.C. e si esibì in pubblico, un gesto che scandalizzò l'aristocrazia.
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Dopo la morte di Burro nel 62 d.C., Nerone si allontanò definitivamente dall'influenza di Seneca, che si ritirò gradualmente, e si avvicinò a una visione teocratica e assoluta del potere.
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Le sue opere principali che sono giunte fino a noi sono: L'Epistolario: Una raccolta di dieci libri di lettere che offrono uno spaccato inestimabile della vita sociale, culturale e politica dell'Impero Romano all'inizio del II secolo d.C. IIl Panegirico di Traiano: Un'orazione di ringraziamento pronunciata in Senato che, oltre a lodare l'imperatore, è un documento fondamentale per la concezione politica del principato.
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Un terribile incendio devastò gran parte di Roma. Per allontanare i sospetti sulla sua persona, Nerone accusò la comunità cristiana, scatenando una delle prime persecuzioni. Sulle macerie della città, avviò la ricostruzione e la costruzione della sua maestosa Domus Aurea , lavori che prosciugarono le casse dello Stato.
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Riforma monetaria: Per far fronte alla crisi finanziaria, nel 64 d.C., Nerone svalutò le monete d'oro (aureus) e d'argento (denarius), riducendone il peso. La svalutazione portò a un aumento dei prezzi e a un crescente malcontento
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Congiura dei Pisoni (65 d.C.): Un vasto complotto, guidato dall'aristocratico Caio Calpurnio Pisone, mirava ad assassinare l'imperatore. La congiura fu scoperta, portando a una spietata repressione in cui molti esponenti dell'aristocrazia, incluso Seneca, furono uccisi.
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Ribellioni provinciali: Le tensioni raggiunsero anche le province. Nel 68 d.C., si ribellarono il legato della Gallia Lugdunense, Gaio Giulio Vindice, e il legato della Spagna Tarraconense, Servio Sulpicio Galba.
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Abbandonato dalla guardia pretoriana e dichiarato "nemico pubblico" dal Senato, Nerone si suicidò nel 68 d.C. La sua morte segnò la fine della dinastia giulio-claudia e l'inizio del cosiddetto "anno dei quattro imperatori".
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Nel 69 d.C., le legioni della Germania si ribellarono, proclamando imperatore Aulo Vitellio. Nel tentativo di consolidare il suo potere, Galba adottò Lucio Calpurnio Pisone, ma questa mossa scontentò i pretoriani e Otone. I pretoriani si ribellarono, acclamarono Otone e massacrarono Galba e Pisone.
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Vespasiano
Ascesa al potere: Vespasiano, proveniente da una famiglia italica di rango equestre, era un generale esperto che Nerone aveva incaricato di sedare la rivolta in Giudea. Nel luglio del 69 d.C., le sue truppe in Giudea e in Egitto lo acclamarono imperatore, seguite da quelle del Danubio. -
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Gaio Svetonio Tranquillo, noto semplicemente come Svetonio, nacque intorno al 69 d.C. e morì dopo il 122 d.C.
Fu uno storico e biografo romano, segretario imperiale sotto l'imperatore Adriano. La sua fama è legata principalmente alla sua opera De vita Caesarum (Le vite dei Cesari), una raccolta di biografie degli imperatori romani, da Giulio Cesare a Domiziano. -
Guerra giudaica: Il comando della repressione della rivolta in Giudea, iniziata nel 66 d.C., fu affidato al figlio di Vespasiano, Tito. Nel 70 d.C., Tito conquistò e saccheggiò Gerusalemme, distruggendo il tempio. L'evento è narrato in dettaglio dallo storico ebreo Flavio Giuseppe. Da quel momento, la Giudea divenne una provincia presidiata stabilmente da una legione.
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Calamità naturali: Il suo regno fu segnato da eventi catastrofici. La più famosa fu la rovinosa eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., che distrusse Pompei ed Ercolano e durante la quale morì Plinio il Vecchio.
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Ammalatosi improvvisamente, Tito morì nell'81 d.C., dopo un regno di soli due anni.
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Il principato di Nerva segnò l'inizio del II secolo d.C., un'epoca di stabilità e sviluppo per l'Impero Romano. La sua principale eredità fu l'introduzione di un nuovo sistema di successione basato sull'adozione del migliore, piuttosto che sulla consanguineità.
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La politica di Nerva, sebbene benevola, non risolse tutte le difficoltà economiche. La sua posizione fu gravemente compromessa quando i pretoriani chiesero e ottennero vendetta sugli assassini di Domiziano, punendo di fatto coloro che avevano messo Nerva al potere.
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Marco Ulpio Traiano fu il primo imperatore di origine provinciale (Spagna) e il modello del cosiddetto optimus princeps (il miglior principe), un sovrano che univa abilità militare a un profondo rispetto per il Senato.
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114 d.C. infine Traiano organizzò un grande campagna contro i Parti, durante la quale furono occupate Armenia, Assiria e Mesopotamia e fu presa la capitale partica, Ctesifonte. (Vedi cartine pagg 388 – 389) Morì in Cilicia, mentre tornava a Roma. Le truppe acclamarono imperatore il governatore della Siria P. Elio Adriano, cugino spagnolo del defunto.
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Traiano morì nel 117 d.C. in Cilicia, durante il viaggio di ritorno a Roma. Il suo successore fu il cugino Publio Elio Adriano, da lui adottato.
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Traiano morì nel 117 d.C. in Cilicia, durante il viaggio di ritorno a Roma. Il suo successore fu il cugino Publio Elio Adriano, da lui adottato.
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Adriano, imperatore dal 117 al 138 d.C., era un uomo di grande cultura e un abile amministratore. La sua politica segnò un netto distacco dall'espansionismo del suo predecessore, Traiano, a favore del consolidamento interno e della difesa dei confini esistenti.
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L'imperatore stesso è autore di I Pensieri (o A se stesso), un'opera non biografica ma di meditazione filosofica, che ci offre uno sguardo unico sulla sua interiorità e sulla sua concezione stoica del dovere.
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Britannia: Nel 122 d.C., avviò la costruzione del Vallo di Adriano , una fortificazione continua che segnò il confine con le tribù della Caledonia.
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Aelia Capitolina: Nel 130 d.C., Adriano decise di rifondare Gerusalemme come una colonia romana, Aelia Capitolina, con un tempio a Giove Capitolino.
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Ribellione di Bar Kochba: Questa decisione scatenò una violenta ribellione ebraica guidata da Simone Bar Kochba nel 132 d.C. La repressione fu spietata e si concluse nel 135 d.C. Dopo la sconfitta, agli Ebrei fu proibito l'accesso a Gerusalemme e il nome della provincia fu cambiato in Syria Palaestina.
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Adozione e Morte: Poiché il suo primo erede adottivo morì prematuramente, Adriano scelse come successore Arrio Antonino (Antonino Pio). Per assicurare la continuità, obbligò Antonino ad adottare a sua volta il futuro imperatore Marco Aurelio. Adriano morì nel 138 d.C.
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Antonino Pio, imperatore dal 138 al 161 d.C., è noto per un regno di pace e stabilità, che rappresenta l'apice della prosperità dell'Impero Romano. La sua politica fu in continuità con quella di Adriano, ma si distinse per una maggiore stanzialità.
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Morì nel 161 d.C., assistito dal figlio adottivo più anziano, Marco Aurelio, fedele e devoto collaboratore negli ultimi tempi, che però non venne mai portato ad una vera e propria coreggenza, anche se vennero concentrati su di lui ampi poteri e cariche.
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Della sua immensa opera, ci sono giunti per intero solo alcuni libri (dal 36º al 60º) che coprono il periodo dal 68 a.C. al 47 d.C. Il resto dell'opera è noto grazie a frammenti e a due epitome (riassunti) realizzate da dotti bizantini nei secoli successivi. La sua testimonianza è particolarmente preziosa per la sua epoca, in quanto Dione, come senatore e console, fu testimone oculare di molti degli eventi che narrò.
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Il regno di Marco Aurelio segnò una brusca interruzione del periodo di pace iniziato con Nerva. Nonostante fosse un filosofo stoico per vocazione, il suo impero fu consumato da guerre e calamità. La sua ascesa al trono fu caratterizzata dalla condivisione del potere con il fratello adottivo Lucio Vero, un esperimento di "doppio principato" senza precedenti.
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La Peste Antonina, conosciuta anche come Peste di Galeno, si manifestò tra il 165 e il 180 d.C.
Questa pandemia, probabilmente di vaiolo o morbillo, fu portata nell'Impero Romano dai soldati di ritorno dalle campagne militari contro i Parti. Causò milioni di morti e contribuì significativamente alle difficoltà economiche e militari che dovettero affrontare gli imperatori Marco Aurelio e Lucio Vero. -
Guerra Partica: All'inizio del regno, il re dei Parti Vologese IV invase l'Armenia e la Siria. La guerra, condotta principalmente da Lucio Vero, fu lunga ma si concluse vittoriosamente nel 166 d.C.
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Queste guerre furono un lungo e difficile conflitto che vide l'Impero Romano impegnato a difendere i suoi confini settentrionali, principalmente lungo il Danubio, dalle invasioni di tribù germaniche come i Marcomanni e i Quadi.
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Di origine siriana, Erodiano fu un funzionario imperiale, rivestendo diverse cariche a Roma e in provincia. La sua opera più importante è la Storia dell'Impero romano dopo Marco Aurelio (Tês metà Márkon basileías istoría), una narrazione in otto libri che copre un periodo cruciale, dalla morte di Marco Aurelio nel 180 d.C. fino all'ascesa di Gordiano III nel 238 d.C.
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Queste guerre furono un lungo e difficile conflitto che vide l'Impero Romano impegnato a difendere i suoi confini settentrionali, principalmente lungo il Danubio, dalle invasioni di tribù germaniche come i Marcomanni e i Quadi.
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Morte: Marco Aurelio morì nel 180 d.C., durante una campagna militare contro Marcomanni e Quadi, lasciando il potere interamente al figlio Commodo.
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A differenza del padre, Marco Aurelio, Commodo si disinteressò completamente del governo, delegando il potere a favoriti e dedicandosi ai suoi eccessi e al culto della sua stessa persona. La sua figura è stata tramandata come l'emblema della degenerazione imperiale
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Perenne: Tra il 182 e il 185 d.C., il prefetto del pretorio Tigidio Perenne guidò di fatto il governo.
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La sua fine arrivò alla fine del 192 d.C., quando fu assassinato in seguito a una congiura orchestrata dai suoi stessi collaboratori. La tradizione senatoria, che lo considerava un tiranno, ne sancì la damnatio memoriae, cancellando il suo nome dai monumenti e dalle iscrizioni pubbliche. La sua morte segnò la fine della dinastia antonina e l'inizio di un nuovo periodo di instabilità.
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Il periodo che va dalla morte di Commodo (192 d.C.) all'ascesa di Diocleziano (284 d.C.) segna un'epoca di radicale trasformazione per l'Impero Romano. Le fonti a nostra disposizione riflettono l'instabilità e i cambiamenti di questo periodo.
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Il caos a Roma fu interrotto dall'intervento di un generale di origine africana, Settimio Severo, che si impose come il nuovo uomo forte dell'Impero.
Presa del Potere: Severo entrò a Roma nel giugno del 193 d.C., fece giustiziare gli assassini di Pertinace e sciolse la guardia pretoriana, che sostituì con soldati a lui fedeli. Questo atto rafforzò il suo potere, consolidando il suo rapporto con l'esercito come base del suo regno. -
Campagne Britanniche: Settimio Severo passò gli ultimi anni del suo regno in Britannia (208-211 d.C.), dove morì. Nonostante i suoi sforzi, le tribù della Scozia mantennero viva la loro resistenza.
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Macrino, di origine berbera e primo imperatore di rango equestre, salì al potere dopo aver orchestrato l'assassinio di Caracalla, di cui era prefetto del pretorio.
Breve regno: Il suo regno durò poco più di un anno. Nonostante avesse tentato di stabilizzare l'Impero, non riuscì a ottenere il supporto né del Senato né dell'esercito, che era rimasto fedele alla memoria di Caracalla e della dinastia severa. -
Elagabalo, noto per la sua stravaganza, fu un giovane imperatore che regnò per soli quattro anni. Fu insediato sul trono grazie alle donne della famiglia severa, che lo fecero passare per il figlio illegittimo di Caracalla. Era un sacerdote del dio solare siriano El-Gabal, da cui prese il nome.
Riforme religiose: Il suo regno fu dominato dai suoi tentativi di imporre a Roma il culto monoteistico di El-Gabal, Caduta:La sua eccentricità e il suo comportamento dispotico alienarono anche l'esercito -
Consiglio materno: Governò sotto l'influenza della madre, Giulia Mamea, che gestiva di fatto gli affari di Stato. Tentò di ripristinare un governo più moderato e di riconciliarsi con il SenatoCercò di porre fine alla corruzione le sue politiche finanziarie e militari, volte al contenimento delle spese, lo resero impopolare tra i soldatiFu ucciso nel 235 d.C. durante una campagna militare in Germania, Con la sua morte, ebbe inizio l'Anarchia Militare del III secolo.
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Epigrafia: L'Editto dei prezzi di Diocleziano (301 d.C.) è un'iscrizione epigrafica cruciale. Sancisce sanzioni contro l'aumento dei prezzi, riflettendo la grave crisi economica e l'inflazione che afflissero l'Impero.
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fu una figura cruciale nella storia romana. Il suo regno è noto per due eventi principali: l'accettazione del cristianesimo e le profonde riforme che riorganizzarono l'Impero.
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Conversione: Dopo una politica inizialmente prudente, la sua svolta avvenne nel 312 d.C. con la Battaglia di Ponte Milvio. Le fonti narrano che Costantino, ispirato da una visione, pose il segno di Cristo (il chrismon) sugli scudi dei suoi soldati, ottenendo una vittoria decisiva su Massenzio
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Editto di Milano: All'inizio del 313 d.C., Costantino e Licinio si accordarono per concedere la libertà di culto a tutti i cittadini, inclusi i cristiani. Questo editto pose fine alle persecuzioni e sancì la tolleranza religiosa.
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Riunificazione dell'Impero: Dopo i contrasti con Licinio, Costantino lo sconfisse definitivamente ad Adrianopoli nel 324 d.C., riunificando l'Impero e diventando l'unico sovrano.
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Concilio di Nicea: Preoccupato per l'unità della Chiesa, convocò il Concilio di Nicea nel 325 d.C., presiedendolo personalmente per risolvere la disputa teologica sull'arianesimo.
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Fondazione di Costantinopoli: Nel 330 d.C., fondò Costantinopoli su un'antica colonia greca, Bisanzio. Questa nuova capitale, strategicamente posizionata e abbellita come una "nuova Roma", divenne il cuore dell'Impero d'Oriente.
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Costantino I morì nel 337 d.C. dopo aver ricevuto il battesimo. Sebbene la sua azione politica fosse stata decisiva per la riforma dello Stato, non si occupò di definire chiaramente la sua successione, aprendo la strada a nuovi conflitti.
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Ascesa di Giuliano: Costanzo II nominò suo cugino Giuliano cesare per governare l'Occidente. Cinque anni dopo, nel 360 d.C., Giuliano fu acclamato imperatore dalle sue truppe, regnando poi da solo dopo la morte di Costanzo II nel 361 d.C.
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Disastro di Adrianopoli: L'imperatore Valente morì nella disastrosa battaglia di Adrianopoli del 378 d.C. contro i Goti. Questa sconfitta storica sancì l'insediamento definitivo dei Goti all'interno delle frontiere imperiali.
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Il momento più significativo di questo scontro fu la controversia che oppose due figure di spicco:
Quinto Aurelio Simmaco: Prefetto di Roma, un fervente sostenitore del paganesimo tradizionale e dei valori romani.
Ambrogio: Vescovo di Milano, un'influente figura del cristianesimo. -
Divisione dell'Impero: Alla sua morte nel 395 d.C., l'imperatore Teodosio divise l'Impero in due parti, affidando l'Occidente a suo figlio Onorio e l'Oriente ad Arcadio. Questa divisione fu particolarmente rovinosa per l'Occidente, che era costantemente minacciato da incursioni barbariche.
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Eventi Decisivi per la Decadenza:
Presa di Veio (una delle 12 città) da parte dei Romani nel 396 a.C.
Perdita dei possedimenti nella Val Padana, caduti in mano ai Celti.
Conquista Romana: Nel corso del III secolo a.C., l'Etruria passò progressivamente sotto il dominio romano -
Per mantenere l'unità, Teodosio affidò i suoi figli a Stilicone, un genera vandalico, che divenne il vero detentore del potere in Occidente. Nonostante i suoi sforzi, le invasioni si intensificarono all'inizio del V secolo, con Goti (guidati da Alarico) e altri popoli che invasero l'Italia Accusato di tradimento e di aver ordito un'intesa con i barbari, Stilicone fu messo a morte a Ravenna nel 408 d.C. per ordine dell'imperatore Onorio, nonostante avesse per anni difeso l'Impero.
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Dopo la morte di Stilicone, l'Italia rimase senza una guida militare efficace, rendendola vulnerabile agli attacchi. I Goti, guidati da Alarico, invasero la penisola e, nel 410 d.C., assediarono e saccheggiarono Roma. Questo evento, sebbene la città non fosse più il centro politico dell'Impero, ebbe un enorme impatto psicologico, rappresentando la prima volta in otto secoli che Roma veniva conquistata da una forza esterna.
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Flavio Costanzo emerse come una figura importante, sposando Galla Placidia nel 417 d.C. Dopo essersi proclamato imperatore nel 421 d.C., morì nello stesso anno.
Il trono d'Occidente fu occupato da Valentiniano III, ma il potere effettivo rimase nelle mani della madre, Galla Placidia, che governò attraverso il generale Ezio -
Ezio divenne il principale difensore dell'Impero contro la minaccia degli Unni di Attila. Dopo aver invaso la Grecia, gli Unni marciarono in Gallia ma furono sconfitti da Ezio nella battaglia dei Campi Catalaunici nel 451 d.C.
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Nel 455 d.C., Roma fu saccheggiata per la seconda volta, questa volta dai Vandali guidati da Genserico. Nello stesso anno morì l'imperatore Valentiniano III.
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Maggioriano, che regnò dal 457 al 461 d.C., è considerato l'ultimo imperatore a tentare una vera riscossa militare ed economica. Dopo la sua morte, si susseguirono imperatori deboli e fantocci, spesso insediati da potenti generali barbari.
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Il punto di svolta arrivò nel 476 d.C. Il generale barbaro Oreste si ribellò all'imperatore Giulio Nepote e insediò sul trono suo figlio, Romolo Augustolo. Pochi mesi dopo, il capo barbaro Odoacre depose Romolo Augustolo, senza però rivendicare per sé il titolo imperiale, ma inviando le insegne a Costantinopoli. Questo atto segna formalmente la caduta dell'Impero Romano d'Occidente.