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Il brigantaggio
Le aspettative deluse del Mezzogiorno, aggravate anche dall'introduzione della coscrizione obbligatoria e dall'inasprimento della pressione fiscale volta a raggiungere il pareggio di bilancio, portarono alla nascita del fenomeno noto come "brigantaggio": braccianti e contadini ridotti in miseria misero in atto una guerriglia contro i proprietari terrieri e contro l'autorità dello Stato, inaugurando una sorta di guerra civile. Il fenomeno fu represso militarmente, imponendo lo stato d'assedio. -
Nasce il Regno d'Italia
Il 17 marzo il Parlamento italiano, eletto nella capitale Torino nel gennaio 1861, proclamò la nascita del Regno d'Italia e Vittorio Emanuele II quale suo primo sovrano "per grazia di Dio e volontà della nazione" -
La figura del prefetto
Nel 1861 uno dei primi provvedimenti della Destra fu istituire con un regio decreto la figura del prefetto, cioè un rappresentante diretto del governo posto a capo di ciascuna delle 59 province in cui fu suddiviso il Regno d'Italia. -
Legge Casati
Nel 1862 la legge sull'istruzione pubblica, che portava il nome di Gabrio Casati, ministro della Pubblica Istruzione del Regno sabaudo nel 1859-1860, fu estesa a tutto il Regno. -
La lira
Un'altra tema del nuovo Regno fu l'unificazione del sistema monetario: il 24 agosto 1862 Vittorio Emanuele II firmò la legge in base alla quale la lira italiana sostituiva la moltitudine di monete in uso negli Stati precedenti. Ciò favorì anche la prosecuzione da parte della Destra di una politica economica liberista (questa politica penalizzò l'industria ma favorì l'esportazione di prodotti agricoli). -
Le montagne dell'Aspromonte
Garibaldi era intenzionato a organizzare una spedizione per "liberare" Roma; tuttavia Napoleone III minacciò di intervenire militarmente contro questa spedizione. Fu così che il primo ministro Urbano Rattazzi si vide costretto a inviare l'esercito per fermare i garibaldini in Calabria, sulle montagne dell'Aspromonte; lo stesso Garibaldi venne ferito e costretto ad alcune settimane di detenzione in una fortezza militare (da qui la celebre ballata "Garibaldi fu ferito..."). -
Convenzione di settembre
Il successivo governo presieduto da Marco Minghetti, preoccupato di rinsaldare i rapporti con la Francia, si impegnò con la cosiddetta Convenzione di settembre a rispettare i confini dello Stato pontificio in cambio della promessa francese di ritirare entro due anni le truppe stanziate a Roma. A garanzia della propria intenzione di rinunciare a Roma, il governo italiano avrebbe trasferito la capitale del Regno da Torino a Firenze. -
Firenze capitale
La città di Firenze fu capitale del Regno d'Italia per un breve periodo di sei anni, dal 3 febbraio 1865 al 30 giugno 1871. -
La coscrizione obbligatoria
La necessità di costituire un esercito nazionale fu affrontata imponendo a tutta la penisola nel 1865 la coscrizione obbligatoria, cioè l'obbligo per tutti i giovani di prestare due anni di servizio militare. -
Terza guerra di Indipendenza
Al fine del conflitto l'Austria cedette formalmente il Veneto alla Francia, che a sua volta lo trasferì al Regno d'Italia. L'annessione fu sancita da un plebiscito. -
La battaglia di Mentana
I garibaldini progettarono una nuove spedizione per la liberazione di Roma, cercando anche di sollevare le masse popolari romane. Tuttavia l'insurrezione romana fallì e Napoleone III, considerando violati gli accordi della Convenzione di settembre, inviò un corpo di spedizione nel Lazio e sconfisse i garibaldini presso Mentana. -
Tassa sul macinato
Il provvedimento più impopolare della Destra fu l'introduzione della tassa sul macinato, entrata poi in vigore il 1 gennaio 1869. La tassa, promulgata per iniziativa del primo ministro Luigi Menabrea, fu imposta al fine di contribuire al risanamento delle finanze pubbliche; la tassa diede tuttavia luogo a movimenti di protesta duramente repressi. -
Porta Pia
Venuto meno l'Impero francese con il quale era stata stipulata la Convenzione di settembre, il Regno d'Italia non era più tenuto a rispettare gli accordi. Il primo ministro Giovanni Lanza cercò un' intesa con papa Pio IX, ma egli si dimostrò intransigente. Così il 20 settembre 1870 l'esercito italiano aprì una breccia presso Porta Pia. Pochi giorni dopo un plebiscito sancì l'annessione di Roma e del Lazio al Regno d'Italia. -
Roma diventa la capitale
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Legge delle guarentigie
Il Regno riconosceva al pontefice il libero esercizio del potere spirituale su tutto il territorio italiano e l'extraterritorialità dei palazzi del Vaticano, del Laterano e di Castel Gandolfo, che dunque non erano soggetti alla sovranità dello Stato italiano. -
Discorso di Stradella
Agostino Depretis espone il programma della Sinistra in un celebre discorso tenuto nel suo collegio elettorale di Stradella. I punti salienti furono la protezione dell'economia nazionale, l'allargamento del suffragio, l'istruzione elementare e la soppressione della tassa sul macinato. -
Pareggio del bilancio
Grazie alla politica economica e fiscale attuata dal ministro delle finanze Quintino Sella, il primo ministro Minghetti ottenne il raggiungimento del pareggio del bilancio. -
La Sinistra al potere
In seguito alla proposta di Minghetti del riscatto della gestione delle strade ferrate da parte dello Stato, la quale creò una spaccatura nella maggioranza, il governo chiese il voto di fiducia del Parlamento e fu messo in minoranza. Minghetti consegnò dunque le dimissioni e il re Vittorio Emanuele II conferì l'incarico di formare il nuovo governo al capo dell'opposizione, Agostino Depretis. -
L'inchiesta agraria di Stefano Jacini
L'inchiesta, diretta dal dal senatore ed economista Stefano Jacini con la collaborazione di agronomi ed esperti di economia, mise in luce l'arretratezza della società italiana e la drammaticità delle condizioni di vita delle classi rurali. Il governo Depretis agì tramite il rimboschimento di alcune aree e la promozione dell'istruzione agraria per favorire l'ammodernamento del settore. -
Legge Coppino
Un passo significativo per il progresso del paese fu l'approvazione della legge Coppino, che istituì l'istruzione elementare obbligatoria, gratuita e laica. Tuttavia come nel caso della legge Casati, anche l'applicazione di questa legge fu parziale: le risorse dello Stato non consentirono di raggiungere le aree rurali più povere, dove il problema dell'analfabetismo era più diffuso. -
Sale al trono Umberto I
Alla morte del padre Vittorio Emanuele II, il 9 gennaio 1878 Umberto gli succedette col nome di Umberto I sul trono italiano e di Umberto IV su quello sabaudo, dal momento che suo padre aveva stabilito, malgrado l'unità nazionale, il prosieguo della tradizione nominale sul trono sabaudo. -
Il congresso di Berlino
Bismarck convocò un congresso per mettere fine alla crisi balcanica. Il governo italiano aveva sperato di ottenere in tale occasione qualche concessione relativa alle "terre irredente", Trento e Trieste, ma queste aspettative furono disattese. Inoltre il rinnovo del "Dreikaserbund", "lega dei tre imperatori", tra Germania, Austria e Russia, fece precipitare l'Italia in una condizione di isolamento diplomatico. -
Abolizione della tassa sul macinato
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Riforma elettorale
Nel 1882 fu varata una riforma elettorale che allargò il diritto di voto e portò il numero di elettori da circa mezzo milione a tre milioni di cittadini. L'elettorato attivo passò dunque dal 2% al 7% della popolazione. -
La baia di Assab
Nel 1882 il governo italiano acquistò la baia di Assab, nel Mar Rosso, dalla compagnia Rubattino (che l'aveva precedentemente acquistata nel 1869), trasformando il possedimento in una colonia. -
La Triplice Alleanza
Il rapporto teso con la Francia, causato anche dall'avversione della corte sabauda per le tendenze repubblicane e socialiste, portò l'Italia a guardare con favore alla realizzazione di una stretta unione con gli imperi militaristi e reazionari di Germania e Austria. Bismarck propose dunque al governo italiano un'alleanza che implicava la rinuncia alle sue aspirazioni su Trento e Trieste. Pur non essendo del tutto favorevole, Depretis cedette e firmò la Triplice Alleanza. -
Il trasformismo
In un discorso del 1882 Depretis dichiarò la propria apertura alla collaborazione con gli esponenti dell'opposizione. Tuttavia questa strategia diede luogo alla pratica del trasformismo, termine adoperato per indicare il comportamento di quanti si spostavano da uno schieramento all'altro senza particolare riguardo per la coerenza con le posizioni originarie, e piuttosto sulla base di accordi e scambi di favori tra gruppi o singoli deputati. Ciò causò lo svilimento delle funzioni del Parlamento. -
Il protezionismo
Le gravi difficoltà incontrate dall'industria nel rivaleggiare con la concorrenza straniera indussero il governo ad approvare una nuova politica doganale che agiva anche in difesa della produzione agricola, tramite l'imposizione di dazi protettivi sul grano e sullo zucchero (i proprietari rurali del Mezzogiorno si sentivano infatti minacciati dalla concorrenza americana). -
La sconfitta di Dogali
Il tentativo delle truppe italiane di penetrare all'interno dell'Eritrea provocò la reazione del negus Giovanni, imperatore della confinante Abissinia. Fu così che il battaglione italiano a Dogali fu attaccato e massacrato dagli abissini. Ciò offuscò la leadership di Depretis, che morì poco dopo. -
Rinnovo della Triplice Alleanza
Ciò provocò la reazione della Francia, la quale inasprì la politica doganale sulle importazioni dall'Italia. -
Crispi primo ministro
Dopo la morte di Depretis, Umberto I affidò l'incarico di formare il nuovo governo al siciliano Francesco Crispi. -
Riforma dell'amministrazione locale
In base a questa riforma i sindaci non sarebbero più stati di nomina regia bensì elettivi. -
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Fasci dei lavoratori
Intorno al 1889 scoppiarono moti nelle zone minerarie della Sicilia e della Lunigiana. In Sicilia i "carusi", ovvero i ragazzi delle miniere, si unirono ai contadini dando vita ai Fasci dei lavoratori, un movimento di protesta che rivendicava la spartizione delle terre e una migliore condizione salariale tra i contadini. Il governo Giolitti decise di astenersi da ogni iniziativa repressiva, mentre successivamente Crispi proclamò lo stato d'assedio in Sicilia, reprimendo nel sangue la rivolta. -
Trattato di Uccialli
Crispi raggiunse un accordo con il negus d'Etiopia Menelik: con il trattato di Uccialli l'Italia si impegnava ad aiutare il capo etiope a diventare imperatore del suo paese, contrastando i vari "ras" (i signori locali dell'Abissinia), in cambio del riconoscimento della legittimità dei possedimenti italiani sul mar Rosso e una sorta di protettorato su tutto il suo impero. Nacque così la Colonia eritrea. -
Nuovo codice penale
Nel 1889 venne promulgato un nuovo Codice penale a opera del ministro della Giustizia Giuseppe Zanardelli. L'Italia precorreva così gli altri paesi occidentali nell'abolizione della pena di morte. -
Il primo governo Giolitti
A causa del dissesto finanziario, il governo fu messo in minoranza alla Camera. Seguirono dunque il primo governo di Rudinì e nel 1892 il primo governo Giolitti. -
Il Partito dei lavoratori italiani
A Milano nel 1882 era nato il Partito operaio italiano che, data l'ostilità del governo, fu sciolto nel 1886. Grazie all'influenza del marxismo, al rinnovato vigore delle forze socialiste e al loro definitivo allontanamento dalle correnti anarchiche, si giunse nel 1892 alla nascita di un Partito dei lavoratori italiano, il quale, sciolto nel 1894 sotto i colpi della repressione crispina, fu riorganizzato nel 1895 come Partito socialista italiano. -
Scandalo della Banca romana
Il primo governo Giolitti cadde a causa dello scandalo che travolse la Banca romana, uno degli istituti finanziari abilitati a emettere valuta circolante in Italia. I dirigenti della banca avevano commesso gravi irregolarità, emettendo banconote false per circa 40 milioni di lire. Nello scandalo risultò coinvolto lo stesso Giolitti, che era stato ministro del Tesoro durante il primo governo Crispi. Giolitti fu dunque costretto a dimettersi e al suo posto fu richiamato Crispi -
La battaglia di Amba Alagi
Crispi dovette affrontare la rottura con Menelik, il quale rifiutò il protettorato italiano sui propri territori contestando l'interpretazione che il governo italiano aveva dato al trattato di Uccialli. Menelik mosse quindi guerra contro le forze italiane e l'esercito abissinio riuscì a distruggere un reparto italiano ad Amba Alagi. -
La battaglia di Adua
In seguito alla strage sul monte Amba Alagi, Crispi dichiarò di passare al contrattacco ma ad Adua i 18.000 soldati italiani furono soverchiati da 80.000 abissini. Pochi giorni dopo Crispi rassegnò le dimissioni. -
Pace di Addis Abeba
Il nuovo governo di Antonio di Rudinì raggiunse un accordo con Menelik, la pace di Addis Abeba, in base alla quale le due parti riconoscevano il confine italo-abissino e il negus liberava i prigionieri militari italiani di Adua. -
L'eccidio di Milano
L'importazione del grano americano in Europa era stata ostacolata dalla guerra in corso tra la Spagna e gli Stati Uniti. La situazione aveva causato il rincaro del pane e di conseguenza un'ondata di sollevazioni popolari aveva investito varie parti d'Italia. Particolarmente gravi furono gli incidenti Milano: il generale Fiorenzo Bava Beccaris fu costretto a sparare sulla folla e Umberto I conferì a Beccaris un'alta onorificenza militare. -
Assassinio di Umberto I
Il 29 luglio 1900 l'anarchico Gaetano Bresci assassinò a Monza il re Umberto I, intendendo vendicare con il suo atto il comportamento del sovrano durante e dopo l'eccidio di Milano.