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figlio di Giovanni Santi e Maria di Battista di Nicola Ciarla.
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di cui era stato allievo nella sua bottega fino a quel momento.
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E' un dipinto a olio su tela (166x94 cm per lato), conservato nella Pinacoteca comunale di Città di Castello. Si tratta di una delle primissime opere attribuibili a Raffaello.
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In questo periodo compone numerose opere, tra cui: lo stendardo della Santissima Trinità, tre pale d'altare e alcune Madonne col Bambino(a Perugia) e lo Sposalizio della Vergine.
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E' un dipinto a olio su tavola (170x117 cm) conservato nella cappella Albizzini della chiesa di San Francesco di Città di Castello. Quest'opera chiude il periodo giovanile e segna l'inizio della fase della maturità artistica di Raffaello.
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A Firenze dipinse per Lorenzo Nasi la Madonna del Cardellino, per suo cognato Domenico Canigiani fece la Sacra Famiglia Canigiani, i Tempi (Madonna Tempi) e i coniugi Agnolo e Maddalena Doni e per Taddeo Taddei fece la Madonna del Prato e forse la Madonna Bridgewater. Celebri di questo periodo sono la serie di Madonne col bambino che Raffaello dipinse per famiglie fiorentine della borghesia medio-alta.
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E' un dipinto olio su tavola (113x88 cm), conservato nel Kunsthistorisches Museum di Vienna. La data si trova sull'orlo dell'abito della Vergine.
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Raffaello fu anche un architetto di talento, si occupò della Basilica di San Pietro(iniziata nel 1506), di vari palazzi, di Villa Madama e delle logge del palazzo niccolino in Vaticano.
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E' un dipinto smembrato a olio su tavola e firmato. Fu commissionata da Atalanta Baglioni in commemorazione dei fatti di sangue che avevano portato alla morte di suo figlio Grifonetto, e destinata a un altare nella chiesa di San Francesco al Prato a Perugia, anche se dipinta interamente a Firenze. L'opera è conservata alla Galleria Borghese a Roma.
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E' un dipinto a olio su tela (279x217 cm), conservato nella Galleria Palatina di Firenze. E' considerata l'opera conclusiva del periodo fiorentino di Raffaello. Fu lasciata incompiuta per via della sua repentina chiamata a Roma, da parte di Giulio II.
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Verso la fine del 1508 per Raffaello arrivò la chiamata a Roma da Papa Giulio II, che aveva messo in atto una straordinaria opera di rinnovo urbanistico e artistico della città in generale e del Vaticano in particolare. A Raffaello verranno affidate quattro stanze Vaticane: la Stanza della Segnatura, la stanza di Eliodoro, la stanza dell'Incendio di Borgo e quella di Costantino. In questo periodo lavorò anche per la famiglia dei Chigi.
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Raffello si occupò inoltre di vari ritratti: il Ritratto di cardinale(1510-1511), Il Ritratto di Baldassarre Castiglione (1514-1515),Nel Ritratto di Fedra Inghirami (1514-1516), Ritratto di Giulio II(1511-1512) ed il Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de' Medici e Luigi de' Rossi (1518-1519).
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Fu la prima stanza ad essere decorata da Raffaello, tra il 1508 e il 1511. Alle pareti Raffaello decorò quattro grandi lunettoni, ispirandosi alle quattro facoltà delle università medioevali, ovvero teologia, filosofia, poesia e giurisprudenza.
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Fu la seconda ad essere decorata da Raffaello, tra il 1511 e il 1514. Dopo il ritorno del papa a Roma da una campagna militare disastrosa contro i francesi si decise un programma decorativo che sottolineasse la protezione accordata da Dio alla sua Chiesa in alcuni momenti della sua storia, descrivendo interventi miracolosi contro nemici interni ed esterni.
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La cappella Chigi è la seconda cappella della navata sinistra nella basilica di Santa Maria del Popolo a Roma. Agostino Chigi la commissionò a Raffaello, dopo che l'artista aveva già lavorato per lui nella Villa Farnesina. Raffaello ne curò la progettazione dell'architettura, i cartoni per i mosaici della cupola e, probabilmente, i disegni per le sculture, eseguite dal Lorenzetto. L'opera venne avviata nel 1513-1514 e completata da Bernini solo nel 1652-1656.
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E' un dipinto a olio su tavola (155,2x118,9 cm), conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Il ritratto del papa venne inviato a Firenze nel 1518 per rappresentare il pontefice, impossibilitato a spostarsi, alle nozze del nipote Lorenzo duca di Urbino con la nobildonna francese Madeleine de La Tour d'Auvergne.
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E' un dipinto a tempera grassa su tavola (410x279 cm), databile al 1518-1520 e conservato nella Pinacoteca vaticana. È l'ultima opera eseguita dall'artista prima di morire, fu completata nella parte inferiore da Giulio Romano. Quest'opera venne posta sul suo letto di morte.
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Raffaello morì il 6 aprile 1520, a soli 37 anni, nel giorno di Venerdì Santo. Secondo Vasari la morte sopraggiunse dopo quindici giorni di malattia.