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Gibellina: storia di una rinascita!

  • La catastrofe.

    La catastrofe.
    Nella notte del 15 gennaio 1968, un terremoto di magnitudo 6.4 attraversò l’intera valle del Belice, in Sicilia, e il paese di Gibellina fu l’epicentro: la cittadina, dove vivevano circa 6.500 persone, venne distrutta assieme ad altri tre comuni, mentre il resto della zona subì danni molto gravi. I morti furono complessivamente 231, 600 persone furono ferite e fu distrutto il 90% delle case.
  • Il 25 gennaio.

    Il 25 gennaio.
    I pochi muri rimasti ancora in piedi crollarono completamente in seguito alla fortissima scossa avvenuta il 25 gennaio, alle ore 10:56, che provocò morti anche tra i soccorritori. Dopo questa ultima scossa le autorità proibirono l'ingresso nelle rovine dei paesi di Gibellina, Montevago e Salaparuta.
    Furono registrate 345 scosse, con 81 di queste con magnitudo pari o superiore a 3 tra il 14 gennaio e il 1º settembre 1968
  • Un laboratorio a cielo aperto.

    Un laboratorio a cielo aperto.
    Il 2 marzo del 1968 sono gli stessi terremotati del Belice insieme a numerosi studenti a chiedere davanti al Parlamento, all’allora presidente del Consiglio Aldo Moro, una legge ad hoc per la ricostruzione e lo sviluppo della Val Belice.
  • Inizia la ricostruzione.

    Inizia la ricostruzione.
    Nel 1970 inizia la ricostruzione, ma ci vorranno anni per portare al termine il progetto. Il Belice diventa un laboratorio a cielo aperto: viene deciso di ricreare il centro abitato una ventina di chilometri più a valle sul territorio del comune di Salemi, e l’ex sindaco Ludovico Corrao, chiama a raccolta un gruppo di artisti e intellettuali perché era convinto che la rinascita di Gibellina dovesse avvenire attraverso l’arte.
  • Le baraccopoli.

    Le baraccopoli.
    Per anni questi paesi rimasero delle baraccopoli. Nel 1973 i baraccati erano 48.182, nel 1976 erano ancora 47.000[7]. Le ultime 250 baracche con i tetti in eternit furono smontate solo dopo 38 anni, nel 2006
  • "La burocrazia uccide più del terremoto",

    "La burocrazia uccide più del terremoto",
    Gli anni che seguirono il terremoto furono segnati da appalti, proclami e stanziamenti. Ancora oggi, non tutto è stato ricostruito e restano quindi attuali le lotte che Danilo Dolci intraprese a favore della popolazione e contro il malaffare politico-mafioso. Il suo impegno è sintetizzato dalle frasi scritte sui muri dei ruderi, quali "La burocrazia uccide più del terremoto".
  • Nella perla dell’arte contemporanea.

    Nella perla dell’arte contemporanea.
    A due passi dalla medievale Salemi e alle spalle del tempio greco di Segesta, Gibellina Nuova è un piccolo mondo a parte. Ogni angolo di strada porta il segno dell’arte contemporanea perfino il cimitero nuovo con i cancelli e le cupole progettate da Consagra che proprio qui si fece seppellire. Molti oggi la considerano un “gioiello artistico”. Che però è nascosto nell’ entroterra siciliano, coperto da erbacce e rifiuti e sconosciuto al turismo internazionale
  • 1984 Inizio del grande Cretto

    1984 Inizio del grande Cretto
    La potenza del terremoto distrusse completamente la città, lasciando la maggior parte delle famiglie senza tetto. La voglia di rinascita della città nacque dalla mente del sindaco Ludovico Corrao, che vide nell'arte un riscatto sociale della città; tra i numerosi artisti che vennero a titolo gratuito spiccò il nome di Burri che realizzo il Cretto nel luogo del sisma.
  • La più suggestiva opera di land art italiana

    La più suggestiva opera di land art italiana
    Completato nel 2015, con una superficie di circa 270 per 310 metri e 122 blocchi di cemento il Grande Cretto di Alberto Burri, è un'opera d'arte ambientale monumentale (è la più grande d'Italia) e unica nel suo genere.
  • Capitale italiana dell'arte contemporanea 2026.

    Capitale italiana dell'arte contemporanea 2026.
    Il 31 ottobre 2026, Gibellina è stata proclamata capitale italiana dell’arte contemporanea.
    La città vincitrice, grazie anche al contributo statale di un milione di euro, potrà mettere in mostra, per il periodo di un anno, progetti culturali che prevedono attività come mostre, festival e rassegne, oltre alla realizzazione e la riqualificazione di spazi e aree dedicate alla fruizione dell’arte contemporanea.