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Prima fase
La prima fase è di natura puramente culturale e letteraria, che agisce nel XVIII secolo nel caso italiana, in cui uomini di lettere discutono del concetto di nazione dal punto di visto letterario e vengono prodotti una serie di testi: idea di Italia come entità culturale propria, per la quale è fondamentale la storia della cultura italiana, in quanto non esiste ancora l'Italia dal punto di vista politico. Tale fase termina nel 1796, quando le armate napoleoniche entrano in Italia. -
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Seconda fase
Attorno all'idea nazionale si forma una minoranza di intellettuali all'avanguardia che inizia a propagare un'idea di nazione dal punto di vista politico, elaborando progetti politici attorno a questa idea. Tale fase termina nel 1848. Generalmente, sono assenti le masse rurali dalle riforme nazionali. -
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Triennio repubblicano
Nel 1796 venne affidata una terza armata antiaustriaca a Napoleone Bonaparte, che in qualche settimana riuscì a rimettere in piedi le truppe italiane, facendo funzionare gli approvvigionamenti e imponendo la disciplina: riuscì a separare i due eserciti alleati, quello austriaco e piemontese. L'obiettivo di Napoleone era costituire nella penisola repubbliche sorelle (cisalpina, ligure, romana e partenopea). Tale triennio termina con le armate austro-russe che riconquistano i territori perduti. -
Trattato di Campoformio
Il Direttorio decise di attaccare l’Austria, ma le sue truppe vennero fermate. L’armata affidata a Napoleone Bonaparte raccolse, invece, numerosi successi nella campagna di Italia. Per fermare l’azione conquistatrice di Napoleone, l’Austria firmò il 17 ottobre 1797 il trattato di Campoformio, il quale sancì che la Francia ceda la Repubblica di Venezia all’Austria in cambio del riconoscimento della Repubblica cisalpina. -
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Italia Napoleonica
L'obiettivo di Napoleone era costituire nella penisola delle repubbliche sorelle (cisalpina, ligure, romana e partenopea). All'interno di tali territori vennero promulgate delle costituzioni modellate su quella francese del 1795, furono soppressi i titoli nobiliari, annullati privilegi feudali, incamerati i beni della Chiesa, proclamata l'uguaglianza giuridica dei cittadini e concesse la libertà di associazione di stampa e la parità di culto. -
Regno d'Italia napoleonico
Nel 1805 venne proclamato il Regno d'Italia napoleonico, o Regno italico, in cui Napoleone si autoincoronò Re d'Italia (oltre che essere anche imperatore dei francesi). -
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Restaurazione
La Restaurazione è una categoria di periodizzazione, che va dal 1815 al 1848. Il termine “restaurazione” indica il ritorno al potere di un sovrano spodestato: infatti, dopo la definitiva sconfitta di Napoleone, quasi tutti i monarchi tornarono a governare i propri regni, ma non vi è un ritorno di antico regime. Anche in Italia nell’età della Restaurazione venne applicato il principio di legittimità, mitigato dal principio di equilibrio, allo scopo di prevenire nuove guerre. -
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Moti liberali
I moti liberali sono i tentativi di modificare l'ordine politico sancito nel 1815 attraverso una nuova costituzione che sancisce indipendenza. I protagonisti sono un gruppo di oppositori che agiscono in clandestinità, ex militari napoleonici o esponenti della piccola borghesia alfabetizzata, i quali con un tentativo insurrezionale attraverso un colpo di Stato tentano di soverchiare la situazione politica, con esito fallimentare. -
Fondazione Giovine Italia
Giuseppe Mazzini nel 1831 fonda la Giovine Italia, un periodico stampato clandestinamente ma diffuso pubblicamente: infatti, Mazzini sostiene che chiunque voglia chiamare il popolo alle armi, deve potergli dire il perché. La Giovine Italia è una sorta di pre-partito politico, il cui programma dichiaratamente repubblicano intende restituire l’Italia in nazione di liberi ed eguali, una, indipendente, sovrana, repubblicana e unitaria. -
Fondazione seconda Giovine Italia
Nel 1837 Mazzini si rifugiò a Londra e nel 1839 riprese la sua attività politica con la fondazione di una seconda Giovine Italia: il suo principale obiettivo restava la costruzione di uno Stato unitario repubblicano per tutta la nazione italiana, al quale si affiancava un programma sociale che prestava maggiore attenzione alle classi popolari. -
Lega doganale italiana
Nel novembre 1847 Carlo Alberto, Leopoldo II e Pio IX giunsero a siglare un un primo accordo per la realizzazione di una lega doganale italiana, ideata per favorire l'integrazione economica attraverso la caduta delle barriere esistenti fra i vari stati e l'adozione di una tariffa daziaria unica. Estranea a qualsiasi concessione fu il Regno delle Due Sicilie. -
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Terza fase
L'idea di nazione è agitata da circoli politici e popolari ed acquisisce un consenso della popolazione, attraverso una mobilitazione di massa contro i poteri costituiti. -
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Prima guerra d'indipendenza
Tra il ’48 e il ’49 gli Stati della penisola italiana furono teatro di moti per ottenere costituzioni liberali ed avviare il processo di unificazione nazionale che era maturato nel corso del 1846. La stagione rivoluzionaria iniziò a Palermo con l’insurrezione dei ceti popolari che rivendicavano idee politiche e separatiste (soprattutto ceti aristocratici): si insediò un governo provvisorio. -
Statuto albertino
Secondo Carlo Alberto, è necessaria la concessione dello Statuto per prevenire una deriva radicale-democratica e per salvare l’ordine sociale da anarchici e socialisti. Sancisce che vi siano due camere ed un senato di nomina regia e la legge che regola i meccanismi di voto stabilisce che per la Camera il censo richiesto sia molto alto. È una costituzione flessibile, ovvero che i principi costituzionali possono essere cambiati attraverso leggi ordinarie e parlamentari. -
Inizio rivolte a Venezia
Anche Venezia insorse contro la presenza austriaca: il 17 marzo manifestanti Riuscirono a liberare Niccolò Tommaseo e Daniele Manin, che divenne il leader della rivoluzione cittadina e guidò la rivolta degli operai dell'arsenale, costringendo gli austriaci alla ritirata. -
Sciopero del fumo
In parallelo all'affermazione di regimi costituzionali si creò un generale fermento politico che si estese ad alcune aree rurali, con l'obiettivo di porre fine alla dominazione austriaca nella penisola e avviare il processo di unificazione del Paese. A Milano presero vita alcune proteste a partire dallo sciopero del fumo, che puntava a colpire le entrate fiscali dell'impero asburgico grazie all'astensione del consumo di sigari da parte di tutti cittadini. -
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Cinque giornate di Milano
Il 18 marzo nacque, dunque, una rivolta in cui si distinsero giovani particolarmente intraprendenti come i martinitt; il 22 marzo, dopo 5 giornate di lotta, i soldati austriaci Furono costretti a ritirarsi dalla città. Nonostante l'insurrezione ebbe esito positivo, il movimento rivoluzionario fu diviso in due fazioni: democratici e liberali moderni, che volevano adottare delle soluzioni più prudenti in modo da non escludere accordi con gli austriaci. -
Proclamazione Repubblica Veneta
Il 23 Marzo si formò così un governo provvisorio, proclamando la Repubblica Veneta. -
Intervento anti-asburgico piemontese
Rispetto ai moti, i liberali piemontesi si divisero in coloro che premevano per una posizione dichiaratamente anti austriaca e coloro che proponevano una politica piemontese centrica che non escludesse accordi con l'Austria. Nonostante ciò, Carlo Alberto il 23 maggio 1848 annuncio il suo intervento contro l'Austria a fianco delle popolazioni Lombarde. -
Annesione sabauda di Milano
Il 12 maggio il movimento insurrezionale Milanese emanò un decreto per procedere al plebiscito sull'immediata fusione delle province lombarde con il Regno di Sardegna. Lo stesso avvenne a Venezia, in cui l'assemblea Provinciale approvò l'annessione al Regno di Sardegna, e nei ducati di Parma e Piacenza e di Modena. -
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Repubblica Romana
A Roma si formò una giunta di Stato che sciolse il Parlamento e convocò un'assemblea costituente romana da eleggere a suffragio universale: l'assemblea Romana dichiarò decaduto il potere temporale del papa, proclamando la nascita della Repubblica Romana il 9 febbraio 1849. Il nuovo governo democratico attuò diversi provvedimenti, ma la coalizione di Francia, Austria, Spagna e regno delle due Sicilia costrinse a capitolare l'esercito romano. -
Leggi Siccardi
Nel gennaio 1850 la camera approvato due provvedimenti per la riduzione dei privilegi ecclesiastici, le leggi Siccardi: le riforme abolivano il foro ecclesiastico e il diritto d'asilo nei luoghi sacri ed imponevano agli enti religiosi l'obbligo dell'approvazione governativa per l'acquisto di beni e l'accettazione di donazioni. Grazie a Cavour, il testo passò anche al Senato ed il dibattito per l'approvazione di queste favorì il consolidamento di un gruppo parlamentare liberale moderato. -
Cavour presidente del consiglio dei ministri sabaudi
L'ascesa di Cavour al governo nel novembre del 1852 segnò l'avvio di una fase di notevole sviluppo politico ed economico per il regno di Sardegna, consentendo l'adesione dello statista piemontese alla causa liberale. In politica estera, intendeva crescere la visibilità del regno di Sardegna e stringere più solidi legami con Gran Bretagna e Francia: voleva ottenere l'appoggio in vista della realizzazione del Regno dell'alta Italia, che avrebbe implicato uno scontro con l'impero asburgico. -
Creazione Partito d'azione
Nel 1853 i mazziniani e altri democratici radicali diedero vita al Partito d'azione: questo avrebbe dovuto coordinare e convogliare le energie verso l'obiettivo dell'unificazione sotto le insegne di una Repubblica. Tuttavia la nuova serie di moti che ne seguì ebbe lo stesso esito fallimentare nel 1857. L'intero movimento mazziniano, dunque, attraversò una profonda crisi. -
Congresso di Parigi
Il governo di Vienna decise di restare neutrale e Cavour aderì all'alleanza franco-inglese nonostante non avesse ricevuto in cambio alcuna promessa per il futuro: fece ciò per partecipare al congresso di Parigi nel 1856, in cui Cavour denunciò l'invadente presenza austriaca sul suolo italiano e in generale la precarietà della situazione della penisola, presentandola come un rischio per l'intero equilibrio europeo. -
Attentato a Napoleone III
All'inizio del 1858 Felice Orsini attentò, senza successo, alla vita di Napoleone III, ritenendolo responsabile del fallimento dei moti rivoluzionari del 1848-49: egli, oltre a dichiararsi pentito, confessò di aver agito perché disperato dinanzi alle condizioni degli italiani, oppressi dalla presenza austriaca. L'episodio ebbe grande risonanza nell'opinione pubblica e Cavour cercò di avvantaggiarsene: riuscì ad ottenere un incontro segreto con Napoleone III. -
Accordi di Plombieres
Cavour e Napoleone III delinearono alcune strategie per il futuro della penisola e nel luglio 1858 a Plombières si stabilì che era necessario trovare il modo di spingere l'Austria a dichiarare guerra regno di Sardegna. La penisola si sarebbe divisa in regno dell'alta Italia, Stato della Chiesa, regno dell'Italia centrale e regno dell'Italia meridionale. I quattro regni avrebbero dovuto formare una federazione presieduta dal papa ed il Piemonte avrebbe dovuto cedere alla Francia Nizza e Savoia. -
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Seconda guerra d'indipendenza
Il 24 aprile 1859 iniziava la seconda guerra di indipendenza. Inizialmente, le armate del regno di Sardegna e quelle francesi sfidano le truppe austriache nel Lombardo Veneto; si concluse con un armistizio, l'armistizio di Villafranca, che sancì la cessione della Lombardia alla Francia, che avrebbe dovuto poi cederla al Regno di Sardegna, il ripristino dei legittimi sovrani fuggiti e la formazione di una confederazione tra i diversi stati della penisola. -
Dimissioni Cavour
Cavour, temendo che l’azione della Società nazionale potesse essere scavalcata dalle correnti mazziniane e democratiche, il 13 luglio rassegnò le dimissioni. Il nuovo governo, costituito da La Marmora e Rattazzi, si trovò ad affrontare una delicata questione dell’Italia Centrale, dove era difficile applicare le clausole di Villafranca. -
Cavour presidente del Consiglio
Nel 1860 Cavour tornò al governo come presidente del Consiglio: in ogni stato indisse plebisciti affinché i cittadini si esprimessero circa la prospettiva di confluire in un regno sabaudo esteso all'Italia centro-settentrionale; i risultati sancirono una vittoria degli annessionisti. -
Spedizione dei mille
Cavour ricerca il consenso nazionale: pertanto, Francesco Crispi e Rosolino Pilo, in contatto con Garibaldi, gli scrissero lettere suggerendogli di guidare l’insurrezione palermitana attraverso un nucleo di volontari (spedizione dei mille); partono 1032 con la compiacenza del governo piemontese e la protezione inglese, che li lasciano entrare a Marsala, in Sicilia. -
Editto di Salemi
Il 14 maggio, con l'editto di Salemi, Garibaldi proclamò la sua dittatura sull'isola a nome di Vittorio Emanuele II. -
Annessione del regno delle Due Sicilie
Si svolsero plebisciti per l'annessione del regno delle Due Sicilie, sancita quasi all'unanimità dei votanti. -
Incontro di Teano
Il 26 ottobre nel colloquio tra Garibaldi e Vittorio Emanuele passato alla storia come "incontro di Teano", nei pressi di Caserta, Garibaldi cedette il controllo sulle terre conquistate al re di Sardegna, che riconobbe come re d'Italia. -
Annessione Napoli
Il 7 novembre Garibaldi consegnò la conquistata Napoli a Vittorio Emanuele II, il quale fece il proprio ingresso nella città come re del nuovo Stato unitario. -
Proclamazione Regno d'Italia
Nel gennaio-febbraio 1861 si tennero le prime elezioni politiche dell'Italia unita, mentre il 17 marzo 1861 si inaugurò il primo parlamento nazionale: in questa circostanza furono approvate le leggi che proclamavano Vittorio Emanuele II re d'Italia "per grazia di Dio e per volontà della nazione".