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Nascita di Benito Mussolini
Benito Mussolini nacque in Romagna nel 1883. Inizialmente era un neutralista, ma poi divenne un interventista e fu caporale durante la guerra. Capì il malcontento dei reduci e degli ufficiali e divenne capo dell’associazione “I Fasci di combattimento”; diffuse idee politiche fasciste: il Fascismo era azione, era antisocialista e nazionalista. Mussolini era molto energico e incuteva timore alla popolazione che quindi decideva di seguirlo spinta da rispettosa paura o attratta dal suo programma. -
Period: to
Il fascismo: dalla nascita alla sconfitta
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Inizio Prima Guerra Mondiale
Entrata dell'Italia in guerra -
Fine Prima Guerra Mondiale
Armistizio tra Austria e Italia; uscita degli imperi centrali dalla guerra. -
Inizio biennio rosso
Il biennio rosso fu un periodo della durata di circa due anni in cui ci furono manifestazioni e rivolte da parte della popolazione. I contadini occuparono terre nelle campagne; ci furono scioperi con i quali gli operai si impadronirono delle fabbriche per ottenere maggiori diritti e libertà. -
L'occupazione di Fiume
Nel 1919, un esercito di volontari guidato dal poeta Gabriele D'Annunzio occupò la città di Fiume, che non era stata annessa all'Italia dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, proclamandola annessa al territorio italiano. I reduci e i nazionalisti credevano che quella dell'Italia fosse stata una vittoria "mutilata" e si ribellarono al governo e al parlamento. Alla fine Fiume fu proclamata Stato libero e indipendente per opera del capo del governo Giovanni Giolitti. -
Nascita di nuovi partiti popolari
Durante tutto il 1919 nacquero nuovi partiti popolari: quello cattolico, la prima associazione politica a cui potevano partecipare i cattolici dopo la presa di Roma; i partiti popolari erano rivali dei partiti socialisti ed erano diffusi nelle campagne. L'avvenimento più importante fu che nel marzo del 1919 Benito Mussolini fondò un movimento nazionalista, i Fasci di Combattimento. -
Fine biennio rosso
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Nascita del partito comunista d'Italia
Un gruppo di sinistra, guidato da Antonio Gramsci e Amadeo Bordiga, si riunì nel partito comunista d'Italia, che puntava ad una rivoluzione, sul modello di quella bolscevica in Russia. Questo partito era apertamente rivale di quello socialista. -
Dai fasci di combattimento al partito fascista
Nel 1921 l'associazione creata da Mussolini divenne un partito i cui membri condividevano ideali fascisti. Vennero stabiliti simboli originari dell'antica Roma, come il fascio littorio, l'aquila, il saluto romano, Mussolini iniziò anche a farsi chiamare "duce" cioè "capo, guida", perché voleva riportare l'Italia a quell'antico splendore. Nel suo programma prometteva agli italiani di riportare la loro patria "all'ordine" e garantiva ai reduci di guerra un sicuro reinserimento nella società. -
Il partito fascista in parlamento
Sempre nel 1921 il partito fascista partecipò alle elezioni e venne rappresentato in parlamento. -
Il colpo di Stato
Mussolini preparò un colpo di Stato. I capi fascisti organizzarono una marcia su Roma per costringere il governo alle dimissioni e prendere il potere. Nell'ottobre del 1922 squadre di fascisti armati marciarono su Roma; il re, Vittorio Emanuele III, non si oppose e, quando il governo diede le dimissioni, proclamò Mussolini capo. -
Propaganda e "fascistizzazione"
Il fascismo, per ordine del duce, "fascistizzò" tutti gli ambiti e i luoghi della vita pubblica italiana. La scuola, fu uno degli ambienti più sconvolti: fu riformata e divenne rigida e fascista: le materie insegnate diffondevano tra gli alunni gli ideali fascisti e i bambini diventavano delle marionette guidate dal duce e dalla luce della dittatura e ai quali il duce plasmava la mente a suo vantaggio (nacque l'ONB). Il suo obiettivo era quello di guadagnare il consenso di più persone possibili. -
Le elezioni decisive
Alle elezioni del 1924 il partito fascista ottenne la maggioranza. Quando però la popolazione scoprì che Giacomo Matteotti, oppositore del fascismo, era stato assassinato "misteriosamente" in tutto il Paese si diffuse sdegno nei confronti dei fascisti. Visto che Mussolini era consapevole del fatto che aveva bisogno del consenso della popolazione per trionfare in un discorso di fronte al parlamento si prese tutte le responsabilità dell'accaduto e il governo fascista divenne una dittatura. -
Le leggi "fascistissime"
Tra 1925-26 Mussolini promulgò le leggi "fascistissime" che cambiarono totalmente la vita delle persone: le libertà furono abolite; nuove pene, come il confino e l'esilio, furono istituite insieme a un tribunale speciale per gli oppositori politici e la pena di morte fu ripristinata. In questo modo Mussolini creò uno stato totalitario, cioè che aveva l'assoluto controllo della vita sociale e privata della popolazione italiana. Gli ideali fascisti si facevano strada in ogni ambito della vita. -
Le riforme fasciste
Dal 1925 in poi il fascismo attuò varie riforme e lanciò campagne, come la "battaglia del grano", che avrebbe portato all'"autarchia", ovvero all'autosufficienza alimentare; un'importante riforma fu la bonifica delle paludi pontine, che permise di bonificare vaste zone, utili per agricoltura e allevamento, e eliminò gravi malattie portate dagli insetti che si riproducevano nelle paludi. -
Il corporativismo
Il fascismo risolse anche il problema dei lavoratori rimasti senza alcun tipo di tutela. Nel 1927 fu emanata la Carta del Lavoro, che stabiliva principi che regolavano i rapporti tra datori di lavoro e lavoratori. Nacquero anche le corporazioni, associazioni di cui facevano parte capitalisti e operai, che avevano lo scopo di risolvere i conflitti tra i due gruppi sociali, ma che in realtà erano vantaggiose solo per i datori di lavoro, perché gli operai erano privati del diritto di sciopero. -
Il concordato con la Chiesa
Nel 1929 Mussolini firmò un concordato con il pontefice, i "Patti Lateranensi", che permise ai cattolici di partecipare alla vita politica dopo il divieto che seguì la presa di Roma. Questo patto era vantaggioso anche per Mussolini, perché la Chiesa era un'istituzione molto seguita dalla popolazione e ciò avrebbe significato maggiore consenso da parte della popolazione. -
La pacificazione della Libia
Dopo la conquista della Libia nel 1911, gli italiani dovettero combattere contro una guerriglia nata dal malcontento dei ribelli libici sostenuti dalla loro fede religiosa. Solo quando vennero utilizzati mezzi spietati e disumani, l'Italia riuscì a reprimere definitivamente la guerriglia e a dichiarare la Libia uno stato "pacificato", nel 1931. -
La guerra d'Etiopia
Nell'ottobre del 1935 l'Italia dichiarò guerra all'Etiopia, uno Paese che era sempre stato libero e indipendente e, durante le guerre per la sua conquista, si era sempre difeso. Questa azione aveva origine dal fatto che Mussolini aspirava a creare un impero coloniale che governasse tutto il Mediterraneo (mare nostrum). -
La nascita dell'impero fascista
Il 9 maggio del 1936 le truppe italiane entrarono trionfanti nella capitale dell'Etiopia, Addis Abeba, cacciando l'imperatore e permettendo a Mussolini di annunciare la fondazione dell'impero fascista: il re Vittorio Emanuele III divenne imperatore d'Etiopia. Questo avvenimento non fu apprezzato dalla Società delle Nazioni e da tutti gli altri Stati, che quindi imposero pesanti sanzioni economiche all'Italia (blocco economico). -
Il razzismo
Mussolini procurò all'Italia un'alleanza militare con la Germania, che era diventata nazista ed era governata dal fuhrer Hitler. Tra gli ideali fascisti, a modello del regime nazista tedesco, si iniziarono a fare strada ideali razzisti, che credevano nell'esistenza di varie razze, dove la razza ariana era pura e superiore, mentre le altre razze inferiori. Il capro espiatorio che spiegava la perdita della guerra fu identificato negli ebrei, che furono vittime delle più tremende persecuzioni. -
Le leggi razziali
La conseguenza dell'alleanza militare fu l'emanazione delle leggi razziali, leggi che privavano di ogni diritto e libertà le razze considerate inferiori, ma soprattutto gli ebrei, considerati la causa dell'insuccesso durante la guerra, perché accusati di essere cospiratori e traditori. Gli ebrei furono perseguitati, segregati e trattati in modo disumano per moltissimo tempo, finché non si giunse alla "soluzione finale" e migliaia di ebrei furono sterminati nei campi di concentramento.