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Nel XIX secolo, la Russia fu una fortezza del conservatorismo politico e sociale, con gli zar che detenevano un potere autocratico. L'aristocrazia, l'esercito, la Chiesa ortodossa e la burocrazia imperiale supportavano il regime zarista per proteggere i propri privilegi, mentre la borghesia rimaneva marginale, senza alcun potere politico o economico significativo.
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Durante il suo regno, Alessandro II di Russia (1855-1881) ha promosso significative riforme liberali, comprese quelle legali, amministrative e del sistema giudiziario. Queste iniziative hanno modernizzato l'istruzione e migliorato la situazione dei contadini. Tuttavia, il suo governo ha anche affrontato forti opposizioni, culminate nel suo assassinio nel 1881 da parte di un movimento populista.
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La riforma emancipativa del 1861 venne emanata nell'Impero russo dallo zar Alessandro II di Russia; con essa venne abolita la servitù da tutto il territorio imperiale.
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L'acquisto dell'Alaska da parte degli Stati Uniti dalla Russia avvenne nel 1867. Dopo anni di esplorazioni e colonizzazione russa, l'Impero russo decise di cedere il vasto territorio alle nascenti Americhe.
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Nel 1898 i socialisti russi istituirono il partito operaio socialdemocratico russo che si scisse in Menscevichi e bolscevichi.
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Il partito si frammenta in due fazioni:
-i menscevichi guidati da Julij Cederbaum noto come Martov i bolscevichi guidati da Vladimir Ul'janov conosciuto come Lenin -
Circa 140.000 persone si radunarono per le strade di San Pietroburgo e raggiunsero il Palazzo d'Inverno, dove lo zar risiedeva, per protestare, ma le forze militari aprirono il fuoco. Questo evento entrò nella storia come la Domenica di Sangue.
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Un'altra rivolta a Vladivostok. I ribelli proclamano una repubblica indipendente ma alla fine vengono sconfitti dalle forze zariste.
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Il 10 Gennaio: Witte comunica a Nicola II che la rivolta nelle città è stata contenuta.
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La Prima Guerra Mondiale, combattuta tra il 1914 e il 1918, coinvolse le principali potenze mondiali dell'epoca. Le cause includevano rivalità nazionaliste, alleanze tra le nazioni europee e competizione coloniale.
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In questo periodo emersero i primi scioperi derivati dalla crisi economica e dalle condizioni di vita precarie; inoltre, si registrarono numerose diserzioni nell'esercito a causa della situazione bellica in Russia, accompagnate da richieste di riforme agrarie avanzate dai contadini.
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Nel febbraio 1917, si scatena una rivolta borghese che porta all'abdicazione dello zar Nicola II, lasciando il paese sotto il controllo di governi provvisori instabili. In ottobre, i bolscevichi assumono il potere attraverso una rivoluzione, con Lenin alla guida della nazione.
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Dopo lo sciopero nelle principali fabbriche di Pietrogrado del 18 febbraio, in questo giorno fu dichiarato uno sciopero generale. Tuttavia, una considerevole parte dell'esercito si unì ai dimostranti, fornendo loro supporto armato.
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Le autorità zariste perdono il controllo su Pietrogrado. Si delineano due entità di potere separate e autonome: il Governo Interinale guidato da L'vov (rappresentante della borghesia costituzionale e influenzato dai liberali moderati) e il Soviet di Pietrogrado (voce dei manifestanti in sciopero e dei soldati che si sono uniti alla causa).
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Nicola II Romanov, Zar di Russia, è costretto ad abdicare in seguito alle rivolte, dando vita a un governo provvisorio con il Primo Ministro come capo.
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Lenin, rientrato in Russia dopo l'esilio, presenta le "Tesi di Aprile", una serie di principi fondamentali per il Partito Bolscevico.
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Folte masse di manifestanti si riversarono in piazza per protestare contro il governo provvisorio, esibendo cartelli e intonando slogan rivoluzionari bolscevichi. Queste dimostrazioni furono interpretate come un segno di mancanza di fiducia nel governo provvisorio.
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Dopo aver scoperto il governo che trasferiva gradualmente intere unità di soldati meno fidati per sostituirle con quelle più leali al fine di consolidare il proprio potere, i soldati, sostenuti dalla popolazione e dal governo bolscevico, tentarono una rivolta che fu però prontamente repressa, portando il governo bolscevico a essere dichiarato illegittimo.
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Durante questo periodo, Lenin persuase tutti i membri del partito bolscevico a considerare una nuova insurrezione per rovesciare il governo prima dell'assemblea costituente, sostenendo che sarebbe stata un'impresa relativamente semplice data la scarsità di uomini a disposizione del governo provvisorio.
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I bolscevichi presero il controllo dei punti strategici della città di Pietrogrado senza incontrare alcuna resistenza, né da parte del governo né da parte della popolazione. Così, la città fu conquistata senza opposizione.
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Tra il 24 e il 25 ottobre, bande armate sotto la guida di Lev Trockij prendono il controllo dei punti cruciali di Pietrogrado.
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Dopo la presa della capitale, Lenin proclamò il consolidamento del potere al Secondo Congresso dei Soviet, avviando immediatamente riforme economiche come la distribuzione delle terre, l'istituzione del monopolio statale sul commercio estero e la separazione tra Stato e Chiesa. Emise inoltre un decreto per la pace e la sostituzione della polizia con una milizia prevalentemente composta da operai.
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Viene firmato il trattato di pace di Brest-Litovsk
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Con questo trattato, la Russia siglò la sua uscita dalla Prima Guerra Mondiale, ma dovette cedere la Polonia orientale, la Lituania, l'Estonia, la Finlandia, l'Ucraina, la Transcaucasia e la Curlandia. In aggiunta, fu obbligata a versare un'enorme somma di denaro come riparazione di guerra.
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Dal 2 novembre 1918 al 30 dicembre 1922, si svolse la guerra civile russa tra l'Armata Rossa e le Armate Bianche. Durante questo periodo, l'Armata Rossa ottenne una serie di vittorie decisive culminanti nella Terza Rivoluzione.
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Nel 1921 l'Armata Rossa ottenne la vittoria, sconfiggendo i governi autonomi e dando vita a un nuovo Stato, l'URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche). Si verificò una riorganizzazione dell'economia, con la distribuzione di terre ai contadini e la collettivizzazione delle grandi proprietà. Le imprese furono nazionalizzate, ovvero passarono sotto il controllo dello Stato.
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Nel 1922, Lenin si ammalò e nel 1924 morì. Dopo la sua scomparsa, si scatenò una lotta di potere tra Trotzkij e Stalin, che culminò nell'assassinio di Trotzkij da parte dei sicari di Stalin. Iniziò così l'ascesa di Stalin al potere.
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Nel 1927 Lenin divenne dittatore, impone il socialismo, e avvia un'industrializzazione e una collettivizzazione forzata trascurando gli sviluppi. Egli iniziò ad arrestare ed esiliare tutti quello che si opponevano a lui, gran parte furono bolscevichi. Stalin investirà su scuole ed ospedali ma la scuola sarà uguale per tutti con idee militarizzate
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Nel 1928, Stalin abolì la NEP e la proprietà privata. Venne introdotta una produzione forzata programmata per periodi di cinque anni (piani quinquennali), che causò gravi difficoltà per gli operai a causa delle lunghe ore di lavoro. Gli operai erano incentivati a emulare quelli che lavoravano di più e facevano più ore. Stalin promosse l'industria pesante, concentrandosi sulla produzione di beni primari a discapito di quelli secondari, a causa dell'intensa industrializzazione.
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La stagnazione economica portò a una grave crisi nel settore agricolo.
Nel 1930, Stalin decise di attuare la collettivizzazione delle terre, ma i kulaki, proprietari terrieri, opposero resistenza. Stalin reagì con estrema durezza, ordinando l'uccisione e la deportazione di centinaia di migliaia di kulaki insieme alle loro famiglie. -
Dopo l'eliminazione dei kulaki, cominciarono le persecuzioni contro i bolscevichi e gli oppositori di Stalin, e bastava poco per essere considerati nemici del popolo.
Iniziarono le deportazioni nei gulag, campi di lavoro forzato dove le condizioni erano disumane.
Fu imposto il culto della personalità di Stalin, che si autoproclamava padre della nazione. -
Nel 1953 la morte di Stalin causata da un'emorragia celebrale