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Abramo e Sara erano il primo patriarca e la prima matriarca, vissuti nel 1850 a.C. Abramo era il capo di una tribù nomade. Un giorno Abramo e Sara sentirono la voce di Dio che l'invitava a mettersi in viaggio verso la terra di Canaan e promise loro di avere un figlio. Abramo e Sara ebbero fiducia in Dio e dopo molta attesa Abramo ebbe da Sara il figlio promesso da Dio: Isacco
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Tra il 1850 a.C (nascita di Abramo) e il 1250 (nascita di Mosè a.C si può visualizzare un intervallo di tempo, cioè quello dei patriarchi. La parola "patriarca" fa riferimento al capo di una grande famiglia, che ha piena e indiscussa autorità su tutti i suoi discendenti.
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Ismaele è stato il primo figlio del patriarca Abramo, avuto dalla schiava egizia di Sara, Agar. In ebraico in suo nome significa "Dio ascolta" oppure "l'atto di Dio di far ascoltare". Viene ritenuto più volte nel Corano(libro sacro dei musulmani)come esempio e profeta di Dio. Infatti, dopo molti anni, diede origine al popolo musulmano.
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Isacco è il figlio di Abramo e Sara, generato per miracolo di Dio. La sua vita è narrata nel libro della Genesi. Il suo nome proviene dalla reazione di sua madre Sara nel sentire la previsione della sua nascita, perché era anziana e non poteva avere figli.
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Isacco venne portato da Abramo ai piedi del monte Moira, perché Dio disse ad Abramo di sacrificare suo figlio. Il padre del ragazzo stava per ucciderlo, però un angelo da dietro lo fermò e così non sacrificò il figlio. Dalla discendenza di Abramo nasce Gesù, il salvatore, colui che diffonde la parola di Dio tra tutti gli uomini.
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Esaù e Giacobbe erano figli di Isacco e di Rebecca. Esaù fu il primo ad uscire dalla pancia di sua mamma, quindi era destinato a diventare primogenito ed era il favorito di Isacco, mentre Giacobbe della madre Rebecca. Un giorno Dio disse a Giacobbe che era lui a dover diventare primogenito e non suo fratello. Allora sua mamma e Giacobbe escogitarono un piano per non far benedire Esaù da Isacco.
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La notte prima dell'incontro con Esaù, Giacobbe ebbe una lotta con Dio nelle sembianze di un angelo, fino all'alba. Vedendo che non riusciva a vincerlo, l'angelo lo colpì al nervo sciatico rendendolo zoppicante, ma Giacobbe continuò a lottare, finché l'uomo gli chiese di lasciarlo andare. All'alba, Giacobbe vide che non si trattava di un uomo, ma di un angelo. Successivamente l'angelo disse che non doveva più chiamarsi Giacobbe, ma Israele. Il termine vuol dire "Colui che lotta con Dio".
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Dopo essere scappato per tutto il giorno da suo fratello,la notte Giacobbe decise di riposarsi. Quella notte Giacobbe fece un sogno che non aveva mai fatto prima d'ora. Nel sogno Dio gli parlava, promettendogli la terra sulla quale stava dormendo ed un'immensa discendenza nella quale tutte le famiglie della terra sarebbero state benedette in lui e nei suoi successori.
Per capire meglio, guarda il video sul sogno di Giacobbe -
Abramo aveva 2 mogli: Sara, che ebbe Isacco e Agar, che ebbe Ismaele. Isacco si sposò con Rebecca, da cui nacquero Esaù e Giacobbe, due gemelli. Giacobbe si sposò con 2 mogli e 2 schiave: Lia e Rebecca le due mogli e Bilha e Zilpa le due schiave. Da Lia ebbe Dina, Ruben, Simeone, Levi, Giuda, Issacar e Zabulon. Da Rebecca ebbe Giuseppe e Beniamino. Da Zilpa ebbe Gad e Aser, invece Bilha ebbe Dan e Neftali. Giuda ebbe un figlio di nome Davide, che ebbe Giuseppe, sposo di Maria, madre di Gesù.
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Per 400 anni gli ebrei sono stati schiavizzati dagli egizi e successivamente utilizzati per costruire le piramidi. Tutto iniziò nel 1600 e finì nel 1200
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Per aver ucciso un Egiziano che bastonava un Ebreo, Mosè dovette fuggire nel deserto, dove il Dio d'Israele si rivelò a lui con il nome "Yahweh" e gli affidò la liberazione del popolo ebraico. La liberazione durò ben quarant'anni, perché Mosè e il popolo ebraico incontrarono alcune difficoltà nel loro tragitto.
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Per Esodo si intende la fuga volontaria degli ebrei dall'Egitto sotto la guida di Mosè. La fuga è durata per ben 40 anni, cioè dal 1240 al 1200.
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Dopo che Mosè divise le acque del Mar Rosso il libro dell'Esodo racconta che il popolo di Israele continuò a camminare nel deserto fino ad arrivare al monte Sinai. Mosè salì sulla cima, dove gli apparve Yahweh e, in mezzo a tuoni, terremoto, fuoco e suono di trombe, gli consegnò i Dieci Comandamenti.
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Giosuè fu nominato da Mosè suo successore e fu il primo giudice di Israele a guidare il popolo.
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Rientrati nella terra promessa gli Ebrei non avevano un capo unico, ma alcuni "giudici" uomini e donne che guidavano il popolo e risolvevano diverse questioni.
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Sansone fu uno dei giudici d'Israele, ricordato come eroe imbattibile che, il cui segreto era nei capelli.
Una donna di nome Dalila, del popolo dei Filistei, utilizzò i mezzi della seduzione.
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Il primo re di Israele fu Saul, il quale però non esercitò bene il ruolo.
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Davide fu il secondo re d'Israele, da ragazzo sconfisse Golia, fu un re molto capace perché si fidava di Dio, conquistò Gerusalemme e la fece diventare capitale. Aveva la passione per la musica e la poesia.
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Salomone fu il terzo re, figlio di Davide e governò bene raggiungendo il massimo splendore, fece costruire il tempio di Gerusalemme e la sua sapienza fu famosa anche nei popoli limitrofi. Ma alla fine dei suoi anni causò la caduta del regno.
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I babilonesi conquistano Gerusalemme, la radono al suolo e deportano gli Ebrei in esilio per circa 70 anni. Durante l'esilio, non avendo un luogo dove pregare cominciano a costruire dei luoghi sacri chiamati "Sinagoghe"
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