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Alla fine di dicembre, una coalizione di tribù germaniche (Vandali, Alani e Suebi) attraversò il fiume Reno, congelato, sfondando la linea di difesa romana. Questo evento segnò l'inizio delle migrazioni di massa e l'impossibilità per Roma di ristabilire il controllo sulle Gallie (l'attuale Francia).
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I Visigoti, guidati dal re Alarico, saccheggiarono Roma per tre giorni. Sebbene i danni materiali fossero limitati, l'evento ebbe un impatto psicologico enorme in tutto l'Impero, poiché Roma non veniva violata da una forza esterna da otto secoli (dal sacco gallico del 390 a.C.).
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I Vandali, guidati da Genserico, attraversarono lo Stretto di Gibilterra e invasero l'Africa settentrionale, la provincia più ricca e il principale granaio dell'Impero. La perdita dell'Africa settentrionale fu un disastro economico irreversibile per l'Occidente.
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L'esercito romano d'Occidente, guidato dal magister militum Flavio Ezio (spesso chiamato "l'ultimo dei Romani"), si alleò con i Visigoti per affrontare gli Unni di Attila in Gallia. La vittoria, ottenuta a caro prezzo, è considerata l'ultima grande operazione militare romana in Occidente.
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I Vandali, partiti dalla loro base in Nord Africa, saccheggiarono Roma per due settimane. Questo secondo sacco fu più meticoloso e distruttivo del precedente, privando la città di gran parte delle sue ricchezze rimanenti.
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Il generale germanico Odoacre, capo delle truppe federate in Italia, depose il giovane Imperatore Romolo Augustolo. Odoacre non nominò un successore, ma inviò le insegne imperiali a Costantinopoli, riconoscendo l'autorità dell'Imperatore d'Oriente. Questo evento è tradizionalmente considerato la fine dell'Impero Romano d'Occidente.
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Giulio Nepote, l'ultimo imperatore riconosciuto legalmente dall'Oriente, fu assassinato in Dalmazia. Dopo la sua morte, nessun altro fu riconosciuto come Imperatore in Occidente.
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Teodorico il Grande, re degli Ostrogoti, sconfisse e uccise Odoacre e stabilì il Regno Ostrogoto d'Italia, governando in nome (nominale) dell'Imperatore d'Oriente, ma esercitando di fatto un potere autonomo.