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Clero, nobiltà e terzo stato
Nella seconda metà del Settecento, la Francia affrontava una grave crisi economica e sociale. Lo Stato era in difficoltà per le eccessive spese della corte e militari, che superavano le entrate. Le tasse gravavano quasi esclusivamente sul terzo stato, mentre clero e nobiltà ne erano esenti. I contadini erano oppressi da tasse ecclesiastiche e obblighi feudali. Tra il 1788 e il 1789, la crisi peggiorò per i cattivi raccolti. [https://youtu.be/ihWArg64l3E?si=vV_T_Tr7r0HkYX2j] -
Il voto: per ordine o per testa ?
Il clero e la nobiltà speravano in una votazione “per stato”, dove ogni gruppo avrebbe avuto un solo voto indipendentemente dal numero di cittadini rappresentati. Invece, il terzo stato propose una votazione “per testa”, che avrebbe valorizzato la sua forza numerica e potenzialmente coinvolto anche alcuni nobili o religiosi illuminati. In questo clima di tensione e aspettative, il 5 maggio 1789 si riunirono gli Stati Generali a Versailles. -
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nasce l’assemblea nazionale costituente
Il 20 giugno 1789, i deputati del terzo stato si riunirono nella sala della pallacorda e giurarono di non sciogliersi finché non fosse stata data una Costituzione alla Francia (giuramento della pallacorda). Questo spostò l’attenzione sulla legittimità di chi dovesse governare. Nei giorni successivi, anche alcuni membri del clero e della nobiltà si unirono al terzo stato. Il 9 luglio nacque l’Assemblea nazionale costituente, incaricata di redigere una Costituzione.