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Federico Ruggero di Hohenstaufen (nobile famiglia sveva) nasce a Iesi in provincia di Ancona. Conosciuto con l'appellativo "stupor mundi", Federico II era dotato di una personalità a dir poco affascinante
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Dopo la morte di Enrico VI, Innocenzo III si pose come arbitro dell'intricata successione imperiale, infatti egli voleva che le Corone dell'impero e del regno di Sicilia rimanessero separate per non essere inglobato. Inizialmente appoggiò Ottone IV di Brunswick tuttavia, dopo il suo tradimento, puntò su Federico II di Svevia. Questo ripensamento scatenò il conflitto tra Filippo II Augusto (re di Francia) sostenitore di Federico e Giovanni Plantageneto (re d'Inghilterra) sostenitore di Ottone
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Federico II, in seguito alla vittoria francese nella battaglia di Bouvines, riuscì ad essere incoronato re del Sacro Romano Impero Germanico ad Aquisgrana. La vittoria di Filippo II Augusto contribuì ad accrescere il prestigio del papa. In questo modo, infatti, egli si mostrava come l'autorità in grado di condizionare gli avvenimenti più importanti dell'epoca, come il giudice dei popoli in base al principio di superiorità del potere ecclesiastico su quello laico
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Federico II, per avere l'appoggio di Innocenzo III, dovette non solo riconoscere i domini pontifici ma promettere di non procedere mai alla unificazione delle due Corone. Alla morte del papa, però, egli si sentì svincolato da tale promessa
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Papa Onorio III incoronò Federico II come imperatore e gli riconobbe il diritto di mantenere il proprio potere sulla Sicilia a patto di mantenere l'accordo già pattuito con Innocenzo III. Inoltre, il papa gli ricorda di condurre a breve la sesta crociata anche se Federico aveva altre preoccupazioni: pacificare la Germania, tenere a bada i Comuni in Italia settentrionale e occuparsi del regno di Sicilia
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I comuni si riunirono per una seconda volta, pronti ad affrontare Federico II
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Papa dalle ambizioni teocratiche, prese il posto di Onorio III, il quale morì ammorbato dall'ira che nutriva verso Federico II in seguito alla pubblicazione delle Costituzioni melfitane che limitavano il potere pontifico in Italia del sud. Dal momento in cui Federico non si sbrigava a condurre la crociata, Gregorio IX lo scomunicò
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In seguito alla scomunica, Federico si convinse a svolgere la sesta crociata. Tuttavia, decise di passare per vie diplomatiche, trattando con il sultano d'Egitto al-Malik al-Kamil: si previse un'armistizio di dieci anni e la restituzione ai cristiani di Gerusalemme, Betlemme, Nazareth e Sidone. Questo causò molte proteste contro Federico poiché aveva deciso di trattare con gli "infedeli" anziché combatterli
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Dopo aver stabilito la sede a Palermo, Federico decise di rafforzare la sua autorità in Italia meridionale senza lasciare spazio a nessuno. Per questo commissionò ai maggiori giuristi dell'epoca di scrivere un'insieme di riforme basate sul "Corpus Iuris Civilis" passate alla storia come Costituzioni melfitane (poiché emanate a Melfi, Basilicata). Esse si basavano su due concetti:
1. supremazia dello Stato rispetto a qualsiasi altra autorità
2. uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge -
La seconda Lega lombarda fu clamorosamente battuta dall'esercito di Federico II appoggiato da Ezzelino da Romano (signore che controllava Veneto nord-occidentale). Il papa preoccupato dalla vittoria imperiale, si schiera dalla parte dei comuni, sarà in questo modo che nasceranno le due fazioni: guelfi e ghibellini (i nomi sono di derivazione meno recente)
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Gregorio lancia contro Federico II una seconda scomunica scatenando un'aspra lotta tra papa e imperatore combattuta a forza di lettere. La Chiesa designava Federico II come una specie di "anticristo" per il fatto che egli riconoscesse uguali diritti a ogni confessione religiosa, oltre che per la sua eccessiva apertura nei confronti dell'islam: nella corte reale si ritrovavano cristiani, ebrei, musulmani
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Successore di Gregorio IX, conferma la scomunica e depone l'imperatore in seguito a un consiglio generale condotto a Lione nel 1245
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Battuto dalla Lega lombarda
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Sconfitto sempre dalla Lega lombarda a Fossalta (Veneto)
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La morte di Federico II provoca un lungo vuoto di potere nel Sacro Romano Impero poiché la nobiltà tedesca non raggiunse mai un accordo sul successore
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Dopo essere stato sconfitto dalla Lega lombarda, Federico II stava già preparando un nuovo esercito in Puglia quando fu colto improvvisamente dalla morte
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Manfredi, figlio illegittimo di Federico II, tenta di riprendere il controllo dopo la grande confusione lasciata dal padre
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I ghibellini di Siena guidati da Manfredi sembrano avere la meglio sui guelfi di Firenze
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Il nuovo papa Clemente IV, sfruttò i suoi antichi diritti sull'Italia meridionale acquisiti con i normanni e offrì il regno di Sicilia a Carlo I d'Angiò (fratello del re di Francia Luigi IX) a patto che non unisse le due Corone. Dunque, i guelfi capeggiati da Carlo vinsero contro i ghibellini nella battaglia di Benevento, nella quale morì anche Manfredi. Carlo ebbe così il controllo di tutta l'Italia meridionale mentre i guelfi presero il controllo di Firenze
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Corradino, ultimo erede della dinastia sveva, fu sconfitto dagli angioini a Tagliacozzo e poi giustiziato a Napoli. Termina così la casata degli Svevi
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Dopo un lungo periodo di interregno, sale al potere uno dei principi tedeschi più potenti per i suoi domini sull'Alsazia e sulla Svizzera. Egli si concentrò prevalentemente sulla restaurazione del potere imperiale germanico consolidando i propri possedimenti annettendo l'Austria e la Slovenia. Nasceva così un polo fondamentale della storia europea fino al XX secolo
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Mentre a Palermo insorgevano, i capi della rivolta chiesero aiuto a Pietro III d'Aragona che poteva rivendicare la successione al trono di Sicilia dato che aveva sposato una figlia di Manfredi. Questo generò un conflitto che durò vent'anni
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Gli Angioini regnavano male, erano meglio gli svevi, per questo il popolo palermitano insorge in un evento passato alla storia come Vespri siciliani (poiché scoppiata all'ora del vespro, ovvero della preghiera del tramonto)
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Gli Aragonesi e gli Angioni pongono fine alla guerra stabilendo:
- Italia meridionale in mano agli Angioni
- Sicilia agli Aragonesi -
L'impero va incontro a una progressiva germanizzazione, attraverso la quale l'imperatore non necessitava della consacrazione pontificia per vedere riconosciuti i propri possedimenti. In questa dieta viene stabilita che la nomina imperiale spetta solamente ai principi tedeschi
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Così chiamata perché munita di sigillo aureo. L'elezione imperiale fu affidata solo a sette grandi principi elettori:
- 3 arcivescovi: quelli di Magonza, Treviri, Colonia
- 4 laici: conte del Palatinato, duca di Sassonia, marchese di Brandeburgo, re di Boemia. Essi, inoltre affiancavano il re nell'amministrazione imperiale: si riunivano ogni anno a Francoforte, perciò, l'imperatore era un "primus inter pares"