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Nella notte di Natale dell'anno 800 Carlo Magno viene incoronato a Roma, in San Pietro, imperatore dei Romani dal papa Leone III: nasce il Sacro Romano Impero. L'incoronazione di Carlo Magno fu il primo segno del problematico rapporto tra i due poteri universali (l'autorità papale e quella dell'imperatore), che nei secoli successivi sarebbe sfociato nella conflittualità.
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Tra il IX e il X secolo la Chiesa versava in una profonda crisi. Il papa era subordinato alla figura dell'imperatore e la creazione dei vescovi-conti aveva aumentato la corruzione del clero.
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Nel 910 a Cluny, in Francia, venne fondata un'abbazia, in cui si osservava scrupolosamente la regola benedettina, con particolare attenzione allo studio e alla preghiera, e ogni fenomeno di corruzione ecclesiastica era condannato. Cluny fu certamente il centro monastico più potente e influente del tempo.
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Per nominare vescovi-conti di sua fiducia Ottone I, incoronato imperatore nel 962 da papa Giovanni XII, promulgò nello stesso anno il cosiddetto Privilegio di Ottone. questo documento stabiliva che nessuno poteva essere eletto papa senza il consenso dell'imperatore (controllo preventivo); inoltre obbligava il papa a giurare fedeltà all'imperatore (controllo successivo). di conseguenza il papa diventava uno strumento nelle mani dell'imperatore.
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Il vescovo Adalberone di Laon elaborò la teoria dei tre ordini che rifletteva la concezione cristiana della Trinità divina. Da qui la tripartizione della società feudale tra coloro che pregano, gli oratores, cioè il clero; coloro che combattono, i bellatores, cioè i nobili; e il popolo dei servi, i laboratores, coloro che devono garantire a tutti i mezzi di sostentamento, cioè i contadini e gli artigiani. Secondo Adalberone questa organizzazione era voluta da Dio e dunque immutabile.
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Papa Leone IX, preoccupato dalle conquiste di Roberto il Guiscardo nei territori melfitani, decise di intervenire organizzando una spedizione antinormanna. Nello scontro ebbe la meglio Roberto il Guiscardo, mentre Leone IX fu fatto prigioniero.
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Alla separazione tra la Chiesa di Roma e quella di Costantinopoli si giunse dopo un progressivo allontanamento. A esasperare i rapporti tra Roma e Costantinopoli furono gli scontri con il patriarca Fozio e poi con Michele Cerulario. Tra le due Chiese vi erano contrasti di natura dottrinale, istituzionale (il primato del papa) e rituale.
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Roberto il Guiscardo si dichiarò vassallo del papa, Niccolò II (succeduto a Leone IX) a sua volta nominò Roberto il Guiscardo duca di Puglia, Calabria e Sicilia. In questo modo il papa riaffermava la propria autorità, mentre Roberto il Guiscardo era legittimato ad intervenire contro i Bizantini nell'Italia meridionale e contro gli Arabi in Sicilia.
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Papa Niccolò II riserva ai cardinali l'elezione del pontefice, senza intromissioni della nobiltà romana, né dell'imperatore.
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Nel 1073 Ildebrando di Soana diventa papa con il nome di Gregorio VII.
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Nel 1075 Gregorio VII promulgò il Dictatus papae, nel quale il papa si dichiarava superiore a qualsiasi altra autorità, imperatore compreso. Il papa (massima autorità spirituale) poteva quindi deporre l'imperatore (massima autorità temporale) attraverso la scomunica. Il Dictatus papae esprimeva una visione politica ispirata alla teocrazia: infatti secondo la dottrina teocratica la massima autorità era quella papale.
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Enrico IV convocò a Worms un concilio di vescovi tedeschi nel quale il papa venne dichiarato deposto. Gregorio VII rispose scomunicando lo stesso Enrico IV. Aveva così inizio la lotta per le investiture.
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L'imperatore Enrico IV è costretto dopo la scomunica a recarsi penitente a Canossa, per ottenere il perdono papale e la revoca della scomunica. Solo dopo tre giorni Gregorio VII tolse la scomunica a Enrico IV.
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Enrico IV, ottenuta la revoca della scomunica, non rinuncia alla sua politica, nel 1080 convoca il concilio di Bressanone, dove Gregorio VII fu dichiarato deposto e sostituito da un antipapa, Clemente III.
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Enrico IV scese in Italia e si fece incoronare imperatore da Clemente III e cinse d'assedio Castel Sant'Angelo, dove si trovava Gregorio VII, che dopo alterne vicende fu costretto a scappare da Roma.
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Nel 1095 il papa Urbano II convocò un concilio nella città di Clermont-Ferrand, in Francia, durante il quale chiese ai cristiani di non combattere più tra loro, ma di dedicare alla liberazione di Gerusalemme dai Turchi tutte le energie prima impiegate nelle guerre feudali.
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Nel 1096 un esercito di persone sbandate, nobili rovinati e contadini partì al seguito di Pietro l'Eremita alla volta di Gerusalemme. A causa della disorganizzazione però la Crociata fu un totale fallimento.
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Guidata da Goffredo di Buglione, nobile francese, e dal normanno Tancredi d'Altavilla. Furono conquistate Edessa, Tripoli, Antiochia e Gerusalemme. Nei territori conquistati, i Crociati istituirono i vincoli feudali e asservirono con la forza i contadini. Nelle zone costiere il commercio era saldamente in mano ai mercanti genovesi, veneziani e marsigliesi. Per la cristianizzazione forzata dei nuovi territori furono istituiti gli ordini cavallereschi, formati da monaci armati.
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A Citeaux venne fondata la prima abbazia cistercense. Una forte identità, il silenzio e la povertà erano le caratteristiche principali dell'ordine cistercense. Inoltre, rispetto ad altri ordini, i cistercensi rivalutarono il lavoro manuale, ritenuto un aspetto fondamentale della vita monastica.
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Enrico V e Pasquale II trovarono un accordo, il cosiddetto Concordato di Sutri, in base al quale Enrico V avrebbe rinunciato alle investiture, mentre il papa avrebbe imposto ai vescovi di restituire all'imperatore tutti i privilegi da lui ottenuti. Ma questo accordo non fu mai rispettato da nessuna delle due parti.
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Il Concordato di Worms fu stipulato da Enrico V e Callisto II. Questo accordo sanciva di fatto un compromesso e stabiliva che la nomina dei vescovi spettava al papa e che, una volta nominati, i vescovi potevano ricevere dall'imperatore incarichi politici.
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Guidata da Luigi VII, re di Francia, e Corrado III, imperatore di Germania. Fu causata dalla caduta di Edessa in mano turca. I Crociati, disgregati da discordie interne e decimati da epidemie, furono sterminati dai Turchi presso Damasco.
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Il movimento valdese nasce a Lione grazie a Pietro Valdo, che distribuisce le sue ricchezze ai poveri e inizia a predicare il Vangelo. "I poveri di Lione" erano quindi un gruppo di predicatori laici itineranti che non avevano niente in comune con i movimenti ereticali. L'arcivescovo di Lione, però, proibì loro di predicare e li scacciò da Lione. I Valdesi allora decisero di continuare comunque e così nel 1184 vennero condannati dalla Chiesa. La condanna causò una rottura profonda e insanabile.
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Guidata da Riccardo I Cuor di Leone, Filippo II Augusto e Federico I Barbarossa, imperatore di Germania. Fu causata dalla riconquista di Gerusalemme da parte del condottiero turco Saladino. I Cristiani residenti in quella città non vennero sterminati, ma potevano andarsene pagando un riscatto in oro; in caso contrario diventavano schiavi. I risultati ottenuti dai Crociati furono irrilevanti; si raggiunse però un accordo che consentiva l'accesso dei pellegrini cristiani in Gerusalemme.
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Innocenzo III divenne papa nel 1198. Il suo programma politico e religioso riprendeva quello di Gregorio VII, che sosteneva una politica teocratica. La sua azione si inserisce nel delicato scenario della successione imperiale: infatti, pur essendo il tutore di Federico II di Svevia, appoggia la candidatura di Ottone di Brunswick, per evitare l'accerchiamento della Santa Sede, che sarebbe derivato dall'unione della corona imperiale con quella siciliana, già ereditata da Federico II.
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Guidata da Baldovino IX di Fiandra, Bonifacio II di Monferrato e Filippo di Svevia. I Crociati decisero di partire da Venezia per servirsi della sua flotta, nell'intenzione di conquistare Gerusalemme. Ma non avendo i denari per pagare il trasporto accettarono la proposta dei Veneziani di dirigersi contro la rivale Costantinopoli, che fu saccheggiata. Fu in seguito proclamato l'Impero Latino d'Oriente, che crollo nel 1261 quando i Bizantini riconquistarono Costantinopoli e restaurarono l'Impero.
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Domenico di Guzmàn fonda nel 1206 l'ordine dei Domenicani con il compito di estirpare l'ignoranza che a suo modo di vedere era all'origine delle eresie. Per questo i Domenicani furono sempre impegnati nella diffusione dell'istruzione e furono attivi nelle università e nell'Inquisizione. L'ordine fu approvato da papa Onorio III nel 1216.
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Innocenzo III bandisce una crociata contro gli albigesi, un gruppo ereticale che prende il nome dalla città francese di Alby (il loro centro più importante) e che rigettavano le dottrine della Chiesa. Lo scontro durò dal 1209 al 1211 e, grazie all'aiuto di numerosi feudatari del Nord della Francia e sotto la guida di Simone di Monfort, l'eresia venne estirpata con massacri e saccheggi.
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Innocenzo III incorona Federico II imperatore dopo che Ottone IV non aveva tenuto fede agli accordi con il papa. Federico II diventa imperatore con la promessa di non unificare il Regno di Sicilia con l'Impero e di intraprendere una nuova crociata per liberare la Terrasanta.
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Per contrastare gli eretici e gli infedeli, Innocenzo III convocò il IV Concilio Lateranense, che definì dovere di ogni cristiano combattere le eresie. A tal fine ci fu l'istituzione di una commissione di laici e religiosi con il preciso compito di individuare e punire gli eretici.
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Guidata da Andrea II d'Ungheria e Leopoldo VI duca d'Austria. I Cristiani, sconfitti, furono costretti a tornare nei Paesi di provenienza.
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Francesco d'Assisi era figlio di un ricco mercante e una volta convertitosi si spogliò di tutti i suoi beni per seguire una vita di povertà assoluta e di predicazione del Vangelo. Con il suo esempio di carità e penitenza cristiana, raccolse attorno a se numerosi seguaci. Nel 1210 Innocenzo III autorizza verbalmente i Francescani. Nel 1223 papa Onorio III approva ufficialmente l'ordine francescano.
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Gregorio IX decide di scomunicare Federico II a causa dei ritardi nell'organizzazione della crociata. Federico allora parte per la crociata, ma anziché combattere fa un accordo con il sultano d'Egitto (1299). Il papa interpreta questo accordo come un tradimento e scomunica di nuovo Federico. A questo punto Federico ritorna in Italia, sconfigge le truppe papali e con la pace di San Germano (1230) ottiene la revoca della scomunica.
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Guidata da Federico II, imperatore e re di Sicilia. Federico ottenne, grazie a negoziati con il sultano d'Egitto, la restituzione di Gerusalemme per un periodo di dieci anni.
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Sulla base di quanto stabilito nel IV Concilio Lateranense, papa Gregorio IX istituisce il tribunale dell'Inquisizione, un'istituzione volta alla rigorosa repressione del dissenso religioso e a mantenere l'unità della Chiesa.
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Guidata da Luigi IX re di Francia. Non conseguì risultati: Luigi IX fu fatto prigioniero in Egitto.
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Guidata da Luigi IX re di Francia, Carlo d'Angiò re di Sicilia ed Edoardo d'Inghilterra. Non conseguì risultati: l'epoca delle Crociate era finita (trattato di pace con il sultano Baibars, 1272) e Gerusalemme rimase definitivamente in mano araba.
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Nel 1294 l'eremita Pietro da Morrone viene eletto papa con il nome di Celestino V. Però a causa dell'oneroso compito Celestino V abdicò dopo solo sei mesi di pontificato.
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Dopo poche settimane dall'abdicazione di Celestino V, il conclave elesse Bonifacio VIII, un uomo di Curia e di governo, che riprese il progetto teocratico di Innocenzo III.
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Con la bolla Clericis laicos il papa Bonifacio VIII minaccia di scomunicare i laici che avessero imposto tasse agli ecclesiastici. Infatti i re di Francia e d'Inghilterra avevano esteso la decima al clero per far fronte alle esigenze belliche. L'Inghilterra obbedisce al papa, ma Filippo IV il Bello, re di Francia, convoca gli Stati Generali (1302), che affermarono la tesi dell'autonomia dello Stato dal papa.
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Con questa bolla Bonifacio VIII replica alla tesi di Filippo IV il Bello, affermando che il potere spirituale è superiore a quello temporale.
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Filippo IV prima che Bonifacio VIII potesse scomunicarlo fece prigioniero il papa nella sua residenza di Anagni. Il papa fu liberato poco dopo, ma l'episodio dimostrava quanto ormai fosse decaduto il prestigio del papa.
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In questi anni la sede papale fu spostata da Roma ad Avignone. Si susseguirono sette papi francesi subalterni alla politica del re di Francia. Il mondo cattolico percepì questo avvenimento come un abuso, un allontanamento della Chiesa dalla sua missione religiosa.
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Con una bolla papa Clemente VI nel 1348 si pronunciò contro i pogrom: le sistematiche persecuzioni avvenute contro gli Ebrei ritenuti responsabili dell'epidemia di peste del Trecento.
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Sotto la pressione dei fedeli papa Gregorio XI riportò la sede papale da Avignone a Roma. Dopo la sua morte fu eletto Urbano VI, ma alcuni cardinali si opposero ed elessero un antipapa, Clemente VII, che si stabilì ad Avignone.
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Per circa quarant'anni si ebbero due papi, due curie e due collegi cardinalizi. In questa situazione di crisi si diffusero nuove dottrine eretiche.
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Nel 1382 le tesi di Wycliff, diffuse in Inghilterra, vennero dichiarate eretiche. Wycliff sosteneva che la Chiesa era formata da tutti i fedeli e che il clero era falso e corrotto. Inoltre il fedele non aveva bisogno della gerarchia ecclesiastica. I lollardi, discepoli di Wycliff, furono perseguitati.
In Boemia Hus riprese le tesi di Wycliff contro la corruzione del clero e la polemica assunse l'aspetto di opposizione politica, poiché il clero era tedesco. Hus fu condannato al rogo come eretico. -
Per risanare lo scisma viene convocato un Concilio: i tre papi vennero deposti e venne eletto Martino V, che si stabilì definitivamente a Roma. Il Concilio di Costanza adottò la dottrina della supremazia conciliare. inoltre stabilì che il concilio era superiore al papa (1415) e che il pontefice doveva periodicamente convocare un concilio (1417).
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Eugenio IV si scontrò con il Concilio perché tentò di riaffermare il primato papale. Il Concilio però contrasto Eugenio IV eleggendo un antipapa, Felice V.
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Dopo il Concilio di Basilea si aprì una nuova frattura nella Chiesa che però non durò molto. Il Piccolo Scisma si risolse con l'abdicazione di Felice V. Il papa dunque riuscì a sconfiggere il conciliarismo e a riaffermare il proprio primato.
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Nella sua opera Elogio della Pazzia, Erasmo da Rotterdam denunciò il malcostume del clero. Con questa denuncia Erasmo introduce il tema della religiosità autentica e sincera.
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Papa Leone X, per raccogliere il denaro necessario alla costruzione della cupola di San Pietro, promosse la raccolta di elemosine in cambio di indulgenze. In pratica si giunse a pensare che per la salvezza dell'anima fosse sufficiente pagare una cifra.
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Nel 1517 il monaco tedesco Martin Lutero con le 95 Tesi denunciò lo scandalo delle indulgenze. Le Tesi misero allo scoperto l'ostilità della popolazione verso la Chiesa. Con una bolla del 1520 Leone X ordinò a Lutero di ritrattare, ma Lutero si rifiuterà, dando inizio alla riforma protestante.