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Dopo la morte del duca di Sassonia, Enrico, subentra suo figlio Ottone I
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Ottone emanò il principio secondo il quale i futuri papi sarebbero stati eletti solo con la sua approvazione
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Qualche anno dopo la vittoria sugli Ungari, nel 962, superò di nuovo le Alpi, percorse la Penisola e raggiunse Roma, dove venne incoronato imperatore dal giovane papa Giovanni XII. Risorgeva così ufficialmente un nuovo impero cristiano, Il Sacro Romano Impero Germanico
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Il figlio di Ottone II, Ottone III concepì un grandioso piano di restaurazione dell’impero, consistita in una riforma della Chiesa, in accordo con il Papa, sulla quale edificare un impero romano cristiano.
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Tra il X e I 'XIII secolo i rapporti tra il papato e l'Impero culminarono in uno scontro ungo aspro. Il potere imperiale rivendicava
prerogative del potere religioso (dalla nomina dei vescovi al consenso sull'elezione del papa). La Chiesa sosteneva invece la superiorità del potere papale, anche in campo politico. -
Alla morte di Enrico II salì al trono imperiale una nuova dinastia nella persona di Corrado II, duca di Franconia, che nel 1037 emanò la constitutio de feudis. Il documento rendeva ereditari anche i feudi dei valvassori e dei valvassini.
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La Chiesa di Roma si trovava in una situazione critica anche per la crescente degenerazione della moralità dei vescovi, abbati e sacerdoti, accusati spesso di concubinato (violazione della regola del celibato) e di simonia (compravendita delle cariche ecclesiastiche). Le accuse erano certamente fondate, tanto che si era diffusa l’esigenza di una riforma spirituale della Chiesa.
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Enrico II di Franconia aveva potuto deporre d’autorità ben tre papi per far eleggere un suo protetto, Clemente II
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Alla morte di Enrico, il Papa Niccolò secondo convocò un concilio a Roma che escludeva sia il clero il popolo romano sia l’imperatore dall’elezione del Papa, riservandola ai soli vescovi cardinali
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Gregorio VII affermò la superiorità dell’autorità papale. Il documento riguardava anche l’organizzazione interna della Chiesa
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L’imperatore si presentò in veste di penitente al castello di Canossa, dove il pontefice era ospite della contessa Matilde. Le fonti raccontano che Enrico, dovete rimanere scalzo per tre giorni fuori dal castello.
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L’imperatore Enrico IV rispose facendo deporre Gregorio VII, che a sua volta lo scomunicò
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Con il concordato di Worms, il Papa Castillo II l’imperatore Enrico V trovarono un accordo.