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Nel 1177, vivente ancora un fratello maggiore, s'insediò sul trono di Cracovia il più giovane figlio di Boleslao III, Casimiro il Giusto (1177-1194) che, sorretto dall'aristocrazia e dall'alto clero, soppresse il seniorato (convegno di Łęczyca, 1180) e consolidò il proprio potere sul ducato di Cracovia, ottenendo il diritto di successione per i proprî discendenti sulla base della primogenitura.
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Dal metà del sec. IX resta su un primo nucleo di stato Polacco unito la dinastia dei Piasti, che ha assunto il potere sulla tribù dei Polani (regione di Gniezno e Poznań)
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Mieszko I fu sconfitto dall'avventuriero tedesco Wichmann. La posta in giuoco è il predominio sulla zona occidentale del territorio occupato dagli Slavi Elbani; l risultato è un indubbio arginamento della tenace espansione tedesca, ma anche il riconoscimento, da parte di Mieszko, della sovranità di Ottone I e successivamente di Ottone III. Nello stesso tempo Mieszko conquista le terre dei vichinghi sul mare insediati alle foci dell'Oder;
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l'adozione del cristianesimo nel 966 (prevenendo cioè la cristianizzazione della Russia ed elimimándo così ogni possibilità di un avvicinamento alla chiesa orientale). Mieszko nel 965 aveva sposato Dobrava, della dinastia, già cristianizzata, dei Přemyslidi
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(documento risalente agli anni 985-992) la donazione esplicita della Polonia, in tutta la sua estensione, alla Santa Sede, per cui essa diventava parte del patrimonio di San Pietro.
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Boleslao il Grande (Bolesław Chrobry, 992-1025).
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combatté poi a lungo contro Enrico Il e nella pace di Bautzen (1018) mantenne in suo potere la Lusazia; condusse, infine, per impedirne l'alleanza con l'imperatore, una spedizione contro la Russia, occupando per breve tempo persino la città di Kiev e inaugurando così l'indirizzo orientale della politica espansiva polacca.
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Un anno prima della sua morte riuscì a ottenere, con l'acconsentimento di Roma, per tanti anni inutilmente atteso, la corona reale: simbolo dell'indipendenza e dell'indivisibilità delle terre polacche.
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Mieszko II (1025-1034), non aveva, fra i numerosi vicini, un solo amico fidato. dopo i primi successi ottenuti nella sua temeraria offensiva contro Corrado II, perdette in pochi anni le conquiste territoriali di suo padre, quando contro di lui si allearono Boemi, Russi e i suoi stessi fratelli. Nel 1033, al convegno di Merseburg, dovette rinunciare alla corona reale e impegnarsi al pagamento di un tributo.
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Il figlio di Mieszko II, Casimiro il Rinnovatore (1038-1098), dovette procedere lentamente, con l'aiuto di Corrado II e del principe russo Jaroslav, alla riorganizzazione religiosa e alla ricostruzione politica della Polonia.
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Gli successe Boleslao l'Ardito (1058-1079), che, avvicinandosi più ancora dei suoi predecessori all'Ungheria e sfruttando accortamente il conflitto tra Enrico IV e Gregorio VII, seppe emanciparsi dalla preponderante ingerenza tedesca, coronarsi re nel 1076, e riconquistare alla Polonia le piazzeforti rutene (Grody czerwieńskie).
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L'indignazione causata dal crudele supplizio che il re inflisse al vescovo di Cracovia Stanislao, scoppiò in una rivolta, e Boleslao dovette cercare rifugio all'estero. seguirono anni di lotte interne e di spartizione delle terre polacche
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La successione al trono basata sul seniorato dall'eredità territoriale estesa a tutti i figli di Boleslao, la Polonia fu divisa in quattro territorî, costituiti in ducati ereditarî: la Slesia, la Masovia, buona parte della Grande Polonia, e la zona di Sandomierz e Lublino. Principe sovrano di tutta la Polonia, doveva essere il membro più anziano della dinastia cui era riservato inoltre in sovranità diretta il territorio centrale con Cracovia e in sovranità mediata la Pomerania
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riaccesi gli interessi particolari dei singoli territorî ed essi stessi esposti ad ulteriori frazionamenti, e alla forza tedesca. nel 1157 il secondo figlio di Boleslao Boccatorta - Boleslao IV (Ricciuto) - dovette umiliarsi davanti a Federico Barbarossa e accettare da lui la Polonia quale feudo imperiale.
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Anzitutto la chiamata da parte di Corrado di Masovia (1226) dell'Ordine Teutonico, che per cristianizzare la Prussia pagana s'installò saldamente nella terra di Culmia (Chełmno), vi fondò la piazzaforte di Toruń (Thorn). Nelle terre occupate furono introdotti coloni tedeschi, e il potere dei Cavalieri Teutonici si accrebbe traendo nuove forze dall'unione con l'Ordine dei Portaspada, che, costituitosi in Livonia, cominciò a estendere la propria attività sulla vicina Samogizia e sulla Lituania.
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Nello stesso tempo i Polacchi, pur difendendosi strenuamente e apparendo per la prima volta nella storia quali difensori dell'Occidente, subirono la rovinosa invasione dei Tatari, i quali, oltre che devastare le regioni meridionali, posero fine alla grande ambizione di ricostituire l'unità polacca che il ramo slesiano dei Piasti, guidato prima da Enrico il Barbuto (1228-1238) e poi da suo figlio Enrico il Pio, morto nella battaglia di Liegnitz (1241)
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Santo Stanislao (1254), divenuto patrono dei Polacchi, diede un nuovo impulso al sentimento di solidarietà nazionale, e, aumentando il prestigio di Cracovia, spianò la via alla futura risurrezione statale